#eZagreb e l’Esperienza di un Lettore Social: Quando il Digitale Fa Paura

Da Arturo Robertazzi - @artnite @ArtNite

Esattamente un anno fa, al salone del libro di Torino 2012, uscì eZagreb, la versione digitale arricchita del mio primo romanzo, Zagreb. Nei mesi precedenti all’uscita, mi impegnai a promuovere il romanzo, spiegando cosa fosse e quali scopi avesse “eZagreb, il romanzo digitale“.

In quel periodo frenetico, ebbi uno scambio di tweet divergenti sul digitale con un lettore e follower, Antonio Graniero. Tanto che Antonio smise di seguirmi e addirittura di usare Twitter. Qualche settimana fa Antonio mi ha inviato una sorta di lettera aperta in cui racconta il processo che lo ha portato a cambiare idea su eZagreb e sul digitale.

Ho deciso solo oggi di pubblicare la lettera di Antonio Graniero perché credo sia importante discutere dei “rischi del digitale” all‘incontro di venerdì prossimo 17 maggio al salone del libro in cui, insieme ad eFFe, Vanni Santoni, Gregorio Magini e Valentina Manchia, parleremo di come si progetta un romanzo digitale.

Prima di riportare qui su Scrittore Computazionale la sua testimonianza, però, devo fare un mea culpa: guardandomi indietro ai mesi di “promozione” di eZagreb, credo di aver affrontato la questione dell’editoria digitale con troppa veemenza, spaventando, quasi, alcuni lettori.

La testimonianza di Antonio mi ha dato l’occasione di guardare in faccia ad alcuni miei errori e, cosa forse più importante, è, credo, educativo per per tutti leggere l’esperienza di un lettore social che si è sentito minacciato dal digitale, e che, anche grazie alla lettura del mio eZagreb (e alle Lezioni Americane di Calvino), ha scoperto che non c’è nulla di spaventoso nell’evoluzione digitale a cui stiamo assistendo.

La lettera di Antonio Graniero

Poco meno di un anno fa, iniziava il #SalTo12. Poco meno di un anno fa, mi affacciavo con frequenza alla finestra di Twitter facendone un uso veramente “social”. Bene, quell’evento fu il primo che seguii con attenzione, in streaming, e attraverso le molteplici voci-tweet.

Si parlò di eBook e digitale, quindi anche di eZagreb. Quella minuscola “e” mi rimandava a qualcosa di interattivo, a qualcosa di altro. E come si è soliti fare in questi casi, il mio migliore amico Google mi venne in aiuto riportandomi direttamente al blog dell’autore, Arturo Robertazzi – @ArtNite, sul quale egli stesso spiegava la novità del suo prodotto.

Un racconto inedito, misto a qualcosa di puramente interattivo: il lettore esce ed entra da eZagreb come e quando vuole. E’ un lettore attivo, che fa ricerche, che si informa e che dal mondo di Zagreb, come una catena, visita con spiccata curiosità altri mondi connessi.

“No, una cosa del genere non è possibile!” pensai, ma in realtà non ero in disaccordo su eZagreb in genere, ma piuttosto con @ArtNite, il quale, con una serie di tweet, difendeva a spada tratta il mondo degli eBook e del digitale.

Com’è possibile un passaggio simile?

Non ero un feticista del libro, né ero convertito al kindlesimo. Quello che veniva fuori – o meglio: quello che riuscivo a capire dai cinguetti di Art – era uno tsunami irrefrenabile, un qualcosa che c’avrebbe investiti tutti e per di più inaspettatamente. Insomma, avevo bisogno di difendermi, di indossare il giubbotto di salvataggio. In realtà il mio scetticismo veniva dalla parziale ignoranza che avevo nei confronti del cambiamento eBookiano. Addio streaming, defollow immediato per @ArtNite, uscita d’account di Twitter.

Niente! Non mi andava di leggere/seguire chi non la pensava come me.

Arriva l’estate, e con essa arrivano le “Lezioni americane” di Calvino (che con entusiasmo ho letto in due ore di notte), arriva la mia assiduità a Twitter grazie al quale riesco a comprendere come il mondo va veloce, e come tanti altri, non solo quell’ormai rimosso @ArtNite, pensano che, con elevate probabilità, il futuro del libro sia rinchiuso in un rettangolo, leggero, rapido, molteplice.

Ce n’è voluto di tempo perché arrivassi a capire queste cose, e soprattutto perché arrivassi ad apprezzare eZagreb e il suo autore.

Cosa penso oggi di eZagreb?

Che è un colpo di genio. Che sposa bene il paradosso “l’uomo non ha tempo (per leggere) nonostante non abbia lavoro”. E’ un’impronta del nostro passaggio in questo tempo. E’ presente e passato insieme, e futuro anche.

Arturo non è altro che il padrone di casa più cortese, che ti invita nel suo racconto e ti dice: “fa’ come se stessi a casa tua, questo è tutto quello di cui hai bisogno”, ed ecco i link, ed ecco i rimandi, ed ecco l’uscita e l’entrata da Zagreb. Dopo aver assaggiato questo pasto, potremmo dire di essere sazi. Magari gli chiederemo la ricetta, così inizieremo tutti ad imitare.



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