11/06/2011
Ezio Gribaudo. Viaggi della memoria.
La mostra "Ezio Gribaudo. Viaggi della mlemoria. Mirò, savinio, de Chirico, Fontana, la Biennale di venezia del 1966 e i Teatri senza tempo", curata da Stefano Cecchetto e Maurizio Vanni, inaugurata il 10 giugno presso il Lu.C.C.A. Lucca Center of Contemporary Art resta aperta al pubblico fino al 28 agosto 2011. L'esposizione, in una sorta di viaggio alla scoperta dell'uomo e dell’artista, racconta il personale percorso di Gribaudo partendo dalle opere dei primi anni sessanta, la serie dei Flani e il Diario di New York passando poi per i Logogrifi fino ad arrivare ai Teatri della memoria, tuttora in progress. Ma essa offre anche l’occasione per mettere in luce gli incontri avuti da Gribaudo con i protagonisti del mondo artistico internazionale con i quali ha realizzato importanti libri d’arte e dei quali ha collezionato le opere. Ezio Gribaudo è stato artista, editore, collezionista, operatore culturale, collega e amico degli artisti. Una figura anomala nel panorama artistico del Novecento italiano che è riuscito ad intravedere, laddove alcuni vedevano solo scarti tipografici, degli stimoli per poter creare, attraverso una proposta seriale, delle opere uniche e originali. L'inizio del suo viaggio è datato 1959, anno in cui accetterà la direzione delle Edizioni d'Arte Fratelli Pozzo e che segnerà il suo percorso artistico e umano. Gribaudo idea una collana d'arte nella quale riesce a far convergere i nomi più all’avanguardia dell’arte e della critica di quel tempo. Da qui cominciano gli incontri e le frequentazioni con artisti quali Henry Moore, Lucio Fontana, Giorgio de Chirico, Hans Hartung, Antoni Tápies, Jean Dubuffet, Renato Guttuso, Pierre Alechinsky, Joan Miró, Asger Jorn, Francis Bacon, solo per citarne alcuni. Gribaudo propone di mettere a nudo l’opera d’arte, di spogliarla da ogni sovrastruttura e dai valori simbolici forzati per ridare valore al materiale, a quella carta in grado di respirare e di vivere nella consapevolezza di essere portatrice sana di segni”. Proprio queste opere lo consacrarono alla Biennale di Venezia del 1966, dove vinse il Premio per la grafica, e da dove decolla definitivamente la sua carriera artistica. La mostra ripercorre dunque le tappe più importanti del suo percorso artistico – i luoghi personali della memoria – attraverso più di 50 lavori, comprese alcune sculture, a cui si aggiungono circa 25 opere della sua collezione: da Joan Miró ad Alberto Savinio, Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Pierre Alechinsky, Karel Appel, Asger Jorn, Jean Dubuffet, Hans Hartung, Henry Moore, Antoni Tápies. Insieme alle opere di questi artisti sono visibili le testimonianze fotografiche che ne documentano il rapporto con Gribaudo, e le famose monografie ad essi dedicate in veste di editore d’arte, prima direttore delle Edizioni d’Arte della Fratelli Pozzo a Torino, poi delle collezioni d’arte della Fratelli Fabbri Editori. Le sue opere più conosciute sono i Logogrifi, rilievi su carta buvard bianco su bianco che gli hanno dato la notorietà, ma Gribaudo è uno sperimentatore e ha sempre alimentato il suo lavoro anche attraverso l’incontro con culture diverse. Molte sue opere sono appunti di viaggio in cui coesistono tradizione e avanguardia. Per ulteriori informazioni: addetta stampa Lu.C.C.A. [email protected]