Nel corso dei secoli si è assistito spesso al massacro di artisti, filosofi, pensatori, scrittori, scienziati e attivisti, condannati a morte per aver diffuso le loro idee con forza e coerenza, per aver portato avanti le loro battaglie personali contro una società che le censurava con violenza. A partire da questa drammatica constatazione la mostra “Svestiti di carne” cerca di rappresentare alcuni di questi celebri personaggi attraverso il linguaggio pittorico, conferendo una dimensione artistica ai tragici avvenimenti della storia (anche recente). Così Antonello Morsillo, artista italiano che vive e lavora a Roma, ha deciso di concentrare la sua produzione più recente sulla storia di questi celebri scomparsi, facendo della sua ultima mostra un omaggio al pensiero “controcorrente” , una condanna alla libertà negata.
Morsillo è nato nel sud Italia (a Foggia) e fin dall’adolescenza si interessa all’illustrazione, realizzando personaggi per cartoni animati. Alcuni anni più tardi, a Roma, si diploma in grafica pubblicitaria, disegno e pittura e realizza la sua prima mostra personale con la pubblicazione di un catalogo nel 2002. Per quattro anni Morsillo lavora con la SonyBmg e quest’esperienza gli permette di affermarsi definitivamente come illustratore grazie alla realizzazione di copertine di dischi per cantanti molto popolari in Italia (Milva, Patty Pravo, Luigi Tenco).
Ma è con la mostra “Svestiti di carne” che Morsillo conquista una nuova tappa nella sua crescita artistica, unendo l’illustrazione alla pittura e ad una profonda indagine teorica. In questo modo realizza un percorso pittorico e concettuale che ci porta a conoscere da vicino le uccisioni di Federico García Lorca, Giordano Bruno, Sophie Scholl, Matthew Shepard, Gandhi e molti altri. Morsillo sceglie Ipazia, matematica, astronoma e filosofa dell’antica Grecia che venne letteralmente fatta a pezzi da un gruppo di cristiani, e la rappresenta incinta, come madre della scienza. Troviamo anche Pier Paolo Pasolini, il regista cinematografico e scrittore italiano assassinato nel 1975 da un “ragazzo di vita” e rappresentato con le braccia aperte, come simulando un volo dalla sua “crocefissione”.
Ci sono poi Giordano Bruno, che nel dipinto è senza bocca, al suo posto solo alcuni leggeri segni sembrano restituirgli lentamente la parola, e Sophie Scholl (dirigente e attivista del movimento anti-nazista “Rosa Bianca”) rappresentata con una rosa bianca in bocca, legata da un filo di spine che la condanna al silenzio. La mostra potrà essere visitata fino al 17 febbraio presso la Biblioteca Rodari, in via Francesco Tovaglieri 237/a (00169).
L’orario d’apertura è dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19, il sabato dalle 9 alle 13:30 (giorno di chiusura:domenica). Troverete maggiori informazioni alla pagina: www.artribune.com/dettaglio/?type=event&id=7619
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Tradotto da: PriContattami
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