di Francesco Gori
Monza, il tempio della Ferrari, per l’edizione 2013 non fa sconti: ancora una vittoria per Sebastian Vettel, assoluto dominatore del week-end sulla pista tanto cara ad Enzo Ferrari, e sempre più leader irraggiungibile in classifica piloti. Per Alonso un altro amaro secondo posto, davanti all’altra Red Bull di Mark Webber.
La pista di Monza – formula1grandprix.it
PROVE NEL SEGNO DI VETTEL. Un autentico dominio, quello di Sebastian Vettel in prova. A cominciare dalle libere, dove il campione del mondo ha chiuso davanti a tutti con sorprendente facilità. La stessa che si è poi verificata in Q1, Q2 e Q3, dove il tedesco si è spesso permesso di lanciarsi sul giro negli ultimi minuti, inanellando poche ma perfette e rapide tornate. L’1’23”755 della Red Bull n.1 non ha lasciato scampo agli avversari, con il solo compagno di squadra Mark Webber capace di rimanere in scia al pole-man, sotto l’1’24. Una sessione caratterizzata dal gioco delle scie Ferrari: Felipe Massa sempre davanti a Fernando Alonso, a trainarlo, ma con scarsi risultati. Una strategia più che discutibile, vista l’enorme distanza tra le due rosse, e un Felipe spesso più ostacolo che traino – e qui il muretto Ferrari, come già accaduto a Spa, si è confermato non all’altezza. Con giallo riguardo alle dichiarazioni di Alonso via radio, evidentemente stizzito. Che abbia detto ai suoi “scemi o geni” poco importa: alla fine dei conti il quinto posto è una delusione, considerando che davanti allo spagnolo si piazzano anche Hulkenberg su Sauber, e lo stesso Massa. Sorprese anche in casa Mercedes e Lotus: eliminati nel Q2 sia Hamilton (dopo 4 pole consecutive), sia Raikkonen. Ottimo il neo acquisto Red Bull Ricciardo, 7° con la sua Toro Rosso.
GARA A SENSO UNICO. Condizioni meteo incerte, con la pioggia caduta nei minuti precedenti, ma assente al via. Partenza con testa a testa Red Bull-Ferrari: Vettel davanti a Massa, Webber seguito da Alonso. Nelle retrovie contatti per Di Resta, subito fuori, e Raikkonen, costretto subito ai box per la sostituzione del musetto. Al giro 3 subito l’assalto di Fernando a Webber: sorpasso difficile ruota a ruota, con l’australiano come al solito correttissimo. Si delinea una gara già vista, con Vettel che fugge via e Alonso che col sorpasso a Massa poco dopo, prova a inseguire.
Sebastian guadagna decimo su decimo ogni giro, con la Ferrari che recupera qualcosa prima della sosta. Che avviene alla tornata 23 per il tedesco. Il pit stop di Massa è più lento di quello di Webber e al rientro è dietro. Alonso si ferma quattro giri dopo, ma nessun vantaggio per lui. Anzi, i secondi di ritardo sono adesso dieci. Dietro intanto, belle quanto tardive le rimonte di Raikkonen e Hamilton, frenati nella prima parte da problemi tecnici.
Se il primo posto non è mai in discussione, la battaglia è per il secondo, insediato dal ritorno di Webber e il suo DRS. Il vero spettacolo in pista è quello di Kimi Raikkonen e dei suoi sorpassi: peccato per il finlandese che, senza il problema in partenza, avrebbe insidiato le prime posizioni.
Un gp in cui succede poco altro, e la bandiera a scacchi arriva senza sussulti: domina Vettel, che replica lo straordinario successo del 2008 al volante della Toro Rosso. Sul podio Alonso e Webber. Quarto Massa, quindi Hulkenberg e Rosberg.
Un week-end che delinea ancor più il dominio di Vettel, non solo a Monza, quanto nel mondiale sin qui disputato. La Ferrari ha dimostrato, anche sulla pista amica, un’inferiorità tecnica e tattica ancora netta. Il gioco delle scie, le lamentele di Alonso in prova e in gara (per una “fastidiosa” luce rossa), sono indici chiari e “disperati” di una rimonta cercata a tutti i costi da Maranello, ma realisticamente improbabile.
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