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Ex dipendenti Poste Puglia, “Escludeteci da riforma pensioni”

Creato il 05 gennaio 2012 da Lalternativa

Inserire nel decreto milleproroghe una norma che escluda dalla riforma pensionistica dell’ultima manovra finanziaria, i cinquemila dipendenti di poste italiane, di cui 100 solo in Puglia, che, in seguito ad accordi con l’azienda, hanno lasciato il posto di lavoro con la formula dell’esodo incentivato, prevdendo di andare in pensione nel 2013-2014.

Lo chiedono gli stessi ex dipendenti secondo i quali le loro aspettative sono ora vanificate dalla riforma pensionistica per effetto della quale dovranno aspettare fino a sei anni per avere la pensione. Un’attesa che rende, per gli ex lavoratori, incongrue e insufficienti le somme pattuite con l’azienda al momento dell’esodo.

Per questo stamattina una delegazione guidata dal segretario regionale Slc Cgil, Nicola Di Ceglie, ha incontrato il prefetto di Bari ”chiedendogli di intercedere col governo affinche’ questi lavoratori possano rientrare nel decreto milleproroghe che dal 10 gennaio inizia l’iter parlamentare. In questa maniera – ha rilevato Di Ceglie – avrebbero un paracadute e potrebbero usufruire dei vecchi requisiti dal momento in cui hanno firmato l’uscita”, ovvero prima dell’entrata in vigore della riforma pensionistica.

Nel corso dell’unico presidio in Italia, organizzato a Bari davanti al palazzo di governo, Di Ceglie ha sottolineato che ”negli ultimi due anni in molti hanno firmato questo accordo, avendo come prospettiva una finestra pensionistica 2013-2014. Ma oggi, con il decreto salva-Italia, si ritrovano con questa finestra spostata anche di sei anni, senza nessun tipo di copertura pensionistica, contributiva e salariale. Un dramma che riguarda cinquemila lavoratori in Italia e 100 in tutta la Puglia”.

Gli ex dipendenti delle poste, hanno inoltre sottolineato di non poter ”godere di alcun ammortizzatore sociale: in passato la categoria era stata dotata di un ‘fondo di solidarieta’ autofinanziato dagli stessi lavoratori e dall’azienda, ma e’ stato purtroppo usato per l’esodo incentivato”.

”Se il tavolo politico non avra’ successo – ha concluso Di Ceglie – la trattativa tornera’ sul tavolo di Poste italiane; poi si aprira’ la strada di una class action”.

 


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