16 novembre 2015 – In Brasile Rosberg conferma la vittoria del Messico. Per lui un altro week end da campione; pole, vittoria e dominio in gara. Certo vincere le gare a mondiale già assegnato vale solo per le statistiche ma finire l’anno in crescendo per Rosberg è l’unico modo di riconquistare in Mercedes dignità sportiva e stima.

In questo 2015 non c’è stata storia con il compagno di squadra tanto che il mondiale è ufficialmente di Hamilton già da due GP. Rosberg non è mai riuscito ad impensierire il britannico, poco cattivo nei corpo a corpo e sempre secondo in qualifica. Da Austin l’aria è però cambiata. Rosberg è tornato ad essere veloce soprattutto in qualifica e dal Messico è tornato riuscire nell’impresa per lui complessa, battere il compahno Hamilton.
Per Nico il mondiale non è finito. Ne sta correndo uno tutto suo e nascosto il cui premio finale è la stima del Team Mercedes. Si è vero Hamilton sarà sicuramente appagato dal titolo mondiale ma non ha mai dato l’impressione di rendere le armi. I suoi atteggiamenti da star, davvero poco eleganti come non presentarsi alle foto post qualifica, sicuramente non piacciono a Mercedes così come il suo girovagare per il globo conducendo una vita da rock star più che da pilota. E a questo si aggiungono le dichiarazioni da piagnisteo fatte sul podio di Interlagos rivolte alla Mercedes, che aggravano la situazione.

Dalla sua ha ancora Abu Dhabi per far vedere che lui c’è, che è stanco di arrivare secondo, che un profilo più basso ed umile forse è l’atteggiamento più gradito dal team. Oggi Hamilton vince e non gli si può dir nulla, solo Rosberg iniziando già ora a stargli davanti può sovvertire le simpatie di Wolf e Lauda. Una missione difficile ma non impossibile, Hamilton a volte davvero esagera. Batterlo ancora nell’ultimo GP potrebbe valere la prima “pole” del 2016.
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