Alessandro FranceseF1Sport.it
03 ottobre 2014 – L’addio di Fernando Alonso alla Ferrari non è ancora notizia ufficiale ma, data la freddezza con cui Sergio Marchionne ha commentato i rumors dal salone di Parigi, i titoli di coda su questa love story travagliata sembrano inevitabili.
Se è vero che l’apporto dato dallo spagnolo alla Ferrari è stato sempre inappuntabile, bisogna comprendere che quella in corso a Maranello è una rivoluzione che non ha precedenti. Fernando Alonso è stato il centro di un progetto nato nel 2010 e ormai naufragato. Certo non per colpa del pilota, ma per colpa di una squadra che non ha saputo dargli una macchina vincente.
Perso Domenicali, persi un nutrito numero di uomini, perso Luca Cordero di Montezemolo alla guida dell’azienda, ora Alonso è rimasto solo. Non avrebbe senso continuare per la Ferrari un rapporto lavorativo con un pilota scontento che negli anni ha accumulato rabbia e scoramento alla guida di una monoposto poche volte competitiva, certamente migliorabile, ma difficilmente leader già nella prossima stagione.
Il punto sta proprio qui. La Ferrari deve risorgere dalle proprie ceneri magari utilizzando un giovane pilota francese prodotto in casa ripercorrendo le orme del fenomeno Massa (ottimo fino al 2008) o affidandosi all’esperienza di chi è ancora giovane ma già più volte iridato e che può attendere con un po’ di pazienza in più, consapevole che un giorno un mondiale in rosso potrà consegnarlo alla storia come l’erede del pilota Ferrari più amato e vincente di sempre.
F1 | Ferrari e Alonso, i perchè di un divorzio inevitabileF1Sport.it - F1 Formula 1 F1 Tecnica F1 News Team Analisi