18 Dicembre 2013 – La terza uscita della collana “I Team Indimenticabili” vede protagonista una tra le più gloriose case costruttrici italiane che è stata, in passato, impegnata in Formula 1: La Maserati
La storia della Maserati inizia nei sogni di Alfieri, Ernesto ed Ettore (3 dei 7 fratelli Maserati) che costituiscono la società dandole il nome di “Officine Alfieri Maserati”. Il fratello Mario ,un discreto pittore, viene incaricato di disegnare il logo della società e sceglie il tridente in onore dei tre fratelli che operano per uno scopo comune e presente in una delle statue simbolo di Bologna: Il Nettuno presente nella statua in piazza Maggiore.
La storia della Maserati sembra tutta in discesa fino al tragico 1932. Alfieri Maserati muore in seguito ad un’azzardata operazione dei medici che tentarono di salvare l’unico rene rimastogli dopo che aveva perso l’altro in un incidente nel 1927. Il mondo delle corse è in lutto e lo sviluppo della nuova Maserati, la Tipo V5, rallenta drasticamente. Tuttavia al posto di Alfieri subentra il fratello Bindo con le ossa robuste dopo una decennale esperienza alla Isotta -Fraschini. La Tipo V5 è un successo oltre ogni immaginazione e i trionfi fioccano. Alle officine Maserati nel Gennaio del 1933 bussa una persona che non ha bisogno di presentazioni: Tazio Nuvolari. Compra una Maserati 8CM e regala ai fratelli Maserati le vittorie in Belgio, nella coppa Ciano e al Nurburgring. E’ il momento più alto per la Maserati fino al debutto in Formula 1.
La situazione economica per la Maserati è positiva. Piloti clienti fanno a botte per accappararsi il telai Maserati e i dipendenti non riescono a smaltire la richiesta di ricambi. Tuttavia, dalla Germani arriva un vento gelido che rende difficile la sopravvivenza per la casa del tridente. Mercedes e Auto Union sono appoggiatissime sia politicamente che economicamente da Hitler e dal governo tedesco, mentre in Italia Mussolini non ha neanche i soldi per comprare un cannone figuriamoci se può appoggiare la Maserati. I tre fratelli, alle strette economiche, decidono che per il bene della scuderia è meglio cedere al miglior offerente che porta il nome di: Adolfo Orsi.
Dopo 6 anni di guerra, la Maserati riprende da dove era rimasta. Vince a Nizza scacciando i fantasmi della guerra e nella nuova sede Modena approda Alberto Massimino, soffiato all’odiato rivale Enzo Ferrari. I fratelli Maserati, forse non amanti della mentalità industriale imposta da Orsi, lasciano la loro creatura e fondano l’OSCA, una società impegnata nello sviluppo del design di vetture stradali, ma che annoverà partecipaziani alla Mille Miglia, Targa Fiorio e anche 4 GP in Formula 1. Il benessere della Maserati stride con i problemi del patron Orsi che si troverà a fronteggiare la ribellione degli operai delle sue acciaierie, e questo non gioverà alla Maserati.
Nel 1950, nasce il campionato del mondo di Formula 1 e la Maserati sarà presente. I problemi nelle acciaierie di Orsi, però, impediranno alla scuderia di costruire una vettura ad Hoc per la neonata competizione, e così il debutto avviene sulla Maserati 4CLT , un’evoluzione della 4CL nata nel 1939. Anche se la 4CLT era più idonea ai regolamenti F2 che a quelli di F1, Reg Parnell con una vettura privata vince il “Trofeo di Richmond” a Goodwood. Ok, nessuna ufficialità al mondiale di Formula 1, ma è una gran soddisfazione vincere la prima volta in Formula 1. Nella prima stagione in Formula 1 parteciparono ben 16 Maserati ad almeno un Gran Premio a dimostrazione di quanto la cura verso i “clienti” sia stata fondamentale per la Maserati.
