Roma, 12 agosto 2013 – Come ormai è ben noto, dal 2014 in F1 farà il suo ritorno il motore Turbo-Compresso o per meglio dire sovralimentato. Saranno dei motori da 1.6 litri V6 ma molto innovativi e particolari. Più che motori turbo sarebbe più giusto definirli principalmente motori ibridi, vediamo perché.
La prima grossa novità infatti arriva dal recupero dell’energia (Kers) che da un utilizzo attuale di 6,67 secondi per giro passerà, l’anno prossimo, a ben 33,3 secondi per giro. La potenza che il nuovo sistema di recupero d’energia potrebbe arrivare ad erogare sarà di oltre 160 CV e questa potenza potrà essere ricavata sia dal sistema di frenante (come quest’anno) ma anche recuperando energia direttamente dalla turbina. Infatti il MGU (Motor Generator Unit) sarà calettato direttamente sulla turbina riuscendo, a recuperare energia in fase di rilascio, ma anche, cosa assai importante, accelerarla velocemente nei momenti in cui il pilota richiederà potenza. Verrà pertanto eliminato quel ritardo di risposta tipico dei motori turbo-compressi. Come è noto infatti il compressore è mosso dagli stessi gas di scarico in uscita dalle camere di combustione che trasferendo energia alla turbina permettono a questa di comprimere poi la miscela aria carburante che entrerà nei cilindri. L’ MGU agirà invece immediatamente sulla “girandola” che comprimerà la miscela combustibile senza aspettare di essere mossa dai primi gas di scarico.Altra novità importante sarà data dalla rimozione del pulsante del Kers dal volante dei piloti, che quindi non potranno più decidere quando utilizzare la potenza extra. Questa infatti sarà gestita elettronicamente da una centralina che utilizzerà, per il tempo massimo consentito di 33,3 secondi la potenza recuperata ad ogni giro.
Dal punto di vista dell’affidabilità, aspetta ai tecnici una sfida doppia. Da una parte i motori dovranno possedere una vita d’utilizzo molto lunga, ogni pilota avrà a disposizione solo 5 motori per stagione, con penalità che variano dalle 5 posizioni in caso di sostituzioni di singoli componenti, fino a 20 posizioni per un’unità completa. Ma molto importante sarà anche l’affidabilità dei sistemi di recupero di energia. Se quest’anno infatti un suo malfunzionamento danneggia il pilota solo per pochi secondi al giro (6,67sec) cosa comunque non trascurabile, l’anno prossimo un’avaria a questo sistema genererà una potenza ridotta per un tempo sicuramente maggiore (33,3sec) con un sicuro calo delle performance tale da rendere praticamente impossibile per il pilota un qualsiasi confronto in pista con gli avversari.
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