06 Ottobre 2015 – Dopo quasi due stagioni trascorse dall’introduzione del motore ibrido in F1 si possono tirare le prime somme di questa nuova era, più negative che positive. Aumento vertiginoso dei costi, con un regolamento poco coerente con quello che è l’essenza della vera F1.
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Di Alberto Murador
La F1 è in dirittura d’arrivo per quel che riguarda la seconda stagione della cosiddetta nuova era, ovvero dall’introduzione nel circus delle unità ibride o meglio definite come power-unit. Dopo due anni si possono tirare le prime somme sull’impatto che hanno avuto queste inedite unità ibride nella F1 e purtroppo ci sono feedback più negativi che positivi.
Per prima cosa la FIA con l’introduzione di queste power-unit era convinta nel poter ridurre i costi in F1 per ogni singola scuderia, ma a quanto pare Todt & Co. non hanno valutato bene la situazione. Attualmente ogni team cliente arriva a pagare ben 20 milioni di euro all’anno per ottenere la fornitura delle power-unit nel corso di una stagione, costringendo i team minori ad andare in rosso con i conti.
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TEAM AL COLLASSO ECONOMICO
La prima scuderia a farne le spese è stata la Caterham che ha visto chiudere i battenti al termine dello scorso anno, mentre l’attuale team Manor (ex Marussia) ha rischiato seriamente di dire addio alla F1, per poi salvarsi ed iscriversi all’ultimo al campionato di quest’anno. Poi c’è quel cerchio di team clienti comprendente Force India, Lotus e Sauber che hanno vissuto grandi difficoltà economiche, e tutt’ora lottano per sopravvivere in questa F1.
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SUPREMAZIA MERCEDES
La superiorità tecnica in pista della Mercedes rispetto alla concorrenza è stata evidente dalla prima gara del 2014 di Melbourne ad oggi probabilmente, salvo eccezionali casi in cui Red Bull nel 2014 e Ferrari quest’anno hanno dato qualche grattacapo alla casa di Stoccarda. Il timore di tutti è che nel 2016 la power-unit Mercedes potrebbe avere ancora un grosso vantaggio nei confronti di Ferrari, Renault ed Honda, facendo perdere interesse in termini di pubblico a questa F1.
Certamente a Brixworth devono aver fatto un lavoro migliore rispetto agli altri in termini di ricerca e sviluppo, con l’unità ibrida tedesca è risultata sin qui più efficiente in termini di potenza, consumo di carburante e nel recupero dell’energia ibrida.
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REGOLE ASSURDE E COMPLICATE
Il regolamento tecnico omologato dalla FIA per queste unità ibride sono a dir poco complicate oltre che assurde per definire la nuova era tecnica in F1. Il sistema dei cosidetti “token“ per tenere sotto controllo i costi non ha assolutamente funzionato, anzi probabilmente ha contribuito negativamente a creare ancor più divario tecnico tra i vari costruttori.
Inoltre non è possibile che per esempio una potenza mondiale automobilistica come Honda debba aspettare un’intera stagione prima di poter apportare modifiche importanti all’architettura del proprio motore. Con il congelamento parziale delle power-unit a stagione in corso, nessun costruttore ha la possibilità di poter recuperare il divario tecnico nei confronti di Mercedes, eccezione fatta per la Ferrari che ha svolto un lavoro a dir poco eccezionale se si considera che è stata completamente rivista l’unità ibrida nel giro di pochissimi mesi.
Andando avanti di questo passo si corre il rischio che la F1 diventi un campionato privo d’interesse o, peggio ancora, a rischio colasso (come l’ITCC, l’ex International Touring Car Championship).
F1 L’era dell’ibrido: un fallimento totale?F1Sport.it - F1 Formula 1 F1 Tecnica F1 News Team Analisi