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Exploring Oceans: un universo blu da esplorare e amare!

Creato il 16 novembre 2011 da Dreamblog @Dreamblog

Dedicata a chi, oltre alle crociere, ama il mare ed è sensibile alle tematiche ambientali. Rinnovata nel nome, è la rubrica periodica del blog pensata per fornire costantemente notizie che riguardano l’universo del più profondo blu del nostro pianeta.

E’ Exploring Oceans: un universo da esplorare, per un rispetto ed un amore più consapevoli.

Exploring Oceans: un universo blu da esplorare e amare!

In questo numero:

  • A Napoli la quarta edizione della Conferenza Mediterranea sulle tartarughe marine;
  • SOS Iceberg in Antartide;
  • Marea Nera minaccia le coste di Rio de Janeiro, in Brasile;
  • La Posidonia oceanica salverà il Mediterraneo?
  • Porti: AP Genova, in prima linea per migliorare l’ambiente

A Napoli la quarta edizione della Conferenza Mediterranea delle tartarughe marine

Exploring Oceans: un universo blu da esplorare e amare!

Si è svolta a Napoli la quarta edizione della Conferenza Mediterranea sulle tartarughe marine, a cui hanno partecipato delegazioni di scienziati e ricercatori da Libia, Marocco, Turchia, Tunisia, Libano, Israele, Siria, Albania, Spagna, Francia, Malta e Cipro, oltre agli scienziati italiani e a due americani.

Di cosa si tratta? Promossa dall’Unep Rac-Spa (Programma Ambientale delle Nazioni Unite – Centro di Attività Regionale) nell’ambito del piano d’azione per la protezione delle tartarughe marine del Mediterraneo, e sostenuta dal Consiglio d’Europa, è un evento di grande rilevanza scientifica che si svolge ogni 3 anni in una città dell’area mediterranea e che vede la partecipazione di ricercatori provenienti da tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, coinvolti nello studio e nella conservazione delle tartarughe marine. Le ultime edizioni si sono svolte a Kemer in Turchia ed a Monastir in Tunisia.

E’ importante – ha spiegato la direttrice della conferenza, Flora Bentivegna della Stazione Zoologica Anton Dohrn – che Napoli sia stata scelta per questa conferenza perché si conferma il ruolo centrale della città nel Mediterraneo per la ricerca e in particolare sulle tartarughe marine che sono rappresentative di tutto l’ecosistema marino che dobbiamo proteggere“.

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I quattro giorni di dibattiti sono stati incentrati sui pericoli che le tartarughe affrontano nei loro viaggi nel Mediterraneo a cominciare dalle reti da pesca fino alla necessità di offrire protezione ai nidi delle tartarughe stesse.

SOS Iceberg in Antartide

Potrebbe avere un’estensione poco più grande di Venezia, il gigantesco iceberg che nei prossimi mesi, o forse anche nelle prossime settimane, si prepara a staccarsi dalle coste antartiche occidentali a causa del vero e proprio “crollo” del ghiacciaio Pine Island, che si affaccia sul Mare di Amundsen.

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Gli strumenti a bordo degli aerei della Nasa mostrano chiaramente le crepe lunghe e profonde che giorno dopo giorno minacciano la stabilità del ghiacciaio.

Secondo gli esperti è verosimile che le fenditure, molto evidenti nelle immagini scattate dagli aerei, possano estendersi molto rapidamente. Le immagini e i dati sono stati rilevati dalla Nasa nell’ambito della campagna di osservazione IceBridge, la più grande mai organizzata nelle zone polari.

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La mappa senza precedenti che annuncia la nascita del nuovo iceberg gigante si basa sulla combinazione fra i dati rilevati dagli aerei con quelli forniti dai satelliti, come la sentinella dei ghiacci Icesat (Ice Climate and Elevation Satellite).

I dati raccolti dai satelliti negli anni passati, combinati con quelli rilevati dagli aerei, mostrano che il ghiacciaio Pine Island continua a ridursi con un ritmo vertiginoso: dai 7 miliardi di tonnellate del 2005 ai 46 miliardi di tonnellate del 2010. Una riduzione di volume così drastica che, secondo gli esperti dell’agenzia spaziale americana, quanto sta accadendo al ghiacciaio Pine Island può essere considerato l’esempio più significativo di risposta ai cambiamenti climatici su scala mondiale.

Marea Nera minaccia le coste di Rio de Janeiro

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Nuova marea nera con consistente perdita di petrolio, questa volta in Brasile, al largo delle coste di Rio de Janeiro. Lo sversamento in mare  ha raggiunto ormai i 160 chilometri quadrati. Nonostante il coinvolgimento di 18 navi al lavoro nel tentativo di contenere il fenomeno, la chiazza di greggio starebbe avanzando velocemente verso la costa.

