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Evviva la rucola

Da Marco1965_98 @foodstoriestwit
Da oltre quindici anni la rucola, Eruca sativa, è riapparsa sulla nostra tavola. Le sue diverse specie hanno vari utilizzi che cambiano da paese a paese. Se in Egitto si utilizza come cibo, in India la rucola, introdotta durante il periodo coloniale, viene utilizzata per l’estrazione (dai suoi semi) di un olio da lampada. In molti paesi del Mediterraneo questa pianta ha da sempre avuto un uso di tipo terapeutico come erba medicinale contro pertosse e polmoniti. In altri paesi è sempre stata utilizzata come foraggio per gli animali. In Italia mangiamo rucola da secoli come ricorda Plinio il Vecchio, ma anche Marziale. Nel Medioevo la sua coltivazione fu bandita dagli orti dei conventi e proibita anche ai laici in quanto “erba della lussuria”. Solo verso la fine degli Anni ’80 questa pianta ha ottenuto la giusta attenzione della scienza che ne ha studiato la composizione nutrizionale rilevando una buona concentrazione in ferro (5,2 mg/100 g), calcio (309 mg/100 g), potassio (468 mg/100 g) ma soprattutto vitamina A (742 microg/100g) e vitamina C (110 microg/100g) per un apporto calorico trascurabile, appena 28 kcal/100g.
Significa che arricchendo la nostra insalata ogni giorno con poche foglie di rucola, assumiamo le quantità giornaliere raccomandate di questi oligoalimenti con un bassissimo apporto calorico attuando magari una inversione nelle tendenze che vorrebbero farci ingurgitare bombe caloriche ma “vuote” di nutrienti. Lode alla rucola.
inserito da sonia.conte.90

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