Immenso.
Tra brividi, lacrime e vita.
E’ Ezio Bosso, pianista, compositore e direttore d’orchestra che tutto il mondo conosce e ammira.
E che ieri sera ho imparato ad apprezzare anch’io.
E’ arrivato sul palco dell’Ariston con la sua sedia a rotelle e il suo sorriso.
Lui che, affetto da Sla, risponde alla debolezza del corpo con forza di volontà ed entusiasmo.
“Perché la musica è magia. Per questo motivo i direttori hanno la bacchetta”, ha commentato felice.
Tranne lui, che della bacchetta non ha bisogno, che è magico di suo.
E’ arrivato, e in pochi istanti ci ha trasportato oltre: oltre i piccoli drammi di ogni giorno, oltre la routine, oltre le seccature di una quotidianità che non è mai come la vorremmo.
Si è seduto al piano, la malattia è svanita ed è rimasto l’incanto della musica.
Di più. Ezio Bosso non si è limitato a suonare: ci ha raccontato la meraviglia della vita. Con intensità e passione.
Perché se la salute, il lavoro, l’amore, la famiglia e l’amicizia sono fondamentali, è la passione che riesce a dare un senso alle nostre esistenze e a trasformarle in pura energia.
La standing ovation è meritata, al musicista ma soprattutto all’uomo.
Che ha concluso la sua performance spiegandoci che “la musica, come la vita, si può fare solo in un modo… insieme”.
Da ricordare, sempre.