Ezra Pound a Spoleto,1968
Ezra Pound tradotto da Paolo Statuti
Lo zingaro
“Est-ce que vous avez vu des autres-des camarades-avec des singes ou des ours?”
Uno zingaro smarrito-A.D. 1912
Il cammino volgeva al termine, quando chiese:
“Ha visto altri, qualcuno dei nostri
Con orsi o scimmie?”
– Un uomo bruno robusto
Non simile ai meticci,
sull’umida strada presso Clermont.
Arrivò il vento, e la pioggia,
E la nebbia si coagulò sugli alberi nella valle,
E io avevo già fatto molta strada,
grigia Arles e Beaucaire,
E lui aveva chiesto, “Ha visto qualcuno dei nostri?”
Io ne avevo visti tanti dei loro…
già da Rodez,
Che tornavano dalla fiera
di san Giovanni,
Con i carri, ma nessuno con una scimmia o un orso.
L’isola sul lago
O Dio, o Venere, o Mercurio, patrono dei ladri,
Datemi a tempo debito, vi supplico, una piccola tabaccheria,
Con piccole scatole lucide
bene allineate sui ripiani
E il fragrante cavendish sfuso
e lo shag,
E il chiaro Virginia
sfuso sotto il chiaro vetro,
E una bilancia
non troppo unta,
E qualche donnina che entra per chiacchierare,
E per aggiustarsi i capelli.
O Dio, o Venere, o Mercurio, patrono dei ladri,
Prestatemi una piccola tabaccheria,
o trovatemi un’altra professione,
Risparmiatemi questo dannato mestiere di scrittore,
in cui bisogna sempre spremersi il cervello.
ERAT HORA
“Grazie, qualunque cosa accada”. Allora lei si voltò,
E come un raggio di sole sui fiori sospesi
Sparisce quando il vento li spinge di lato,
Si allontanò in fretta. Ma, qualunque cosa accada
Un’ora fu piena di sole e i sommi dei
Non avevano niente di cui vantarsi di più
Dell’aver guardato come quest’ora è passata.
Ortus
Come ho partorito?
Ho partorito
Per far nascere la sua anima,
Per dare a questi elementi un nome e un centro!
Essa è bella come la luce del sole, e come un nettare.
Essa non ha nome, non ha un posto.
Come ho partorito per separare la sua anima,
Per darle un nome e l’esistenza!
Certo sei legata e avviluppata,
Tu sei intrecciata con gli elementi non nati;
Io ho amato una corrente e un’ombra.
Io ti supplico, entra nella tua vita.
Ti supplico, impara a dire “io”
Quando t’interrogo:
Perché tu non sei una parte, ma un tutto;
Non una porzione, ma un’esistenza.
Francesca
Sei giunta uscendo dalla notte
E c’erano fiori nelle tue mani,
Ora uscirai da una confusione di gente,
Da un tumulto di voci che parlano di te.
Io che ti ho vista tra le cose primarie
Ero infuriato quando pronunciavano il tuo nome
In luoghi ordinari.
Io vorrei che fresche onde solcassero la mia mente,
E che il mondo si seccasse come foglia morta,
O come semi di tarassaco fossi spazzato via,
Così che io ti possa di nuovo trovare,
Sola.
(C) by Paolo Statuti