- Ex Machina: la figura del supereroe dopo l’11 Settembre (prima parte)
La serie
Il protagonista della saga è Mitchell Hundred, ingegnere civile di New York che, coinvolto nell’esplosione di un oggetto misterioso, acquista la capacità di poter dialogare con i dispositivi meccanici, divenendo così in grado di impartire loro dei comandi.
Coadiuvato dall’amico di famiglia Ivan “Kremlin” Tereshkov e da Rick Bradbury, unico testimone dell’incidente che ha conferito a Mitchell i poteri, decide di intraprendere la carriera supereroistica, vestendo i panni della “Grande Macchina” e si dota di uno zainetto jet e di altri manufatti tecnologici come teaser e pistole a raggi, tutti costruiti con il contributo di Kremlin, divenuto suo vero e proprio mentore.
La carriera supereroistica ha breve durata, infatti si chiude nel giugno 2001, dopo appena due anni di attività. Hundred, senza averlo ancora comunicato ai compagni di brigata, rivela a Dave Wilye, membro del partito democratico, di essere la Grande Macchina e di voler concludere la sua carriera di vigilante, avendo preso la decisione di correre come indipendente per la carica di sindaco di New York. In lui c’è la convinzione di poter essere molto più utile alla città nei panni di sindaco che non con la sua attività di vigilante, in effetti non molto brillante.
L’undici settembre però Hundred torna eccezionalmente a indossare i panni del supereroe per intervenire durante l’attentato terroristico orchestrato da Al Qaeda, riuscendo a impedire al secondo aereo di schiantarsi su una delle torri gemelle, evitandone il crollo e salvando le persone all’interno della torre. Pochi mesi dopo, il 6 novembre 2001 Mitchell Hundred diviene sindaco di New York.
Il racconto dei cinque anni di mandato di Hundred costituisce il vero corpo centrale della serie di Vaughan e Harris. Nella nuova veste di politico si trova ad affrontare sfide di varia natura: dalla criminalità al razzismo, dai problemi dell’istruzione ai matrimoni gay, fino al rischio di minacce terroristiche nell’America post 11 settembre.
Carattere dialettico
La caratteristica principale dell’opera di Vaughan è il suo carattere dialettico: i dialoghi tra i personaggi rappresentano il vero motore delle vicende che ruotano attorno al protagonista. Se Ex Machina può essere catalogato come fumetto supereroistico, è il racconto delle vicende post-eroiche a essere il vero tema della serie. Questo si traduce in una modesta quantità di scene d’azione e nell’uso abbondante di dialoghi, utili sia a restituire la personalità dei personaggi che nel muovere l’intreccio.
Nella vignetta seguente il vice Wilye sostiene la necessità di approvare una legge sul divieto del fumo, anche nell’interesse dei lavoratori del settore e stavolta è Hundred a replicare che a una fuga di clienti corrisponderebbe una diminuzione di mance.
Spesso questo espediente è funzionale a confutare luoghi comuni o considerazioni dal carattere razzista, spessissimo le affermazioni dei personaggi sono corroborate da dati o citazioni che confutano opinioni diffuse ma errate, tanto che si può tranquillamente affermare che citazionismo e nozionismo sono due dei tratti distintivi dell’opera di Vaughan.
L’altra dialettica fondamentale è quella temporale: già nella seconda tavola di Ex Machina ci viene mostrato Mitchell Hundred nel 2005 (al termine quindi del suo incarico) che introduce il lettore al racconto dei quattro anni del suo mandato. In pratica la serie inizia con il protagonista che rievoca avvenimenti già accaduti. Per tutta la durata della serie la narrazione si articola costantemente su più piani temporali, in una continua alternanza di presente e passato, scanditi ogni volta da una data che chiarisce con esattezza la collocazione temporale della sequenza. L’uso sapiente di questi due piani del racconto consente a Vaughan di raccontare l’evoluzione dei personaggi in modo coerente e appassionante, rivelando in maniera progressiva e articolata i retroscena che arricchiscono i contorni della vicenda. L’espediente ricorda quello adottato nella serie televisiva Lost, per la quale Vaughan ha sceneggiato alcuni episodi.
I personaggi
Nell’arco degli episodi scopriamo per esempio che la decisione di smettere i panni del supereroe presa da Mitchell sia stata vissuta da Kremlin come un vero e proprio tradimento: Ivan “Kremlin” Tereshkov è un immigrato russo vicino a Hundred fin dalla sua infanzia. Per Kremlin il dono che Mitchell ha ricevuto va utilizzato e la decisione di entrare nel “sistema” e non sfruttare i suoi poteri è un errore imperdonabile, tanto che cerca in modi diversi di porre fine alla carriera da sindaco del suo ex compagno.
Rick Bradbury invece resta fedele all’amico anche una volta divenuto primo cittadino: diventa infatti sua guardia del corpo personale e lo accompagna con devozione per tutto il suo mandato.
