Napoli, 13 aprile 2013 – La sessione di qualifica del GP della Cina tenutesi stamattina hanno lasciato, a molti, l’amaro in bocca. L’esito della sessione e la griglia di partenza non c’entrano. C’entra, invece, ancora una volta, la rinuncia di due piloti sui dieci della Q3 che hanno evitato di far segnare un giro cronometrato al fine di poter essere in grado, domani, di scegliere con quali coperture iniziare la gara. Rinuncia, questa, che va contro lo spirito delle corse e della vera competizione agonistica.
Il punto della questione è il seguente: le qualifiche, mi permetto di asserire a nome di molti, dovrebbero essere considerate non solo come il tempo in cui si stabilisce la mera griglia di partenza del giorno della gara ma anche come sfida personale tra i piloti, sfida all’ultima staccata, sfida a chi ha il piede più pesante degli altri. Le qualificazioni, ed in particolare, nel format attuale, la Q3, sono l’unico momento del weekend di gara in cui si ha la possibilità di spingere al massimo la vettura scarica di benzina al fine di trovare il miglior tempo in assoluto del weekend, la prestazione monstre, il record sul giro del tracciato. Se ci pensate, nessun’altro momento della weekend di gara, salvo eccezioni, è più adatto di questo: nelle libere, il venerdi, si provano nuove componenti e strategie di gara; la domenica, invece, le prestazioni del singolo giro sono in ottica della intera gara, quindi possiamo trovare chi risparmia le gomme per un motivo o chi risparmia benzina per qualche altro motivo. Nella Q3, di tutto questo non ce n’è bisogno. Nella Q3 si spinge senza alcun pensiero.
Il giovane team Red Bull Racing, stamattina, ha sacrificato la sua punta di diamante al fine di una migliore strategia di gara. Il “lungo” di Vettel alla curva 14 non c’entra. Se anche Vettel avesse dato il massimo e spinto fino alla fine con le PZero White Medium, non avrebbe potuto competere con i piloti che montavano le Soft. E’ la dura verità! Il fatto che il muretto box gli abbia consigliato (o imposto!) di effettuare la Q3 con la gomma più dura è semplicemente per avere un margine di azione in più per la gara di domani. Ricordiamo che lo stesso Vettel, ieri, ha dichiarato che per lui le gomme morbide non durano più di 5/6 giri al massimo. Ecco, si torna al punto di prima. Le qualifiche non sono più viste come la sfida a suon di decimi in pista ma soltanto come una sessione da affrontare “alla meno peggio” nell’ottica della gara. E comunque, le qualifiche stesse, sembra che stiano assumendo un ruolo sempre meno importante nell’ottica dell’intero weekend.
Fronte Vettel: il ragazzo quasi 26enne e, ricordiamolo, tre-volte campione del mondo in carica, ha ancora tanta ma tanta fame. Lo ha dimostrato in tante occasioni. Ultima quella in Malesia venti giorni fa. Come può un ragazzo che va, senza troppi indugi, sulla falsariga di Senna e Schumacher verso il record assoluto di pole-position in carriera, accettare una situazione di rinuncia alla sfida simile?
L’altro pilota ad aver mancato volutamente il giro lanciato è Jenson Button su McLaren-Mercedes. La situazione è simile anche per lui e per il team inglese ma con una piccola attenuante, che non va considerata come una giustifica: la scuderia di Woking sta facendo di tutto per cercare di risalire la china a causa di un progetto nato male e quindi è quasi naturale che ricorra a tutti i mezzi possibile per cercare di raggiungere lo scopo. Un po’ come la Ferrari ad Austin lo scorso anno, quando “sacrificò” il cambio di Felipe Massa al fine di far avanzare di una posizione Fernando Alonso per dargli chance in più per la lotta al titolo. Situazioni differenti, quindi, ma principio simile.
Si rifletta, fino a soli dieci anni fa questa era una situazione ai limiti dell’immaginabile.
Twitter: @f_svelto
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