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F come "fichi", F come "fortuna"

Da Marisnew
Cara Lilli,

stamattina ho mangiato un buonissimo fico maturo e dolce. Era un sacco di tempo che non lo facevo, almeno tre anni credo. Incredibile, ma vero.


Mi è piaciuto riassaporare quel gusto speciale. E poi...ecco scattare qualcosa nella mente e poi subito nel cuore (perchè è quello il vero luogo dei ricordi).
I sapori, gli odori...hanno evocato altri tempi, stagioni passate, scenari assolati, terra rossiccia e assetata, sentieri un pò scoscesi che dalla collina portano al mare...
Delle tre estati trascorse in vacanza a Diamante (CS) con la mia famiglia quando ero solo una ragazzina delle scuole medie ho tanti ricordi di amici, mare azzurro, spiaggie di sassi, caldo bruciante, musica dance anni '80. 
Ma stamattina il ricordo che ha preso il sopravvento è stato quello del percorso che dalla casa presa in affitto un pò fuori dal centro abitato (sempre la stessa per tutti e tre gli anni) dovevamo fare per scendere al mare: si attraversava il podere della proprietaria della casa, un pò brullo, ma comunque a tratti coltivato e il passaggio più atteso da me e mio fratello era quello tra gli alberi di fico. In luglio e agosto (due mesi di vacanza, si....il vantaggio di avere due genitori insegnanti!) maturavano a ripetizione i frutti gustosi e noi addolcivamo la discesa dell'andata o la salita del ritorno cogliendone alcuni e mangiandoli avidamente, con una soddisfazione mai più provata in altri luoghi e in altre circostanze.

Sono stata fortunata, Lilli. Ho potuto godere di un'infanzia e di un'adolescenza spensierate e ricche di affetto, di gioie semplici e vere.

F come "fichi" ed F come "fortuna", no? 


Anche se a dire il vero la fortuna ha avuto due complici d'eccezione: non smetterò mai di ringraziare i miei genitori, anche adesso che non ci sono più, per questo bagaglio di ricordi meravigliosi che mi porto dentro il cuore e che loro hanno reso possibili.

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