L’Expo 2015 non è più cosi lontano. Operando nel turismo, come ormai sapete, mi ritrovo spesso coinvolta in incontri, conferenze stampa ed eventi legati proprio a questa grande esposizione universale che vedrà l’Italia protagonista. L’atteggiamento comune tra i colleghi giornalisti è quello di vivere questo evento come “l’ennesima occasione per fare una figuraccia”. Tutti a caccia dei lavori non terminati, degli impegni non mantenuti, degli accordi sotto banco, dei fallimenti di qualunque iniziativa e dei ritardi rispetto alle date promesse. “E’ la stampa bellezza!” direbbe Humphrey Bogart. Già, ma si può anche indossare gli occhiali dell’ottimismo e vederla in modo diverso. Nel corso della mia ultima conferenza stampa ho scoperto l’esistenza di un hashtag su Twitter fantastico: #expottimisti.
Quando l’ho saputo ho sorriso e mi si è aperto il cuore. “Allora c’è anche chi vede nell’Expo una vera opportunità!”. E’ stato li che ho deciso:
io sto con gli #expottimisti (Click to Tweet!)
Perché, secondo me, è tempo di smettere i panni dei disfattisti e indossare quelli di chi si sente un po’ orgoglioso del nostro essere italiani. Faccio outing: anche io da quando si è cominciato a parlare di questo evento – 9 anni fa – ho fatto commenti negativi in merito. Anche io sono rimasta vittima dell’atteggiamento perennemente critico della stampa. Poi qualcosa in me è cambiato, come ormai sapete, e soprattutto ho cominciato a guardare la città di Milano con occhi diversi.
E’ diventata una città europea. Non è più una mediocre cittadina provinciale ma il suo aspetto è cambiato a tal punto da farmi sentire in una città davvero cosmopolita. Io, che ero tra quelli che sostenevano non fossimo in grado di stare al passo con le altre sorelle d’Europa, ho cambiato idea. Non dico che ora vivo in una città perfetta – ammesso che ne esista una a tutti gli effetti – ma sicuramente in una città diversa da quella che esisteva 9 anni fa. E’ cambiato l’aspetto grazie ai nuovi quartieri e alle aree recuperate. E’ cambiata l’atmosfera perché tante sono le start up nate proprio con lo scopo di farsi notare in questo lungo percorso verso l’Expo 2015. Sono nati nuovi posti di lavoro e nuove opportunità, anche in un momento economico difficile come questo. Sono nate anche forme di collaborazione e partnership tra enti, amministrazioni e aziende. Unico obiettivo comune: Expo2015!
E quanti sono ancora i cambiamenti in arrivo per questo evento che porterà in Italia circa 20 milioni di turisti? Moltissimi. Da qui al 2020 si calcolano 191mila unità di lavoro impiegate di cui 102mila a Milano e provincia, 26mila in Lombardia e 62mila nel resto del paese. (studio realizzato da SDA Bocconi per conto di Expo Spa e Camera di Commercio di Milano). L’industria, i servizi alle imprese e il turismo accompagnato dalla ristorazione sono i comparti che saranno maggiormente coinvolti nell’impatto economico positivo dell’evento. Il giornalista a caccia della notizia sensazionale mi direbbe: si ma quante parole fuffa. Voglio proprio vedere cosa faranno e quanti saranno i turisti reali in arrivo. E poi scusa, cosa ne faranno di tutte le strutture e gli alberghi nati solo per supportare questo evento?” A loro dico: “si ma oggi che senso ha pensare a quel che sarà? Soprattutto perchè non fate due chiacchiere con giovani startupper che si ingegnano per una nuova realtà aziendale? E con i turisti che tornano a Milano dopo anni e la trovano diversa? E con gli agenti di viaggio bravi a creare dei tour in città?”. Per non citare il nobile tema: “Nutrire il pianeta.Energia per la vita”.
Io credo che se tutti ci sintonizzassimo su un esito positivo dell’Expo 2015 le cose andrebbero meglio. E’ legge d’attrazione anche questa. (Click to Tweet!)
Ci sono cose che non vanno? Sicuramente. Stiamo parlando di un evento di portata universale che coinvolge talmente tante realtà che nemmeno ne abbiamo idea e che comporta difficoltà che noi non immaginiamo. Se vogliamo vederci del “marcio” ovvio che lo si trova. Ma se vogliamo vederci un’opportunità si trova anche questa. E’ una questione di punti di vista.
Io ho deciso che sto con gli #expottimisti e credo nell’Expo2015. Credo, anche, che la mia città ne abbia beneficiato, che il mondo abbia le mire di arrivare in Italia per visitare un paese straordinario in cui crediamo sempre poco e credo che quel che sarà lo vedremo. Di sicuro qualcosa di bello sta accadendo.
Per questo ho deciso di scrivere a Giacomo Biraghi di Secolo Urbano, colui che ha ideato l’hashtag #expottimisti, chiedendogli un’intervista. Mi ha dato immediatamente la sua disponibilità, come ogni ottimista farebbe.
So…stay tuned!