Un guasto al vicino campo petrolifero di Frade, accaduto martedì scorso durante lavori di perforazione, a circa 370 chilometri al nord est della costa di Rio de Janeiro, sembrerebbe la causa dell’accaduto, anche se ad oggi manca ancora l’ufficialità della notizia.

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Intanto, la statale Agenzia nazionale di petrolio (Anp) ha autorizzato la Chevron, la compagnia petrolifera statunitense che stava operando nel campo petrolifero, a tappare la fenditura dalla quale, pare, stiano fuoriuscendo oltre 400 barili di greggio al giorno, imponendole però nel contempo di abbandonare il pozzo, che si trova a 1.200 metri di profondità.

Venerdì scorso, la presidente Dilma Rousseff ha disposto ”una rigorosa indagine” sulle cause dell’incidente. Per ora non si registrano reazioni da parte delle autorità di Rio, né di organismi ambientali.

La Posidonia oceanica salverà il Mediterraneo?

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E’ stato presentato a Bari il primo sistema artificiale al mondo per la coltivazione della Posidonia oceanica, pianta preziosa per la protezione dell’ecosistema costiero del Mediterraneo.

Si tratta del risultato del progetto Start (Sviluppo di una Tecnologia Ambientale per la Ricostruzione, la Tutela delle praterie sottomarine di Posidonia e il miglioramento della sostenibilità ambientale delle operazioni su fondali), sviluppato dalla Tct srl di Brindisi in partnership con Legambiente Puglia.

Il risultato raggiunto rappresenta – secondo gli esperti – “un importante punto di partenza per affrontare il problema dell’erosione delle coste del Mediterraneo“.

Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio sull’erosione costiera per il recupero e la valorizzazione dei litorali, è pari a 1.047 kmq l’area del territorio pugliese influenzata da erosione, supera i 148 kmq quella industriale e urbanizzata a rischio ed è pari a quasi 500 kmq la superficie di alto valore ecologico interessata dal problema.

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La Posidonia oceanica è una pianta acquatica che riveste un ruolo fondamentale nella difesa delle coste, grazie alla sua opera di stabilizzazione e consolidamento dei fondali.

La pianta, che occupa circa il 3% dell’intero bacino del Mar Mediterraneo, produce fiori e foglie che possono arrivare a un metro di lunghezza formando praterie sottomarine, che costituiscono un forte freno alle onde e alle correnti.

Dal 1990 è nella lista rossa delle specie protette del Mediterraneo a rischio di estinzione.

Nell’ambito del progetto Start è stato sviluppato un sistema a circuito idrico chiuso in grado di mantenere condizioni ambientali stabili, coltivare le piantine di Posidonia oceanica e acclimatarle al sito di reimpianto, per accrescerne la sopravvivenza finale e il successo delle operazioni in mare.

Dopo i sorprendenti risultati del progetto – ha detto Francesco De Rinaldis Saponaro, vice-presidente TCT srl - il nostro impegno si sposta sul secondo e più importante step: reinserire le talee coltivate in ambiente marittimo”. “Siamo fiduciosi e confidiamo nel successo delle prossime sperimentazioni – ha sottolineato Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia - la protezione delle coste del Mediterraneo passerà un giorno non troppo lontano dalla coltivazione della Posidonia oceanica“.

Porti: AP Genova, in prima linea per migliorare l’ambiente

Exploring Oceans: un universo blu da esplorare e amare!

E’ un tema molto importante quello della eco-compatibilità soprattutto in prospettiva di una riduzione della filiera” spiega Luigi Merlo, Presidente Autorità Portuale di Genova, in occasione di Port&ShippingTech, il forum internazionale sull’innovazione tecnologica per lo sviluppo competitivo e sostenibile del sistema logistico portuale e dello shipping.

Si può e si deve costruire una rete di porti virtuosi per preservare il nostro ambiente. Il forum è un evento importante perché permette di pensare alla portulità come elemento di innovazione grazie a tutta una serie di buone pratiche che si stanno già mettendo in campo“.

Genova – prosegue il Presidente – è in prima linea sempre più spesso d’esempio per gli altri porti, grazie a una serie di piani energetici a basso impatto ambientale già sperimentati e avviati“.

I dati di quest’anno – conclude Merlo – sono molto positivi per noi, soprattutto nel settore commerciale e in particolare delle materie prime. Ma non c’é dubbio che le attività sono condizionate dalla crisi internazionale e quella nazionale“.

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Occorre rilanciare la nostra economia e, un punto di partenza per la nostra città è il turismo“.

Anche quest’anno – conclude Merlo – Genova ha segnato il record di crocieristi. Abbiamo puntato molto su questo settore e i numeri, già negli ultimi due anni, ci hanno premiati. Anche l’unione con la società Porto Antico vuole puntare sul rilancio del turismo, per cercare di offrire sempre più attrazioni per i visitatori fino a rendere la città un polo rilevante per il turismo”.

Fonte: ANSA

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