Il collaboratore più stretto di Hundred è il suo vice Dave Wilye, il politico democratico afroamericano che decide di appoggiare e sostenere la candidatura dell’ex supereroe.
Per quella che in Italia chiameremmo par condicio l’altra fidata collaboratrice del sindaco è invece una matura e materna signora di credo repubblicano di nome Candy, convinta che Hundred possa aspirare (e con lui il suo entourage) alla Casa Bianca.
Fa parte dello staff del sindaco anche Journal Moore, giovane e appassionata stagista che ben presto viene promossa al ruolo di consulente speciale. Nel corso di una manifestazione contro la guerra in Iraq viene uccisa da un attentato terroristico, evento che spinge January, sua sorella a entrare a sua volta come stagista. La donna è decisa a vendicarsi della morte della sorella e, d’accordo con Kremlin, cerca di minare dall’interno la credibilità del sindaco.
Va sottolineato come proprio la psicologia del protagonista della saga, Mitchell Hundred, sia quella che emerge, sin dall’inizio, con minor chiarezza. Se l’attitudine dei comprimari è resa in maniera limpida, la personalità di Hundred è connotata come complessa, combattuta e a volte ambigua. Quella che apparentemente può sembrare una carenza nella caratterizzazione del personaggio si rivela invece una scelta precisa dell’autore, la cui abilità sta nel mettere in scena un eroe atipico, i cui atteggiamenti, mano a mano che la vicenda avanza e l’intreccio si arricchisce, risultano spesso ambivalenti.
Per esempio nel volume 2 dell’edizione italiana (Il Marchio, Magic Press), Mitchell accetta un invito a cena della giornalista Suzanne Padilla, interessata a lui, col solo scopo di allontanare le voci sulla sua presunta omosessualità, scaturite della decisione di Hundred di celebrare il primo matrimonio civile gay della città di New York. La questione dell’orientamento sessuale del protagonista della serie, che nell’arco degli episodi glissa a ogni domanda in merito, ha tenuto banco presso i lettori USA, ed è un punto che Vaughan gestisce con maestria e lascia volutamente in sospeso. Dobbiamo farci bastare la risposta che lo stesso Mitchell dà alla Padilla, che infuriata per essere stata strumentalizzata gli chiede esplicitamente se sia gay: «Ti dispiace se vengo dentro?».
La dimensione politica in Ex Machina
«Quando ti ho chiesto di essere il mio vice sindaco ti ho avvisato che non ero un liberale né un conservatore. Sono un realista.» (Ex Machina 6, Vol. 2 dell’edizione Magic Press).
Vaughan lascia ai comprimari della serie il compito di affrontare temi prettamente politici: nel volume 6 Una marcia per la Guerra un membro dello staff municipale scende in strada per manifestare contro la guerra in Iraq; nel volume 8 Giochi sporchi, Hundred si trova a dover fronteggiare una fan della Grande Macchina che si rende protagonista di azioni dimostrative spettacolari, come lanciarsi dalla Torre Gemella superstite con un paracadute con su scritto “Bush cock sucker” o scrivere sull’Empire State Building “Bush = Osama” proprio alla vigilia di un meeting del Partito Repubblicano.
Le sfide che vedono Hundred in prima fila sono soprattutto di tipo sociale e in queste situazioni il suo atteggiamento è privo di tentennamenti: celebra, come abbiamo scritto, il primo matrimonio gay della città di New York, intraprende una battaglia per il miglioramento del sistema scolastico pubblico, si sforza di mantenere il difficile equilibrio tra libertà individuali e sicurezza pubblica in un clima di perenne minaccia.
Nella serie non viene rappresentata la classe politica americana; nonostante si citino Bush o l’elezione di Schwarzenegger, solo due sono i politici che compaiono negli albi, oltre ai membri dello staff.
Uno è il governatore Trip, protagonista nel primo volume di un tentativo di ricatto nei confronti del neo eletto sindaco, per costringerlo a utilizzare i suoi poteri per aiutare le truppe statunitensi in Afghanistan. Il tentativo non riesce ma con l’episodio si insinua per la prima volta il dubbio che su Hundred pesi una colpa segreta.
Se Trip è il paradigma del politico privo di scrupoli molto più edificante è la figura dell’altro esponente politico che Hundred incontra: si tratta di un delegato repubblicano della Casa Bianca che propone a Mitchell, dietro iniziativa del Presidente Bush, di diventare ambasciatore USA presso le Nazioni Unite. Anche in questa occasione viene prospettata a Hundred una carriera politica in ascesa, destinata a concludersi alla Casa Bianca.
