Primo mattino
Che c’è oltre lo sguardo di
un volto, di occhi che ti scrutano,
di un naso francese e di una pelle inglese,
caro il mio pechinese.
Sei forse un cane, non l’ho detto
magari ti getto da un parapetto
scambio un nome in un aggettivo
tanto qui solo scrivo.
Stamane perdo tempo,
liquido di un uomo scontento,
guarda come cresce il frumento, ricco di sali e
pendii mortali.
Vita, morte sia lode alla buena sorte,
Expò vetrina di un fiume di gente e di acque verdastre non più
bagnate e per sei mesi dimenticate.