Evra e Rafinha
Il caso più eclatante è sicuramente quello del duttile esterno francese del Manchester United. Il classe ’81 è arrivato in Italia giovanissimo nel lontano 1998-99, quando ha vestito la maglia dei siciliani del Marsala. 24 presenze e 3 reti che gli hanno garantto l’approdo in Serie B al Monza. In Brianza però Evra non ha trovato fortuna disputando solo 3 partite. L’anno successivo la cessione al Nizza e poi l’esplosione al Monaco di Deschamps fino alla consacrazione allo United con i tanti successi che gli hanno spalancato le porte della Nazionale transalpina. Stesso ruolo, stessa miopia italiana per Rafinha. Il terzino brasiliano dopo le tante stagioni allo Schalke è arrivato in Serie A nel 2010, colpo del patron del Genoa Preziosi. Il gol decisivo nel derby e 34 presenze però non gli hanno garantito la permanenza in Liguria e così il Bayern Monaco ha deciso di tesserarlo. Con l’avvento di Pep Guardiola, Rafinha si è confermato uno dei migliori esterni del panorama calcistico europeo aumentando i rimpianti rossoblu.
Da Diego a Tiago fino a Simeone
Da meteore nella Juventus a pedine importanti nell’Atletico Madrid. Hanno molto in comune Diego e Tiago i due calciatori che hanno contribuito alla strepitosa stagione dei Colchoneros. Il trequartista colpo di mercato bianconero nella stagione 2009-2010 nonostante la grande generosità, è rimasto coinvolto nelle stagioni difficili della formazione piemontese. Nessuna riconferma per l’anno successivo e il ritorno prima al Wolfsburg e poi all’Atletico con una serie di prestazioni incoraggianti, culminate nella perla al Barcellona, nonostante le non tantissime presenze da titolare. Percorso simile al collega portoghese Tiago che in bianconero non ha lasciato il segno, non confermando quanto di buono fatto in precedenza a Lione. Tanti infortuni e difficoltà di ambientamento per il lusitano che all’Atletico è diventato addirittura uno degli idoli della curva grazie alle sue geometrie e alla sua intelligenza tattica. Una bella rivincita per un giocatore spesso e volentieri bistrattato dalla critica e rinato grazie a Diego Simeone. E anche l’allenatore argentino rappresenta uno dei massimi rimpianti italiani: dopo le stagioni da centrocampista di Inter e Lazio, nel 2011 il Cholo ha guidato il Catania al 13° posto. Un rendimento che però non gli ha garantito il rinnovo, allontanandolo dall’Italia, verso le sponde spagnole.
I casi più eclatanti: da Henry a Roberto Carlos, passando per Bergkamp e Vieira
Situazioni che aumentano i rimpianti di un calcio italiano spesso poco paziente e dove l’ansia da risultato immediato la fa da padrone. Non mancano ovviamente anche casi ancor più eclatanti sfogliando le pagine degli almanacchi, da Henry esterno anonimo della Juve, consacratosi fenomeno nell’Inter, a Bergkamp che come il francese nell’Inter non lasciò il segno. Da Roberto Carlos che dopo una sola stagione salutò i nerazzurri, per diventare un punto di riferimento del Real Madrid, fino a Vieira che il Milan prelevò in giovanissima età per girarlo poi all’Arsenal.