Lo scorso 29 maggio a Milano, presso l’ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale) si è svolto un interessante incontro in preparazione all’Expo 2015 che, come ormai tutti sappiamo, sarà dedicato al cibo in senso ampio: quello che manca, quello che si spreca, quello che ci nutre e quello che ci avvelena (la rima e casuale).
Sul palco si sono succedute diverse personalità, e ognuna di esse ha detto la sua, sottolineando la personale attenzione verso il problema e quanto fatto fino a oggi per approfondirlo.
Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, oltre ai saluti, ha presentato Expo 2015 e si è augurato che possa diventare una vetrina di idee e progetti concretamente realizzabili per un cibo sano, prodotto in modo sostenibile, sufficiente per tutti. Con l’aumento del tenore di vita aumenta anche il consumo di cibo e, ahimè, la quantità di quello sprecato e gettato, una quantità che, se recuperata e utilizzata, sarebbe ampiamente sufficiente a sfamare tutte le persone, nel mondo, che invece non ne hanno abbastanza. Il sindaco ha concluso con alcune osservazione legate all’attualità locale, ma interessanti: la sua personale esperienza nelle mense scolastiche lo porta a dire che i bambini, anche piccoli, hanno già una buona educazione alimentare; inoltre a Milano, città metropolitana, si sono aperte associazioni che raccolgono il cibo avanzato e lo destinano a chi ne ha bisogno.
• Tutti devono avere uguale accesso al cibo
• La nutrizione infantile deve essere una priorità
• L’agricoltura deve seguire processi di sostenibilità e gestire le biodiversità
• I piccoli produttori devono essere sostenuti per poter incrementare produttività e reddito
• Ognuno deve sentire la responsabilità nella riduzione degli sprechi
Se la nutrizione è un fatto biologico, l’alimentazione è un fatto culturale e sociale.
Interviene poi Maurizio Martina, ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Il ministro sente come molto potenti i contenuti di Expo, in quanto la sicurezza alimentare e la salvaguardia dell’acqua pubblica rappresentano un grandissimo tema geopolitico. L’Italia, con la sua cultura dell’eccellenza nel cibo e non solo, è leader a livello mondiale per l’alta qualità dei prodotti e della tecnologia relativa.
La FAO è presente nella figura del direttore generale, José Graziano da Silva, che ha subito sottolineato lo squilibrio,a livello mondiale, tra chi non ha abbastanza cibo e chi, al contrario, soffre di problemi di obesità causata dalla malnutrizione. A oggi, 150 Paesi hanno aderito a Expo 2015, e questa occasione di incontro sarà importantissima per arrivare a un livellamento nella distribuzione e nella sicurezza del cibo. Oggi la malnutrizione è un fattore di oppressione , e la responsabilità alimentare, inclusa la sicurezza, riguarda sia la politica che l’educazione e la famiglia.
Segue l’intervento di Wolfgang Jamann, presidente della onlus Alliance 2015, che sostanzialmente non aggiunge nulla di nuovo o di diverso da quanto espresso fin’ora: l’Expo è una grande opportunità dalla quale ci si aspetta risultati concreti, l’alimentazione è anche un fattore culturale, il progetto Feeding the planet non significa solo dare da mangiare, ma istruzioni per una corretta alimentazione, un giusto stile di vita, un’alimentazione sostenibile, senza sprechi, non soggetta a speculazioni.
Secondo Petrini, il sistema alimentare globale non funziona, in quanto si continua a sprecare suolo e acqua, e a perdere molta biodiversità. La presenza di pochi mercati locali, nicchie che offrono prodotti biologici, di stagione, a chilometro zero, rappresenta una contraddizione, in quanto questi esempi dovrebbero essere la regola e non l’eccezione. Petrini indica quattro chiari punti su cui lavorare, per dare una vera anima a Expo 2015:
1. Expo deve essere una lotta senza quartiere nei confronti della fame, una fucina di idee in questa direzione. E non è corretto confondere i problemi della fame con quelli dell’obesità, in quanto solo i primi generano violenza. Oggi è vergognoso che si continui a morire di fame, e si può prendere esempio dal Brasile dove il presidente Lula, in pochi anni ha quasi risolto il problema.
2. Si deve difendere con forza la biodiversità, di cui si è perso circa il 70% nel secolo scorso. Expo deve essere un’occasione di incontro e diffusione delle biodiversità locale, con spazio per i piccoli produttori e aziende famigliari. Anche queste realtà devono diventare la regola e non l’eccezione.
3. Dopo gli scandali emersi da Expo 2015, la trasparenza diventa un valore fondamentale
4. Il Governo deve impegnarsi a promulgare una legge per la protezione del suolo agricoli: con la perdita di suolo, perdiamo sovranità alimentare.
Carlo Petrini è salutato da un meritatissimo e caloroso applauso. Grazie al suo intervento, il panorama su Expo si è ribaltato, e la speranza è che qualcosa di concreto possa nascere da qui.
Chiude l’incontro il Ministro degli Affari Esteri Federica Mogherini, che con misura, ma in modo efficace, si impegna a fare tesoro dei suggerimenti raccolti, per ripensare a come ci relazioniamo con il pianeta. Del resto, non è solo nostro dovere, è nostro interesse.
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