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Eyes Wide Shut

Creato il 06 dicembre 2014 da Fabio Buccolini

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Dunque, non credo sia necessario che vi presenti Stanley Kubrik, né le opere che ha realizzato, perché chiunque, anche solo lontanamente fan del cinema, ha di sicuro visto qualcosa fatto da lui.
Quando si parla di Kubrik in genere si fa riferimento al periodo “dopo Kirk Douglas”, ovvero quando non era più alle dipendenze dell’attore (il quale era anche produttore dei suoi film), e ha potuto così sviluppare ed esprimere tutto il suo talento.
“Eyes wide shut” è a mio avviso una delle sue opere più grandi e più belle, l’ultimo film prima della sua morte, avvenuta prematuramente all’età di 70 anni.
Questa recensione contiene inevitabilmente spoiler della trama.
Ispirato al romanzo “Doppia personalità” dello scrittore Arthur Schnitzler, è ambientato a New York negli anni Novanta, e ha per protagonisti Tom Cruise (medico) e Nicole Kidman, Bill e Alice, marito e moglie (sia nel film che nella vita), alle prese con le difficoltà di coppia; il loro rapporto è insidiato dall’attrazione carnale provata per altre persone, e una notte, sotto l’effetto della cannabis, vanno in crisi, lui se ne va per via di una chiamata della figlia di un suo paziente appena deceduto, e nella notte che seguirà vivrà delle esperienze, alcune piacevoli e altre sconvolgenti, che si ripercuoteranno inevitabilmente sulle loro vite.
Inutile che stia a soffermarmi sulla tecnica registica e la potenza delle immagini del film, poiché da “2001: Odissea nello spazio” in poi ci troviamo di fronte a film praticamente perfetti, piuttosto voglio parlarvi dei molteplici significati e delle critiche mosse da questo film (il titolo ne è un chiaro indizio: “Eyes wide shut”, occhi aperti chiusi, riferito ai protagonisti, ma in genere a chiunque, che avere gli occhi aperti non basta per vedere realmente la natura delle cose), potente ma controverso (e non mi riferisco alle scene di nudo, perché al giorno d’oggi fanno praticamente ridere, ma ai temi trattati).
E’ lampante anzitutto la critica rivolta alla famiglia, intesa come istituzione imposta dalla società, e quindi dal mondo civilizzato: l’uomo non è fatto per la monogamia, poiché essa è soltanto un dogma, e sia le confessioni di lei (Nicole Kidman) al marito, sul fatto che si era invaghita perdutamente di un ufficiale della marina durante una vacanza dopo sposati, e che non avrebbe esitato in quell’occasione a tradirlo e a lasciarsi tutto alle spalle (e più in là, nella notte, mentre dorme, sogna di avere un rapporto con lui e con molti altri uomini insieme, mentre suo marito guarda impotente), sia il comportamento di lui dopo aver sentito le sue confessioni, quando decide di andare con una escort, per poi ripensarci, ma il giorno dopo ci ripensa nuovamente, e si ferma solo dopo aver saputo che l’amica della ragazza con cui sta per avere un rapporto ha contratto l’HIV, testimoniano tutto ciò.
L’attrazione sessuale e la passione carnale sono un bisogno fisiologico di tutte le specie animali, perché mai l’Homo Sapiens (l’animale intellettualmente più sviluppato) dovrebbe fare eccezione?
La razionalità soccombe davanti alla pulsione fisica, e la moralità non vale per la specie, ma per il singolo individuo, e ognuno è responsabile delle proprie scelte, che siano l’abbandono della famiglia per scappare con un altro uomo, o far prostituire la propria figlia per soldi (come nel caso del proprietario del negozio di costumi), oppure essere al di sopra di tutto ciò, mirando unicamente al potere.
E proprio quest’ultimo punto introduce il tema più forte trattato da questo film, un tema scomodo, che fa paura: la massoneria, un problema attuale, che dura da secoli.