Nel n. 29 della serie USA (volume 6 dell’edizione Magic Press), dopo che un lungo blackout ha scatenato disordini tra la cittadinanza, Hundred si sfoga con una collaboratrice, evidentemente deluso dalla mancanza di senso civico e responsabilità dei suoi concittadini: «Se la città si adagia sul pensiero che io aggiusterò personalmente ogni cosa, smetterà di sforzarsi a risolvere i problemi da sola». In questa riflessione sta il concetto cardine della serie, ovvero se il bisogno e il ricorso all’ideale (super)eroico sia, specie in periodi di crisi, giustificabile e condivisibile, o se invece sia l’espediente con cui un individuo, una metropoli o un paese intero rinunciano al proprio ruolo e con esso anche alle proprie responsabilità, delegando i loro leader a decidere, con tutte le conseguenze del caso.
La figura del supereroe
Spesso il racconto delle azioni supereroiche di Hundred ha un carattere decisamente comico, a eccezione delle pagine dedicate al suo intervento nell’undici settembre. Per ironia della sorte proprio quando ha ormai dichiarato di voler smettere i panni dell’eroe, Hundred si trova a esserlo davvero, salvando di fatto molte vite umane. Si può affermare che nell’economia della serie la Grande Macchina sia la “spalla” di Hundred, un comprimario cui spetta il ruolo di inserire elementi comici, oppure evidenziare tematiche e raccontare dei retroscena funzionali al racconto principale.
Come ogni supereroe che si rispetti, anche la Grande Macchina ha la sua nemesi: se la Grande Macchina è in grado di comunicare con i dispositivi elettromeccanici, Jack Pherson riesce a dialogare con gli animali, proclamandosene difensore. Pherson è l’unico essere dotato di poteri che Hundred si trova ad affrontare nella sua attività di eroe, non esistendo altri super esseri sul pianeta. I due si scontrano più volte in un arco piuttosto ristretto di tempo, esattamente tra marzo e maggio 2001, quando Pherson rimane ucciso in un’esplosione causata da Hundred. Va sottolineato come, in virtù dell’uso dei diversi piani temporali, la comparsa in scena del personaggio di Pherson sia quasi contemporanea alla notizia per il lettore che l’uomo è morto. Lo scontro tra i due è quindi circoscritto a un arco temporale ben preciso e comunque già trascorso, rispetto all’intreccio principale. Inoltre l’apparizione più cospicua di Pherson (inclusa l’acquisizione dei poteri e la sua probabile morte) è ospitata su due albi fuori serie (i numeri 1 e 2 di Ex Machina Special), a sottolineare l’aspetto secondario del personaggio nell’intreccio.
L’origine dei super poteri e la loro funzione
La “messa in scena” dei poteri di Hundred non è un elemento centrale della serie, così come graduale è il racconto della loro provenienza.
Dopodiché dobbiamo arrivare al volume numero 6 (Blackout) perché Vaughan riprenda le fila della sottotrama: sulla banchina del porto due agenti si trovano davanti un uomo in quella che sembra essere una muta da palombaro. L’uomo rimane sconcertato quando vede che una delle torri gemelle è scomparsa e accedendo alla rete scopre cosa è successo il giorno dell’attentato, incluso il ruolo di Mitchell. Dopo aver preso in ostaggio Kremlin e la madre di Hundred, egli contatta il Sindaco, sostenendo di poter far luce sull’origine dei suoi poteri. L’uomo, il cui nome è Zeller, afferma di provenire da un universo parallelo e che lo scopo della sua missione sia informare Hundred di una minaccia futura che nel suo universo si è già realizzata. Zeller parla di una non precisata “invasione” e soprattutto allerta il sindaco affermando che chi gli ha conferito i poteri non lo ha fatto disinteressatamente. Pronunciate queste parole l’uomo scompare.
dall’amico e collaboratore di Hundred hanno finito col premiarlo in termini di voti. Parallelamente la città è funestata da una serie di violente aggressioni operate da dei ratti, fatto che porta Hundred a pensare che la sua nemesi, Jack Pherson, possa essere ancora vivo.
Lentamente gli elementi sparsi nelle pagine precedenti vengono raccolti per essere sviluppati e le due dimensioni, quella fantascientifica e quella realistica, si connettono come non era mai successo prima. La finalità dei poteri di Hundred viene finalmente rivelata e con essa la figura del protagonista assume una centralità e un’importanza drammatiche. È quindi nell’ultimo volume della serie, che andremo ad analizzare più avanti, che tutti gli elementi inseriti da Vaughan deflagrano in modo spettacolare.
Ex Machina: la figura del supereroe dopo l’11 Settembre (prima parte – continua…)
Abbiamo parlato di:
Ex Machina volumi 1-10
Brian K. Vaughan, Tony Harris, Tom Feister
Traduzione: Matteo Casali, Stefano Formiconi, Matteo Mezzanotte
Magic Press 2005-2011
Riferimenti:
Magic Press: www.magicpress.it
DC Comisc/Wildstorm: www.dccomics.com