Il libro di cui vi parlo oggi è Expo 58 di Jonathan Coe edito da Feltrinelli. Speravo di non dover mai scrivere una recensione negativa. Ho quasi sempre letto libri che mi hanno soddisfatto a pieno, o per i personaggi o per la trama. Il libro di Coe ha lasciato in me solo perplessità: personaggi insipidi (il protagonista Thomas Foley è il classico uomo medio), trama "tiepida". Credo che il suo intento fosse quello di scrivere una spy story in onore di Ian Fleming e del suo più famoso eroe (nel libro Foley è un avido lettore delle avventure di James Bond). Ci ho impiegato quasi tra settimane per finirlo di leggere e più di una volta sono stata sul punto di abbandonare la lettura. Nella speranza che accadesse qualcosa che mi coinvolgesse sono andata avanti e l'unica nota positiva che ho trovato è stata la città di ambientazione (Bruxelles) e l'evento che poi da il titolo all'opera, l'Esposizione Universale Internazionale del 1958.
Editore Feltrinelli
Collana I narratori
Prezzo € 17,00 (ebook € 9,99)
Pagine 280
ISBN-13 9788807030550
Traduttore D. Vezzoli
La trama:
Londra, 1958. Thomas e’ un uomo tranquillo, di trent’anni, con moglie e figlioletta appena nata, che lavora in uno degli uffici inglesi per la Propaganda, il Central Office of Information e si ritrova coinvolto nell’organizzazione dell’evento del secolo: l’Expo Internazionale di Bruxelles, come supervisore del pub Britannia, creato ex novo nel parco espositivo per portare, oltre alla tecnologia e all’innovazione inglese, anche un po’ del suo spirito piu’ tradizionale.Improvvisamente si trova catapultato in una situazione davvero straordinaria: lontano dalla famiglia, in mezzo a una scoppiettante comunita’ internazionale giovane e cosmopolita, si lascia trascinare da una parte in un’ amicizia amorosa con Anneke, un’hostess belga in un’improbabile quanto non chiara spy story, che coinvolge una pletora di personaggi brillanti: editori russi, scienziati inglesi, due loschi figuri dei servizi segreti di Sua Maesta’ e un’attrice americana che interpreta la perfetta casalinga e che ha il Britannia al suo centro.
L'autore:
Jonathan Coe è uno scrittore inglese. Ha svolto molte attività: insegnante di Poesia Inglese all'università di Warwick, musicista semiprofessionista, correttore di bozze, giornalista e scrittore freelance. E' considerato uno dei più promettenti talenti narrativi inglesi e si distingue per l'originalità dei suoi racconti e l'acuto spirito contro le contraddizioni della società inglese.
È stato autore di biografie: di Humphrey Bogart e di James Stewart (pubblicate in Italia da Gremese editore).
Ha scritto i romanzi: La famiglia Winshaw (1995), Questa notte mi ha aperto gli occhi (1996), La casa del sonno (1998), L'amore non guasta (2000), La banda dei brocchi (2002), Donna per caso (1985-2003), Caro Bogart (2009), I terribili segreti di Maxwell Sim (Feltrinelli 2010), Come un furioso elefante. La vita di B. S. Johnson in 160 frammenti (Feltrinelli 2011).
La recensione:
Thomas Foley è il classico uomo medio. Sposato con Silvia, donna di qualche anno più grande di lui, trascorre le sue giornate dividendosi tra il lavoro di copyright e la famiglia. Il suo equilibrio vacilla quando i suoi superiori lo inviano a Bruxelles in occasione dell'Esposizione Internazionale Universale del 1958, primo evento di portata internazionale dopo la Grande Guerra. Il suo compito è quello di dirigere e supervisionare, solo perchè il padre anni prima aveva gestito un pub, il Britannia, fiore all'occhiello della Gran Bretagna durante l'Expo. Questo, però, è solo un pretesto perchè si ritroverà coinvolto in una serie di vicende, a volte anche paradossali: Foley è solo una pedina e gli eventi che gli capitano non sono una casualità.
I presupposti per essere un bel romanzo forse ci sono pure, ma poi le vicende scadono nel banale e scontato. Tutto quello che si immagina possa accadere si verifica. Anche lo stile di Coe è scontato: l'intero romanzo è pervaso dal tipico humour inglese (credo che l'apoteosi si raggiunga quando afferma che il padiglione americano è posizionato accanto a quello sovietico, trovandosi in piena Guerra Fredda).
Avrei dato maggior rilievo alla storia tra Foley e l'hostess belga Anneke: qualcosa accade ma non come ci si aspetta (forse è l'unica componente che può sorprendere il lettore). Poteva essere una buona occasione per scuotere il personaggio dal suo torpore e fargli provare una forma di sentimento che per tutto il romanzo non prova.
In definitiva Expo 58 non lo consiglierei. Bocciato!