Magazine Salute e Benessere
“Mi stupisco che tu possa volere tanto il giorno!Per la mia anima, il sole non è mai tramontato.”(Angelo Silesio)
Se volessimo vedere l’evoluzione passata del nostro pianeta dovremmo risalire a tempi remoti, e così arriveremmo ad una condizione spirituale del pianeta che aveva attraversato varie “incarnazioni”. Il nostro sguardo retrospettivo risalirebbe ai tempi in cui il nostro pianeta si era materializzato e poi si era spiritualizzato per poi assumere nuovamente forma materiale, finché era divenuto Terra. Uno sguardo acuto in modo straordinario potrebbe risalire tanto indietro da poter vedere che quel fenomeno si era ripetuto per altre due volte. Il nostro pianeta è il risultato di tre mondi precedenti cioè è il prodotto di tre stati planetari precedenti. Ognuno degli stati fisici è seguito da uno stato intermedio di spiritualizzazione, nel quale la materia fisica diventa sempre più fine quanto più si risale indietro nel tempo. In tutte le situazioni vediamo che è racchiusa la condizione di ciò che esse furono in passato, infatti nel presente restano i residui di stadi evolutivi precedenti che convivono con gli aspetti più avanzati. I progenitori degli uomini che vissero in quei tempi ancestrali svilupparono i vari involucri che costituiscono l’essere umano odierno. Tre involucri dell’uomo cioè quello fisico, quello eterico-vitale e quello astrale, si svilupparono nel corso delle tre precedenti incarnazioni del nostro pianeta. Attualmente siamo impegnati a sviluppare l’ultima componente ossia l'io che si dovrà porre in relazione con i tre corpi suddetti. Mentre la Terra cambiava la sua forma, all’uomo veniva dato un nuovo involucro perciò l’evoluzione della Terra è collegata con il cammino evolutivo che l’uomo sta facendo per conquistare un gradino più elevato. La prima incarnazione del nostro pianeta avvenne come Saturno, la seconda incarnazione fu come Sole, la terza fu come Luna, e la quarta la viviamo come Terra. Chiaramente i nomi dei mondi precedenti non hanno nessun collegamento con i pianeti omonimi dell’attuale Sistema Solare, ma sono i nomi di forme primordiali di vita. Ma tutte le condizioni odierne della Terra così come pure gli avvenimenti, gli esseri e il destino presente sono il prodotto di questi stadi planetari precedenti. Nel mondo attuale non esistono le condizioni di allora ma, nell’uomo, restano ancora gli effetti di questi stadi precedenti. La parte più antica dell’uomo è il corpo fisico perciò è la nostra parte più perfezionata perché esisteva fin dai tempi di Saturno sebbene fosse molto diversa. Il corpo fisico esiste come tale perché è correlato al corpo eterico, al corpo astrale e con l’io, ma questa relazione non esisteva su Saturno. Ma, in seguito, il pianeta incarnato come Saturno si spiritualizzò e si materializzò come Sole e, a questo stadio, sviluppò il corpo eterico che si compenetrò nell’involucro fisico. Lo stesso fenomeno si ripeté nuovamente durante l’incarnazione in Luna quando si sviluppò il corpo astrale e si inserì nell’interno dei due involucri precedenti. Con ogni nuova compenetrazione, ogni involucro umano conquistava un grado di perfezione. Al livello attuale vediamo che il corpo fisico ha raggiunto il 4° gradino evolutivo, il corpo eterico-vitale ha raggiunto il 3° gradino evolutivo, l'astrale è asceso al 2° gradino, e l’io è al 1° gradino. Vediamo che i 4 involucri hanno un grado di perfezionamento diverso che è legato alla loro antichità. Ma la qualità dei vari elementi ha un’importanza molto diversa. Con questo dire si vuole affermare che il corpo astrale, per sua natura, si trova a un livello evolutivo più elevato del corpo fisico. E in futuro, l'astrale avrà molta più importanza della parte fisica che dovrà decadere. Ma, non di meno, il corpo fisico è giunto a un’alta perfezione come si vede dalla meravigliosa struttura del nostro organismo. Invece non vediamo una pari maturità nelle altre componenti. Le manifestazioni di piacere e dolore, di desiderio e passione mostrano che lo sviluppo discrepante dei nostri involucri produce effetti disarmonici e insani. Nelle contraddizioni umane, non si fatica a vedere che l’io umano è realmente una componente immatura perché è solo all’inizio della sua evoluzione. Il nocciolo umano cioè l’io è nella fase iniziale della sua evoluzione ma, in futuro, dovrà imparare a correlare tutte le altre componenti dell'uomo. I maestri insegnano che le malattie e la morte derivano dalle disarmonie del corpo astrale che si ripercuotono sull'eterico-vitale, e che finiscono per causare la rovina dell'involucro fisico. Essi insegnano che la sede del piacere, del desiderio e delle passioni è posta nel corpo astrale, ma l'astrale è ancora troppo immaturo e agisce in modo inadeguato, perciò finisce per rovinare il fisico. Il corpo fisico ha un’evoluzione di 4 fasi evolutive che lo mettono ad un elevato grado di evoluzione. Ma il corpo astrale ha un’importanza animico-spirituale maggiore perciò la parte più elevata e imperfetta riesce a prevalere sulla componente maggiormente evoluta, ma di livello inferiore. Il ricordo di tutti gli stati attraversati dal nostro pianeta lo riviviamo tramite il fenomeno del sonno quando i