20 settembre 2015 – Dopo quanto visto quest’oggi a Singapore, con la Mercedes insolitamente in terza fila, ora in molti gridano allo scandalo. Si collega, infatti, quanto accaduto a Monza, con il caso della bassa pressione delle gomme (sotto il minimo consigliato da Pirelli) con le performance di certo non convincenti delle frecce d’argento di oggi.
Essere però certi che le pressioni imposte dalla Pirelli siano all’origine dell’abbassamento di performance della Mercedes è un pò azzardato, anche perché in qualifica si utilizzano pressioni diverse ed i controlli invece sono previsti nel pre-gara. Ricordiamo poi che Hamilton a Monza, prima della gara, era al disotto della pressione minima di soli 0,3 psi, forse un pò troppo poco per spiegare giustificare certe differenze prestazionali. Rosberg a Monza era invece sotto la pressione di 1,1 psi ma non possiamo certo prenderlo come termine di paragone visti i problemi al motore ed il conseguente ritiro.
Che ora l’innalzamento di pochi psi porti la Mercedes da un vantaggio vicino al secondo sulla concorrenza, ad un ritardo di quasi due, sembra veramente un poco improbabile, ma tuttavia un paio di considerazioni vanno fatte:
La prima riguarda che, seppur ammettendo che all’origine dei problemi della Mercedes a Singapore fosse il fattore pressione delle gomme, non è corretto parlare di campionato falsato. Prima di Spa e Monza, infatti, le pressioni venivano consigliate non imposte. Tant’è vero che a Monza, dopo quanto accaduto a Spa, ancora non si sapeva come comportarsi nei riguardi della Mercedes perché in presenza di un buco regolamentare. In sintesi si consigliavano delle pressioni ma poi si era liberi di utilizzare quelle più ritenute ideali dai team.La seconda considerazione riguarda invece chi dovrebbe porre maggiore attenzione alle variazioni di prodotto nel corso di un campionato. Nel 2013, infatti, la Pirelli variò la struttura interna della gomma, passando dall’acciaio al Kevlar e diede vita ad una striscia impressionante di successi per la Red Bull (11 vittorie in 10 GP). Qui spieghiamo perché. Ora invece fa imporre pressioni minime di utilizzo ai team per paura che le proprie gomme siano soggette (con la concausa di fattori esterni) a cedimenti.
Nel 2013, infatti, alcune squadre furono penalizzate dal diverso comportamento della gomma e non è un mistero che ci sono studi approfonditi sul comportamento delle gomme che influenzano la progettazioni delle vetture. Variare quindi il tipo di gomma o il comportamento di questa potrebbe inficiare tutto il lavoro svolto di studio e progettazione di una squadra e magari favorirne altre.Stessa cosa potrebbe accadere in questa stagione, sempre ammettendo che le perfomance non brillanti della Mercedes siano originate da queste variazioni di pressioni (cosa difficile però al momento da credere). Resta però il fatto che se una team progetta una vettura per funzionare al meglio con pressioni d’utilizzo degli pneumatici mediamente più basse (ma sempre nella norma) non si possono improvvisamente alzare i valori minimi nel corso di una stagione per presunti motivi di sicurezza, mandando all’aria tutta una serie di studi sulle gomme che fino a quel momento è stato portato avanti. Ricordiamo che lo scorso anno a Singapore si consigliavano pressioni minime di 16 psi, ora alzate a 17.
Certo, è pur vero che in passato il team Mercedes è stato graziato se non aiutato con test privati ed esclusivi, non per questo però, ancora una volta, si deve cadere nell’errore di cambiare le carte in tavola a campionato in corso. Sarebbe molto più bello e spettacolare se si fornisse ai team un prodotto che possa essere utilizzato dai team con un pochino di libertà (non sono pazzi che usano pressioni inadatte, andrebbe contro i loro stessi interessi) lasciando anche la possibilità ai tecnici e agli strateghi di variare le strategie – ora sempre più tutte uguali una all’altra – in modo da divertire e rendere questo sport un pò meno standardizzato.F1 La pressione cambia tutto… ne siamo certi?F1Sport.it - F1 Formula 1 F1 Tecnica F1 News Team Analisi