
Trama: il giovane programmatore Caleb vince il primo premio di una lotteria interna all'azienda, ovvero la possibilità di passare una settimana in un luogo isolato assieme al geniale Nathan. Il vero scopo di quest'ultimo però è quello di utilizzare Caleb per sottoporre il robot Ava al test di Turing e verificare se quest'ultima può essere davvero definita un'intelligenza artificiale...

Chi bazzica spesso il Bollalmanacco avrà più volte letto che la fantascienza non è proprio il mio genere. Prima di cominciare a parlare di Ex Machina sarà meglio chiarire una volta per tutte questo personalissimo punto di vita. La verità è che, a differenza di molte persone che ritengono erroneamente la fantascienza come un coacervo di storielle per ragazzini zeppe di astronavi, robot e alieni, io davanti a questo genere mi sento soverchiare da un'ignoranza spaventosa. Avendo sempre privilegiato, fin dalle elementari, le materie umanistiche, cose come le intelligenze artificiali, i paradossi temporali, le dinamiche che regolano la vita sulla Terra e nell'intero universo mi hanno sempre attirata poco e conseguentemente manco innanzitutto delle basi "tecniche" per affrontare la Fantascienza con la F maiuscola. Se a ciò si aggiunge che proprio questa ignoranza di base mi ha spesso tenuta lontana, vuoi per timore di annoiarmi a morte, vuoi per timore di non capire, da moltissime opere seminali sia cinematografiche che letterarie, capita che ogni volta che decido di guardare un film come Ex Machina mi sembra di essere lo scemo del villaggio alle prese con la compilazione del 730. Ergo, la fantascienza "non è il mio genere". Eppure mi ritrovo ad apprezzarla e a rispettarla. Com'è effettivamente accaduto con Ex Machina, pellicola resa assai ostica dall'infinità di citazioni e riferimenti presenti nei dialoghi, che spaziano dal test di Turing (fondamentale ai fini della trama ma ovviamente io non ne conoscevo l'esistenza fino a, tipo, ieri), al fisico Oppenheimer (il creatore della bomba atomica), per arrivare al Prometeo "antico", a quello moderno del Frankenstein di Mary Shelley, passando per il filosofo Ludwig Wittgenstein ed infilando nella trama Platone, Barbablù, Kubrick, Tiziano, persino Star Trek. Come ha detto giustamente Giuseppe de Il buio in sala, con tanta carne al fuoco si rischia di perdere l'insieme e dimenticare questi dialoghi così pregni subito dopo averli ascoltati perché il cervello si riempie di così tante informazioni che si fa davvero fatica a seguire e capire tutto o anche solo ad entrare in risonanza con questi personaggi così colti e geniali. Il che è paradossale, perché la storia di Ex Machina è talmente semplice ed universale che la potrebbe apprezzare persino un bambino.

Liberando la pellicola di Garland da tutti questi meravigliosi e intelligentissimi "fronzoli" rimane la potente storia di una creatura che anela alla libertà, di un uomo accecato dall'arroganza e di un povero cristo spinto più dalla bontà e da una profonda solitudine che dalla sete di conoscenza. I destini dei tre protagonisti si intrecciano in un gioco fatto di inganni e mezze verità, di test dove non è chiaro chi sia il soggetto e chi l'oggetto, di giochi mentali che portano a dubitare della propria natura e di quella di chi ci circonda. Quello che emerge da Ex Machina è un'interessante analisi di cosa ci renda davvero umani, di cosa serva per determinare se l'artefatto che abbiamo davanti possa essere definito "intelligenza artificiale" (ovvero in grado di superare la programmazione ed arrivare a portare avanti dei ragionamenti indipendenti) oppure semplicemente un freddo computer e inoltre la pellicola analizza anche la differenza tra "conoscenza" ed "esperienza", portando all'attenzione dello spettatore il magnifico esempio della donna che conosceva tutti i colori pur avendo vissuto sempre in una stanza bianca e nera e che ha potuto apprezzarli davvero soltanto una volta uscita, "vedendo" così i colori in natura ed usufruendo degli altri quattro sensi e soprattutto del cuore. A proposito di colori, sapete perché ho voluto guardare a tutti i costi Ex Machina nonostante il mio atavico terrore nei confronti della fantascienza? Perché ero rimasta affascinata dal verde brillante che veniva mostrato nel trailer, dall'incredibile bellezza delle location esterne (ah la Norvegia, che meraviglia!!) e dalla sottile inquietudine che mi hanno messo addosso gli interni zeppi di specchi, telecamere, corridoi, porte chiuse, finestre e virati nei colori del rosso e del blu. Ed effettivamente il trailer per una volta non è stato ingannevole perché Ex Machina è soprattutto uno spettacolo per gli occhi, un trionfo di colori ed ombre mai utilizzati a caso (il bianco, simbolo di innocenza e purezza, acquista una valenza decisamente beffarda) che avvolgono la splendida figura di Ava, all'interno della quale la perfezione dell'effetto speciale e la bellezza naturale di Alicia Vikander si fondono per regalare allo spettatore un personaggio indimenticabile. E non me ne vogliano gli altri due bravissimi comprimari, soprattutto il roscio Domhnall Gleeson a cui voglio sempre più bene. Ci sarebbero mille altre cose da dire su Ex Machina ma, come ho detto all'inizio, conosco poco l'argomento e non vorrei incappare in fregnacce più grandi di me, quindi vi consiglio di guardare assolutamente il film di Garland e di farlo col cuore, senza preoccuparvi troppo di cogliere ogni singolo riferimento. Secondo me, abbiamo un altro potenziale candidato per la Top 5 di fine anno!

Di Domhnall Gleeson (Caleb) e Oscar Isaac (Nathan) ho già parlato ai rispettivi link.
Alex Garland è il regista e sceneggiatore della pellicola, al suo primo film dietro la macchina da presa. Inglese, ha firmato le sceneggiature di film come The Beach, 28 giorni dopo e Non lasciarmi. Anche produttore, ha 45 anni.

Alicia Vikander interpreta Ava. Svedese, ha partecipato a film come Royal Affair e Anna Karenina. Ha 27 anni e sei film in uscita.

Se Ex Machina vi fosse piaciuto recuperate Ghost in the Shell, Under the Skin, Her, Blade Runner, A.I. Intelligenza artificiale, Metropolise ovviamente 2001: Odissea nello spazio. ENJOY!