Il 1952 vede il ritiro dalle competizioni della rivale milanese Alfa Romeo e l’introduzione nel mondiale di macchine di categoria F2. Una manna dal cielo per la Maserati che, con Fangio appena ingaggiato, sembrerebbe la favorita per titolo mondiale. Un’incidente a Monza in una gara di F2 fa saltare completamente la stagione 1952 a Fangio e i rivali Ferrari e Ascari hanno campo libero. Nel 1953 Fangio parte in sordina per poi rifarsi nel finale di stagione e portare a casa una splendida vittoria al Gran Premio d’Italia e una settimana dopo al Gran premio Città di Modena, tanto caro al patron Orsi, non valido per il mondiale. La Maserati A6CGM si congeda dalla F1 con risultati, quindi, di gran rispetto, e nelle officine di Modena già si lavora sulla macchina del futuro.
Dopo un 1955 vissuto nel dominio Fangio e Mercedes, nel 1956 si respira aria di cambiamento. Le tragedia di Monza (la morte di Ascari) e Le Mans (83 spettatori alla 24 ore) pongono molti interrogativi sulle corse automobilistiche. La Lancia si ritira dalle corse dopo solo 2 anni cedendo tutto alla Ferrari e anche la Mercedes, in segno di lutto per i fatti di Le Mans, abbandona le competizioni nella quale era impegnata, facendovi rientro solo nel 1987. Secondo i pronostici il mondiale sarà un affare Ferrari-Maserati, e cosi sarà.
Il 1956 vive nella rivalità eterna tra Ferrari e Maserati. Il Drake chiamava la Maserati “quelli la in fondo” per una questione puramente topografica della città di Modena. Al Gp di Argentina si vedono sulla griglia solo vetture prodotte a Modena; segnale della potenza che era l’Italia quel tempo. Moss è l’alfiere della Maserati, mentre l’ex di turno Fangio ha appena firmato con la Ferrari ed è lui l’uomo di punta. I due grandi rivali si presentano all’ultimo appuntamento del mondiale a Monza in piena lotta con Fangio forte di 2 vittorie in Germania e Gran Bretagna, più la vittoria condivisa con Castellotti a Monaco, mentre Moss ha vinto solo in Argentina ma ha incamerato un eccellente numero di piazzamenti. Il Gran Premio d’Italia del 1956 non è una gara come le altre nella storia della Formula 1, è la gara del beau-geste di Collins che cede la vettura a Fangio, il quale può vincere il suo 4°mondiale. Ne fanno le spesse Moss e la Maserati che perdono così la loro prima chances iridata. E’ solo questione di tempo.
Nel frattempo a Modena i conti della Maserati non sono in positivo. Adolfo Orsi è costretto a dismette il reparto corse della Maserati e concentrarsi nella produzione di vetture stradali che, come è ancora oggi, saranno destinate a raggiungere un seccesso planetario. In F1 una 250F si vedrà in griglia fino al Gp degli USA del 1960 con Bob Drake e la prima F1 guidata da una donna (Maria Teresa de Filippis) sarà una Maserati. Negli anni successivi i motori Maserati verranno montati su Cooper private e vedranno il loro massimo con la vittoria di Surtees nel 1966 in Messico. Vic Elford al Gp di Montecarlo del 1969 farà urlare per l’ultima volta un motore Maserati in F1.
Tra il 1997 e il 1999, la Ferrari acquista la Maserati: i due grandi rivali si alleano e oggi la Maserati vive in modelli stradali dall’immensa bellezza. Quando si parla di costruttore italiano si pensa alla Ferrari e si dimentica un’altra grande costruttore che ha scritto la storia dell’automobilismo italiano. Un costruttore che si è fermato a quando i sedili erano in pelle, i volanti in legno e le forme erano a sigaro, ma ha saputo vincere lo stesso e costruire il simbolo di quegli anni pioneristici. La semplicemente bella Maserati 250F
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