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F1 | Peter Collins: Il pilota gentleman

Da Tony77g @antoniogranato

F1Sport.it

3 agosto 2013 – Se pensate a un gentleman driver come ad un arzillo multi-miliardario che “gioca” con i suoi giocattoli da milioni di dollari in campionati dal dubbio valore storico, dimenticate tutto. Oggi si parla, e si ricorda, di Peter Collins un gentleman che faceva il driver e guai a voi a dire che sono la stessa cosa.

La storia di Peter Collins ha tutto il sapore del motorsport anni 50. Anni di pericolo, di rischi e di morte, ma anche di gesta destinate ad entrare nella memoria, in una memoria che, chi ama la Formula 1, non può e non deve dimenticare. Le immagini in bianconero spesso sono roba per chi guarda con nostalgia al passato, ma il gesto di Peter Collins a Monza nel Gran d’Italia del 1956 ha quel gusto di sportività all’ennesima potenza che, in tempi di piloti che piangono via radio col proprio ingegnere una manovra scorretta che non c’è, farebbe esclamare “Ma dove siamo finiti??” e, in parte, ce lo possiamo chiedere.

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Peter Collins fa il suo esordio in Formula 1 nel 1952 a soli 21 anni correndo con l Hwm, per poi passare alla Vanwall e fare 2 apparizioni con la Maserati al fine della stagione 1955. Basta e avanza a Enzo Ferrari che lo assume come compagno di squadra del grande acquisto Juan Manuel Fangio per la stagione 1956.

Al primo anno con una vettura competitiva, Collins entra subito nella lotta per l’iride grazie alle 2 vittorie in Belgio e Francia e 2 secondi posti a Montecarlo e Silverstone. Collins si identifica subito dagli altri piloti. Scordatevi lo scontroso Jack Brabham o l’enigmatico Juan Manuel Fangio, Peter Collins più che un pilota sembra un divo di Hollywood. Bello, alto, biondo con degli occhi azzurri che fanno impazzire migliaia di fans, ma sopratutto un carattere gentile, disponibile, affabile con tutti, dal meccanico al giornalista. Peter Collins è ben visto da tutti. Un vero gentleman insomma.

Poi arrivò Monza 1956 e la storia si scrisse in un pomeriggio caldo di settembre sul circuito brianzolo. Il terzo incomodo nella lotta al mondiale, Stirling Moss, è imprendibile ma a Fangio basta un secondo posto per laurearsi campione. Tutto procede a meraviglia per Fangio e la Ferrari fino al 34esimo giro, quando la Lancia-Ferrari dell’argentino si ferma ai box con problemi allo sterzo e per lui sembra finita. Dai box viene mandato l’ordine a Musso (secondo al momento) di ritirarsi e cedere la vettura a Fangio ma egli rifiuta e per Moss sembrano aprirsi le porte del primo mondiale di Formula 1 in carriera. Collins è terzo e in caso di vittoria sarebbe campione del mondo, ma è di un gentleman che stiamo parlando. Non si sa se per ordine di scuderia o per gesto volontario ma, fatto sta, che Collins (terzo al momento) si ferma, cede la sua macchina a Fangio e, grazie anche al ritiro dello stesso Musso, arriva secondo e va a vincere il suo 4° mondiale in carriera. Al momento dello scambio di vetture Collins disse a Fangio: “Guarda, è più giusto che sia tu a vincere questo mondiale, io sono giovane e avrò altre occassioni“.

Ferrari 801 Peter Collins nurburgring 1957
Il destino non sarà così magnanimo con Peter Collins. Nell’inverno conosce la splendida attrice Louise Cordier King e se ne innamora a tal punto da sposarla una settimana dopo averla incontrata; ma lo stile di vita così diverso da quello di Collins dell’attrice statunitense non gioverà alla neo-prima guida della Ferrari (Fangio torna alla Maserati). Peter Collins compone insieme a Mike Hawthorn, nel 1957, una delle coppie più belle e dannate della storia della Formula 1, ma i risultati sono scarsi e il Drake comincia a pensare che il matrimonio con l’attice King faccia solo del male al pilota inglese. Tuttavia Peter Collins è confermato in Ferrari per la stagione 1958 con la nuova 246 F1.

Peter Collis muore il 3 agosto di 55 anni fa al Nurburgring al Pfartzgarten. La Ferrari numero 2 di Collins finisce in un fosso cappottandosi e finendo contro un albero. Peter Collins riporta fratture al cranio e muore durante il trasporto all’ospedale di Bonn. Enzo Ferrari sarà molto duro con Louise King considerandola colpevole di una metamorfosi che ha portato Collins alla morte. Hawthorn, amico fraterno di Collins, sarà campione del mondo a fine anno e gli dedicherà il titolo mondiale.

Il vero pilota gentleman della Formula 1 se n’è andato senza aver mai vinto un titolo piloti. Quel mondiale 1956 sulla carta è di Fangio, nel cuore degli appassionati è di Peter Collins.

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