Bill, nella notte in cui la moglie gli confessa i suoi segreti, in un locale viene a sapere da un suo amico (un musicista) l’esistenza di una setta alla quale lo stesso deve andare a suonare, dove si va mascherati, con strani rituali e donne nude e bellissime, e si fa dare la parola d’ordine per poter partecipare: FIDELIO (che significa fedele, gran colpo di classe del regista).
La setta che viene mostrata nel film è di tipo esoterico, la quale fine di ogni rito è sempre e comunque un’orgia tra i partecipanti, che sono gli adepti, ma in qualunque tipo di setta, sia essa esoterica, satanica, politica, ci sono sempre un gruppo di persone a capo, persone potenti, le quali, come nel caso delle sette sataniche, utilizzano il sesso perché nell’atto sessuale la mente dell’individuo è facilmente manipolabile, e facendo così ottengono il controllo, il consenso, il potere.
E’ sempre al potere che mirano i capi, allargando di volta in volta la cerchia di adepti, la bufala del satanismo e dei sacrifici è stata inventata per tenere lontana la popolazione dalla verità e dal reale scopo: in genere gli adepti, che vengono reclutati, vogliono solo sesso, tra adulti, che siano uomini e donne, o persone dello stesso genere, oppure con ragazzini, e in cambio offrono fedeltà ai capi; nel caso delle sette sataniche ci sono quasi sempre bambini e pedofili di mezzo, e quasi sempre i bambini devono essere uccisi per non far raccontare loro quello che hanno vissuto; non è un caso che i colpevoli non vengano puniti, perché protetti da gente molto in alto, nonostante le numerose testimonianze di persone ora adulte che hanno subito varie sevizie.
A testimonianza del fatto che tutto è controllato da gente molto potente è l’amico di Bill, Victor (Sidney Pollack), un milionario, che all’inizio del film dà una festa alla quale partecipano Bill e Alice, e che il giorno dopo che il nostro medico viene lasciato andare dalla setta nonostante sia stato scoperto, lo convoca a casa sua, e gli dice: “Io c’ero, ero lì”, rivelandogli anche che quelli che ne fanno parte sono persone che contano (“Se io ti dicessi i loro nomi, e non te li dico, non dormiresti più tranquillo”); ma alla fine Victor vuole rassicurarlo, e gli racconta che ciò che ha visto è stata tutta una scena organizzata ad arte per mettergli paura, poiché in questo modo non avrebbe raccontato niente a nessuno, ma Bill non gli crede, dal momento che la ragazza che si è “sacrificata” per salvarlo è stata trovata morta nel suo appartamento (“Victor, c’è qualcosa che non mi torna, quale scherzo finisce con una persona che muore per davvero?”), ma il milionario prova a convincerlo che sia morta accidentalmente per overdose, visto che all’inizio del film il nostro medico già l’aveva soccorsa a causa della cocaina; di lì a poco, quando Bill torna nuovamente a casa, trova sul suo cuscino la maschera indossata per partecipare alla cerimonia massonica, segno che non è stata una finzione, e in lacrime racconta tutto alla moglie.
Dopo tutto ciò che hanno vissuto e confessato, la loro famiglia non sarà più come prima, ogni azione provoca delle conseguenze, e nessun sogno è mai soltanto un sogno.
Il realismo e la tensione sviluppata dal film sono quasi tangibili, così come è tangibile la paranoia (o forse non lo è) del protagonista principale, lo spettatore è portato a non staccare mai gli occhi dalla schermo con il proseguire del film, man mano che si sviluppa la vicenda, al punto che, nonostante la durata (circa 2 ore e mezzo) quando termina si ha quasi la necessità di voler proseguire nella visione, per svelare fino in fondo gli arcani.
Molto convincente la prova di Tom Cruise, così come quella di Sidney Pollack, straordinaria Nicole Kidman, e per quanto riguarda il regista…..beh, che ve lo dico a fare, lui è STANLEY KUBRIK.

EDOARDO ROMANELLA



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