Dopo tanta sofferenza, Barbara Damiano, nata a Torino nel ’76, sette anni fa è tornata a vivere. Ora ha un solo obiettivo: perseguire la felicità e far capire che il benessere si può apprendere. Senza dover passare dal dolore.
Lo dice nel suo libro, intitolato: “Il manuale pratico della felicità – per essere donne e mamme felici”, edito da San Paolo. Centosei pagine per dire che la felicità è una condizione dell’anima e che non dipende dagli avvenimenti esterni .
Dopo un passato parecchio doloroso, vuole insegnare ad essere felici. Ambizioso come progetto!
Abbiamo tutti un passato più o meno doloroso, e questo ci rende tutti profondamente uguali. Chi di noi non ha i suoi dolori? Io ho concentrato le mie sofferenze in una profonda depressione, ma soprattutto nei disturbi alimentari: sono stata anoressica per tanti anni, poi bulimica, poi iperfagica. Oggi sono una donna obesa, che cerca una guarigione esteriore, dopo aver realizzato quella interiore.
Qual è stato il momento peggiore?
Qualunque sia stato il momento peggiore, io non lo ricordo. Il gioco della felicità mi porta a pensare che nulla possa essere così terribile, nella vita, da non essere superato. L’importante è salvarsi dalla solitudine, che è forse il picco negativo di qualunque sofferenza: sapere che altre persone hanno superato i nostri stessi problemi, è una speranza, a cui dobbiamo sempre fare fede.
Chi le ha dato sette anni fa la forza per non annullarsi?
Ne sono uscita in modo molto semplice e banale: ho detto basta. Semplicemente ad un certo punto la vita mi è esplosa dentro, e io ho capito che mi piace vivere, ed essere felice. Quindi, in modo davvero molto ingenuo, ho pensato che sarei stata felice da subito. E così, giorno dopo giorno, allenandomi continuamente, ho imparato a pensare alle cose belle, e mi sono allontanata da ciò che mi provocava sofferenza. E’ complicato spiegare questa sorta di trasformazione che ho provato, perché nella sua semplicità è tremendamente complicata. Quando si soffre bisogna smettere di soffrire. E l’unico modo per farlo è iniziare a pensare alla felicità, cercarla, perseguirla e cambiare la propria vita.
Chi è in poche parole oggi Barbara Damiano?
Sono una persona qualunque, come tante altre donne e mamme che lavorano. Come tutte le altre persone ho avuto momenti belli e momenti brutti, ma ho provato, da alcuni anni a questa parte, a concentrarmi sulla felicità e a trasformarla nel mio obiettivo di vita. Tutti i giorni mi destreggio tra lavoro e famiglia, e provo a cercare sempre un pensiero felice da portare dentro di me, per sopravvivere alla stanchezza, alla responsabilità e alle normali paure del quotidiano.
Qual è la prima regola, la più importante per essere felici?
Non c’è felicità senza cambiamento: se la vita che abbiamo ci rende infelici, dobbiamo cambiare vita. Un pensiero rivoluzionario proprio per la sua semplicità. A volte ci ostiniamo ad aggiustare le cose ormai rotte, ostinandoci a vivere nell’infelicità. Invece bisognerebbe avere il coraggio di cambiare. Cambiare la propria vita, il proprio aspetto, il proprio lavoro. Cambiare è il segreto di tutto.
Oggi ha una famiglia ed un lavoro. E’ così?
Lavoro con mio marito sul progetto di Mammafelice.it, il portale di maternità creativa che ho aperto alla nascita di mia figlia. Tra le varie decisioni prese nella mia vita per trovare la felicità, ho voluto lasciare il lavoro e inventarmi una professione che mi permettesse di lavorare da casa e nello steso tempo fare la mamma. Adesso ho aperto un’azienda con mio marito, e ho tante idee per il futuro.
Cosa racconterà a sua figlia? Come le sta insegnando ad essere felice?
La mia idea è che ai bambini si debba consegnare un’infanzia felice. Faccio il possibile, con mio marito, Nestore, per regalare un bagaglio di giorni felici a nostra figlia. Non siamo perfetti, né vogliamo esserlo: cerchiamo solo di fare il nostro meglio, fatichiamo, e quando sbagliamo chiediamo scusa. Cerchiamo la verità della felicità, l’onestà familiare. Proviamo a stemperare le tensioni cercando di ridere, di prenderci poco sul serio e volerci bene. E quando non ci riusciamo, sappiamo perdonarci e ricominciare.
Dice che la felicità si può imparare, è così? Se si nasce e si cresce in ambienti privilegiati, in termini affettivi e culturali, è più facile. Non crede?
La fortuna non esiste, secondo me. Se facciamo dipendere la nostra felicità dalla fortuna, o dagli avvenimenti esterni, non saremo mai davvero felici, perché non saremo gli artefici della nostra felicità. La felicità si impara, questa è la mia teoria, così come si impara a guidare: con l’esercizio, con la pratica, con la fatica. Ogni giorno, ogni singolo giorno. Non è semplice, ma non è impossibile. Ma siamo noi i protagonisti, noi a doverla cercare, noi a doverla afferrare, senza aspettare che la felicità bussi alla porta da sola.
Crede di aver in qualche modo “manipolato”, controllato il tuo destino?
Come dicevo prima, la felicità va cercata. Se non abbiamo una malattia grave o non siamo impossibilitati a farlo, dobbiamo andarla a cercare. Non escludo che la felicità possa anche arrivare da sola, ma personalmente ho preferito non aspettare oltre: fondamentalmente, forse, avevo bisogno di essere grata a me stessa per averla trovata da sola.
C’è un libro che l’ ha illuminata nel suo percorso e che vorrebbe consigliare ai lettori di questo blog?
Io amo la Poesia. Adoro Baudelaire.: mi ha donato tanta speranza grazie alla bellezza delle parole, e penso che valga la pena di recuperarla, rileggerla e tuffarcisi dentro con tutta l’anima, qualunque essa sia.
Si sente tosta?
Non particolarmente, no. Mi sento semplice, né più né meno di tutte le altre donne che conosco. Certo, ho un carattere forte e ho imparato ad essere sempre più forte nei confronti della vita, ma mi sento semplicemente umana. Profondamente umana.
Intanto, per sapere cosa Barbara intenda per felicità e cosa fare per raggiungerla, rimando al libro.
Cinzia Ficco
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