Magazine Diario personale

Exit Strategy

Creato il 20 settembre 2015 da Povna @povna

Gli ingranaggi vanno a regime, lentamente ma con costanza. E se il primo giorno di scuola la ‘povna e i vicepresidi avevano ricevuto la custode Ornella in una vicepresidenza ancora carica della rumenta dei lavori estivi non rimessi a posto, si arriva al venerdì che la scuola tutta inizia ad avere una parvenza di ordine e funzione.
Si va dalla DSGA, Mononeurone, a sollecitare l’arrivo dei nuovi dispositivi tecnologici (protocollati a inizio maggio), si controllano le iscrizioni, riaggiustando eventuali errori in corso, si mandano le elenchi con le ore residue per chiamare velocemente le supplenze, e poi soprattutto si sta in classe, a riannodare i fili di trame già tessute negli anni precedenti, oppure a fare la conoscenza dei primini.
Gli ExtraTerrestri stanno bene, sono sempre relativamente pochi e molto Extra, a loro si è aggiunta Memole, bocciata dalle Giovani Marmotte. Accolgono la ‘povna sorridenti, e pronti ad affrontare la seconda. Lei da parte sua si raccomanda soprattutto che siano, rispetto all’anno scorso, meno sdruciti e più compatti (e per questo si affida, spera, a Eliott e a Prima della Classe): ha già consegnato loro il primo libro da leggere (Carmilla) e ricevuto il primo tema in cambio. Domani faranno la verifica e poi martedì partiranno a sprone battuto con la storia.
Le Giovani Marmotte sono cresciute, sia in altezza (moltissimo – del resto, non si può essere piccoli in eterno), sia in numero. Se Memole (e Junior, che ha cambiato scuola) è andata via, arrivano in cambio Giacomo (ex Pesci – ribocciato per la seconda volta, impattando su Stordita e sulla terza) e Paperotto (degli Anatri): la ‘povna li accoglie sorridendo, ma poi si affida ai suoi Esploratori, e alla loro giudiziosa sicurezza. E quando Jim Hawkins alza la mano per parlare prima di Paperotto, ma poi fa un passo indietro istintivo: “No, no, di’ tu, per favore, mi interessa”, la ‘povna sa che la fiducia è ben riposta. La vera novità, però, riguarda la formazione della classe: poiché infatti è possibile scegliere tra due indirizzi, i Marmottini sono diventati articolati in due tronconi, per le materie tecniche. Si riuniscono però compattamente per quelle di base (Italiano, Storia, Inglese, Matematica e Ginnastica) – dunque la ‘povna si trova ad avere, lei, una classe che è sempre stata una, ma che per gli altri è invece doppia. E se a questo si aggiunge che tutte le altre materie di unità hanno cambiato insegnante, si comprende come ancora si possa generare confusione. La ‘povna anche a loro ha assegnato il primo libro da leggere (quello di cui avevano parlato a giugno), e subito le mani di Palinuro, Babe, Tom Sawyer, Faline, Pony Berrettina e un’altra cinquina si alzano compatte: “Prof., noi veramente lo abbiamo già letto questa estate…”. Giacomo e Paperotto li guardano allibiti e poi guardano la ‘povna: “Questa classe è così” – spiega lei rapida – “le cose si dicono con onestà, tutte, farete bene ad abituarvi”. E poi passa a spiegare le tracce dei temi per la maturità.
Coi primini (che quest’anno si sono fatti inquadrare veloci come il vento), la ‘povna ha idee abbastanza chiare, aiutate anche da un lavoro collettivo svolto insieme a mezzo consiglio, ma hanno diritto a un racconto a parte. E dunque la settimana lavorativa (lunghissima, che senza giorno libero a metà settimana lei patisce) può quasi essere archiviata.
Prima, però, è utile menzionare due avvenimenti, diversamente rilevanti (eppure legati dalla sceneggiatura, indissolubilmente), che sono accaduti rispettivamente ieri e venerdì.
Si comincia venerdì quando, dopo il coordinamento di Lettere (dove la ‘povna è stata insultata da Stordita, gratuitamente) il bidello FacTotum si avvicina con fare circospetto.
“Ecco il suo nuovo cartellino, professoressa” – la fa mentre le riconsegna il prezioso badge che la ‘povna aveva perso sul finire dello scorso anno (e che la segreteria ha ritenuto di ridarle solo adesso). Così la ‘povna, prima di andare via, può strisciare la sua uscita, finalmente: la sua ultima entrata a scuola datava a sabato 6 giugno (il giorno dell’interrogazione di inglese di Orlando e altri due Smarginati, all’alba). E questo evento simbolico non poteva che farsi poi, il giorno successivo, motore della trama.
Così il sabato, un giorno per molti versi assai convulso, a metà mattina, la ‘povna corre verso la segreteria a segnalare un’emergenza. Da lontano vede Esagono che le fa segno di avvicinarsi, un grande sorriso sulla faccia. La ‘povna apre la porta, e si ritrova davanti Orlando.
“Guarda un po’?” – le dice il vicepreside – “di chi mi chiedevi notizie proprio oggi?”.
La ‘povna sorride, il suo alunno anche, gli occhi chiari come la pelle di una estate senza vacanze e senza soldi.
“Sa prof. che la scuola mi manca?”. Il “te l’avevo detto” è d’obbligo. Seguono chiacchiere, tante. E poi: “Le dispiace se la seguo in classe?”. Orlando si avvia con lei, a fare lezione alle Giovani Marmotte (del resto, stanno parlando delle tracce dei temi di quest’anno). E poi, mentre stanno affrontando il saggio breve (Orlando spiega l’importanza del titolo), di nuovo bussano alla porta.
La ‘povna dice “Avanti!”. E nella cornice si inquadra il viso biondo di Rebecca. Di nuovo sorrisi, baci, abbracci. La fine della mattinata sarà solo amarcord, sorrisi, e un sacco di racconti (perché ci sono cose, lo ha ben detto, che in un certo modo possono capire solo loro).
Alle 12.30, al suono della campana, la ‘povna si avvia al nuoto con un sorriso da parte a parte. Ma non è stupita, nemmeno un po’, perché le cose succedono spesso solo in un modo, così come deve essere.
E in fondo lei lo sapeva che, solo adesso che ha stimbrato la fine dell’anno vecchio ufficialmente – come aveva scritto la sera prima a Esagono (mentre per e-mail correggevano un progetto) – l’anno nuovo poteva finalmente dispiegarsi, e iniziare.


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