nostri corpi si dividono. Mentre il corpo fisico e quello eterico-vitale restano nel letto, il corpo astrale e l’io salgono nei mondi spirituali. E lo stesso fatto si ripete anche con la morte quando il distacco avviene in una modo più netto e definitivo. Nel sonno siamo incoscienti mentre, nella veglia, siamo inconsapevoli delle diverse parti che ci compongono. Ma, nei tempi antichi, gli uomini si ricordavano di essere stati anime prima di diventare uomini. Risalendo a 10.000 a. Cristo, in Europa, vediamo vivere uomini molto primitivi ma, in Asia, c'erano civiltà dalla vita spirituale molto evoluta. In India vivevano degli uomini che dicevano di essere figli degli dei. Dicevano che erano dei perché venivano dal mondo degli dei. Dicevano che quando dormivano tornavano a essere dei perché essere dei, per loro, equivaleva a essere diversi dallo stato di veglia.Questa civiltà evoluta ricordava la vita prima della nascita, essi conoscevano la vita che avevano vissuto tra gli dei. Il ricordo di quei tempi ancestrali è contenuto nei Veda che sono delle opere poetiche stupende in cui viene rivelata “la parola” perché “veda” significa proprio questo. Si diceva che la parola era stato un dono dello spirito, infatti essi credevano che quello che veniva detto nei Veda fosse quello che avveniva nel mondo degli dei. In tempi ancora più antichi di questi, la conoscenza era maggiore di quella che dicono i testi vedici. Ma quello che resta del sapere originario fu trascritto nei testi dei Veda. Perciò i Veda sono i testi più recenti di conoscenze possedute in tempi molto più remoti. E in quei tempi si sapeva che siamo degli esseri che sono discesi dal mondo spirituale. Risalendo a 6.000 a. C. troviamo questa civiltà indiana che è una civiltà regredita rispetto la civiltà precedente che era più avanzata. Ma poi si sviluppò la civiltà della Persia come civiltà paleo-persiana che sviluppò caratteri diversi. Gli antichi indiani credevano di venire dal cielo e non amavano la vita terrena. Essi si sentivano espulsi e respinti dal mondo degli dei, perciò non apprezzavano la vita terrena: per loro vivere sulla Terra non era importante. Invece in Persia, per la prima volta, si avvertì interiormente il valore della Terra e della vita terrena. I persiani credevano che la luce fosse preziosa e credevano che l’oscurità era necessaria per poter amare la luce. Nel tempo si confermò l’importanza della vita terrana, e si affermò che la terra era tanto preziosa che la terra era in perenne lotta con il cielo: e queste idee furono credute per 3.000 anni. Con lo sviluppo della civiltà egiziana si affermò il terzo tipo di essere umano dopo quello indiano e quello persiano. In Egitto si fecero dei monumenti grandiosi per celebrare la memoria, si regolò il corso del Nilo e si sviluppò la geometria e l’agrimensura perché l’egizio amava la Terra. Gli egizi avevano dimenticato di provenire dal mondo spirituale, perciò volevano essere rassicurati su questo legame con il mondo spirituale. Prima degli egizi non si pensava all’immortalità, perché la si sapeva come realtà. Ma l’egizio aveva l’incertezza della sopravvivenza della sua anima perciò gli uomini vennero afferrati dalla paura della morte. Per questo gli egizi imbalsamavano i corpi dei morti e li mettevano nei sarcofagi assieme ai loro beni più preziosi affinché l’anima non subisse danni. Volevano garantirsi a tutti i costi l’immortalità della materia terrena.La civiltà successiva dell’antica Grecia ebbe la totale dimenticanza della vita prima della nascita. Per questo, solo le poche persone che continuavano a frequentare le scuole dei misteri continuavano ad avere un’evoluzione spirituale. I greci coltivavano la vita terrena perciò quando, nel 4° secolo a. C., il filosofo Aristotele disse che l’anima nasce assieme al corpo affermò una cosa che i greci non sapevano. In Grecia, per la prima volta, nasce l’idea che l’anima nasce con il corpo. Aristotele dice che l'anima è immortale e che, dopo la morte, continua a vivere nel mondo spirituale. E con questa idea egli si avvicinò al cristianesimo, ma poi Aristotele ebbe anche un'idea malsana dovuta al fatto che aveva dimenticato l’antica origine dell’uomo. Disse anche che, dopo la morte, l’anima si ritrova con il patrimonio di una sola vita terrena, perciò l’anima rivive in eterno quella unica esperienza terrena. Se qualcuno fece il male è condannato a essere dannato in eterno, e non può fare nulla per migliorare la situazione. Lo so che questa idea è tremenda, ma questo è ciò che disse Aristotele! Poi l’arrivo del cristianesimo diventò un’occasione per l’impero romano che lo adottò come religione ufficiale. La chiesa si trasferisce a Roma e stabilisce le regole del gregge dei credenti. Nasce l’idea che esistono pecore e pastori, perciò i pastori decidono quello che le pecore devono credere: e decidono che le cose si decidono nei concili. Nell’8° concilio i pastori dicono che è eretico credere che l’uomo provenga dal mondo spirituale dove ha vissuto prima della nascita. L'idea di Aristotele è diventata l’opinione prevalente della chiesa, perciò l’umanità fu costretta a non credere di essere disceso assieme alla sua anima, perché gli fu proibito. Buona erranzaSharatan