In questi giorni ho letto un libro che ha messo a dura prova il mio equilibrio di mamma. Voi, ad esempio, che rapporti avete con le macchie sui vestiti dei vostri figli? Vi arrivano a casa con le ginocchia dei pantaloni verdi e le felpe coperte di fango, cosa dite? “Bravo, hai fatto bene, speriamo ci sia un’altra occasione come questa”. No? Allora non avete sfogliato il libro che vi presento oggi. Vi avviso, potreste avere dei sensi di colpa.
Ogni volta che penso ai lavoretti per bambini da fare prendendo spunto dalla natura mi vengono in mente le foglie, i sassi, i fiori. Va benissimo: sono il raccolto di una passeggiata, stimolano la curiosità per il mondo che ci circonda e magari si accende anche qualche scintilla per aprire un libro di scienze, però devo ammettere che sono attività molto platoniche, almeno se le confrontate con il fango. “Daniela, non mandiamo i bambini a giocare nel fango!” prima forse nemmeno io. Il bambino che esce di casa pur con abiti da parco e ci ritorna in versione Bronzo di Riace coperto di fango non rientra precisamente nei miei sogni. Almeno non prima di sfogliare e leggere “Evviva il maltempo“ di Fiona Danks e Jo Schofield (Editoriale Scienza). Potete vederne un estratto qui.
Ci sono torte di fango, scivoli di fango, statue di fango (senza il bambino dentro), percorsi di fango. Non ho storto il naso per niente. Ho controllato più volte il nome dell’autore sulla copertina perchè mi dava tanto l’idea di quella libertà canonicamente nordica, dei bambini scandinavi che escono di casa con la pioggia ma senza ombrello. A essere proprio onesti, quale bambino non sogna di imbrattarsi così? superare la barriera dello sporco, del timore che la mamma si lamenti dei pantaloni macchiati, sembra davvero affascinante.
Nel libro non si parla solo di fango. Ci sono molte idee per festeggiare la pioggia, giochi e prove da fare con la neve e il ghiaccio. Un vero inno alla bellezza del gioco all’aria aperta.
Mentre aspettiamo che piova davvero bene da riempire il parco di fango (ho già scelto i pantaloni che possono mettersi: sopravviverò alle macchie!), abbiamo realizzato uno dei progetti sull’autunno: “A caccia di arcobaleni“.
Si raccolgono tante foglie di colori diversi, si dividono per tonalità e si incollano su strisce di carta da appendere nel bosco, alla finestra, su un albero vicino a casa o sulla porta.
Abbiamo già scelto le prossime attività: cercare le pozzanghere specchio, andare a caccia di gocce, preparare la batteria da pioggia e le gli strumenti musicali per il vento. Almeno finchè non arriva la neve, lì sarà proprio divertente passare all’ultimo capitolo.