15 febbraio 2015 – Tra le scuderie più vincenti e famose della Formula 1 non si può certo dimenticare la Red Bull, che grazie alla intuizione di Dieter Mateschitz sta creando un impero nell’ambito del motorsport. Tra queste ha vinto anche la scommessa della massima competizione velocistica a 4 ruote, affidandosi a un giovane talento che si è messo in luce come pilota e come team manager, Christian Horner. A lui vogliamo dedicare il ritratto numero 38 dei personaggi che hanno fatto la storia della Formula 1.
Horner, prima di essere il manager che tutti conosciamo, è stato un abilissimo pilota nel Campionato britannico di Formula Renault, prima di approdare a quello, più aslettivo, di Formula 3, dove vince 8 gare e insidia il primato nel campionato. Viene così promosso in Formula 3000, dove non otterrà quasi nessun punto. E allora si inventa la carriera da manager, prendendo in mano le redini della Arden Motorsport e portandola al successo.
Infatti, il team vincerà diversi Campionati, grazie in particolare a Vitantonio Liuzzi, che si aggiudicherà l’ultimo trofeo della categoria, prima della trasformazione in GP2, nel 2004.L’anno successivo, sarà proprio il progetto di Dieter Mateschitz e Helmut Marko a volerlo in Formula 1, legando così il nome della Arden a quello della Red Bull per quanto riguarda le formule minori e nel frattempo creando quello che di lì a poco diventerà uno dei team di riferimento in Formula 1. Sarà proprio Vitantonio Liuzzi a iniziare l’avventura, supportato anche dalla grande esperienza di David Coulthard; i due otterranno alcuni arrivi a punti, ma la vera svolta arriverà l’anno successivo.
Il 2006, infatti, segnerà il primo arrivo a podio della scuderia dei “bibitari” ma anche l’arrivo di un personaggio assai noto e molto temibile: Adrian Newey. L’ingegnere inglese inizierà da subito a mettere le cose in chiaro, richiedendo il cambio di propulsore, mentre il team manager lavora per portare a fianco di Coulthard uno dei piloti che faceva parte della Jaguar, la scuderia che è stata rilevata dalla Red Bull, e cioè Mark Webber. Nel corso degli anni successivi la Red Bull inizia una lenta crescita, ma laq vera sorpresa arriva dal team satellite, che nel frattempo è stato creato da Mateschitz ed è stato affidato alle sapienti mani di Gerhard Berger. Sebastian Vettel, infatti, sarà la vera sorpresa del 2007 prima e del 2008 poi, quando andrà a vincere la sua prima gara sul circuito bagnato di Monza. Marko e Horner decidono che è l’uomo giusto per iniziare la rincorsa al titolo da parte della Red Bull e così sarà. Lo affiancano a Webber e nel 2009 sfiora un titolo che sarà caratterizzato dalle polemiche con la BrawnGP per la presenza del doppio diffusore. Vettel si infila tra Button e Barrichello, ma questo sarà il preludio al la stagione 2010 in cui la Red Bull si candida a essere protagonista della scena.E così sarà; infatti la scuderia di Milton Keynes, nonostante il grande potenziale espresso dalla Ferrari, riuscirà a imporsi nella classifica mondiale. Ma proprio in questa stagione inizierà una lotta interna tra i due piloti, con Webber che si sentirà emarginato dal team, anche a causa del grande peso esercitato da Helmut Marko. Horner farà fatica a destreggiarsi in questa situazione, che si trascinerà per le stagioni a venire e che corrisponderanno ai trionfi della Red Bull. Infatti nel 2011 e nel 2013 (complice anche la polemica sul test segreto della Mercedes) la scuderia anglo-austriaca dilagherà, stagioni inframezzate da un 2012 comunque combattuto, ma Horner dovrà sopportare i mal di pancia dell’australiano da un lato e le rivendicazioni della coppia Marko-Vettel dall’altro, forti del ruolo del tedesco di prima guida indiscussa, che il manager inglese non gradirà fino in fondo. Si arriverà anche agli ordini di scuderia che l’australiano trasgredirà e tutto finirà per allontanarlo dalla Formula 1 alla fine del 2013.
Ma nel 2014 arriverà un altro giovane australiano, Daniel Ricciardo, che impensierirà sin dall’avvio della stagione Sebastian Vettel. Questa sarà la stagione delle nuove Power Unit, che creeranno non pochi grattacapi alla scuderia di Horner e Newey sin dai test invernali. Ci sarà persino la minaccia di non proseguire il rapporto con la Renault, ma appena arrivano le gare e si inizia a fare su serio ecco che la RB10 si trasforma riportando serenità all’interno del team, eccezion fatta per Sebastian Vettel, che entrerà in crisi di risultati e verrà spesso battuto dal compagno di squadra e maturerà la decisione di lasciare il team. Per Ricciardo, invece, arriveranno 3 vittorie che lo portano a insidiare le Mercedes a inizio stagione. Vettel decide di andare verso la Ferrari e la Red Bull continuerà nella sua politica di privilegiare i giovani piloti, affiancandogli Daniil Kvyat. Piloti giovani affidati a un manager giovane che ha calcato il mondo delle piste e ha contribuito a creare il fenomeno emergente della storia recente della Formula 1, capace di impensierire i mostri sacri rappresentati da Ferrari e McLaren e creare nuovi equilibri.F1 Ritratti: Chris Horner e i suoi successiF1Sport.it - F1 Formula 1 F1 Tecnica F1 News Team Analisi