21 ottobre 2015 – La Ferrari pare essere sulla via giusta per risolvere definitivamente uno dei più grandi problemi che attanagliavano Maranello fino a pochi mesi fa: la galleria del vento.
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di Francesco Svelto Segui @f_svelto
Alla vigilia del GP degli Stati Uniti, gli aggiornamenti della Ferrari non si fermano, anzi continuano. Sebbene il mondiale 2015 sia praticamente in archivio, con la Mercedes e il suo Hammer che hanno fatto man bassa anche quest’anno, per la Rossa questa stagione è stata tutt’altro che negativa. Lo dimostra il fatto che a quattro gare dal termine l’evoluzione dell’attuale challenger, la SF15-T, è ben lungi dall’essersi arrestata.
A Maranello ci si poteva aspettare uno switch di effort già dopo l’Ungheria, per esempio, quando Vettel fu protagonista del secondo sigillo stagionale, ma cosi non è stato. Il raggiungimento dell’obiettivo minimo stagionale (quelle due/tre vittorie annunciate dalla nuova dirigenza un anno fa) è stato l’input per spingere ancor di più l’acceleratore sui progetti evolutivi della vettura attuale. Il tutto proprio per cercare di portare in pista quanti più aggiornamenti possibili che magari potrebbero vedersi sulla prima versione della vettura del prossimo anno, magari proprio quella dei test pre-stagionali.
Al di la delle festose dichiarazioni di Allison post GP di Russia, nelle quali il DT di Maranello sosteneva di “aver dimezzato il distacco dalle Mercedes rispetto all’inizio stagione” (si dovrebbe tener conto, però, di tutte le volte che la Mercedes gira in modalità “gestione” e quindi senza spingere al massimo), è un dato di fatto che gli aggiornamenti apportati alla galleria del vento Ferrari funzionano. Tali strumenti sono i principali responsabili dell’evoluzione telaistica di una vettura durante il corso della stagione; il fatto che la Ferrari dopo Budapest abbia portato un’ala anteriore, un sottoscocca ed alcuni aggiornamenti nel retro della macchina e che tutti insieme abbiano funzionato, è solo una conferma che il lavoro svolto per l’ammodernamento dell’impianto sta iniziando a dare i suoi frutti.
E questo non può fare altro che ben sperare per il 2016 quando – magari senza volare bassi – si esternerà di voler essere competitivi per la lotta all’iride.
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