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F1 Storia : Al Professore Prost , 60 anni con lode

Da Tony77g @antoniogranato

Luca SarperoF1Sport.it

24 febbraio 2015 – Compie oggi 60 anni Alain Prost. Il quattro volte campione del mondo di Formula 1 col privilegio di aver guidato solo per team blasonati come Ferrari, Mclaren e Williams. Protagonista della F1 dall’era dei turbo fino agli aspirati e dal telaio in carbonio fino all’elettronica esasperata e, anche, protagonista di uno dei duelli più epici nella storia dello sport. 

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Muretto del Paul Ricard. Freddoloso pomeriggio di un qualsiasi giorno di novembre del 1979. Un ragazzo con i capelli ricci, non molto alto, è seduto su questo muretto, imbottito nel suo giaccone rosso Marlboro e con lo sguardo perso a fissare un qualsiasi punto insensato dell’asfalto. Da lontano, pare un bidone di benzina con sotto un telo che sventola per via del vento; manco un’uomo. Madamè e Monsieur, poche storie, costui è destinato a diventare il più grande pilota francese di tutti i tempi. Si chiama Alain Prost edi li a poche ore prenderà sollazzatamente a schiaffi i tempi dei piloti ufficiali Mclaren, guadagnandosi un posto nel team a partire dal 1979. Altro che bidone di benzina.

Questo Prost va forte, tanto forte. Anche se con una Mclare M30 , ormai, vecchia cugina della gloriosa M23 ( Leggi F1 Legend cliccando qui ). A fine anno, compie un passaggio che fino a pochi anni prima sarebbe stata follia pura, che invece si dimostra azzeccatissimo. Vuoi il talento, indiscusso, ma anche amicizia di letto con figlie di dirigenti della Renault, fatto sta Alain Prost da Lorette (Loira) passa alla Renault. Il professore, vince il concorso per l’accademia più prestigiosa dell’automobilismo.

Vince già al primo anno ( Francia 1981 ) e con i turbo francesi inizia a dimostrare il suo potenziale. Nel 1983 sarebbe pure campione del mondo, ma alla Brabham hanno messo in buona fede benzine irregolari nei serbatoi delle Bt52. Ambè, se è in buona fede… Un pò come se ti rigo la macchina, ma l’ho fatto in buona fede perchè sono uscito di casa senza accorgermi di un chiodo tra le dita. Le Renault piega la testa e accetta. Prost no. S’incazza con la casa del rombo e se ne va. Dove? Torna da dove era partito, ovvero, dalla Mclaren; che nel frattempo non ha quasi più nulla di quella che 4 anni prima mise in pista la M30.

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Prost vuole quel mondiale perso per una scorrettezza plateale e sa che alla Mclaren può vincere ciò che vuole. Peccato che al suo fianco ci sia un certo Niki Lauda. L’austriaco vince il mondiale per mezzo punto. Recordo storico, mai era successo e mai ancora abbiamo visto. L’anno dopo, però, Prost parte a molla e quel mondiale, i suo primo, sembra solo suo. Sulla strada, però, incrocia Alboreto e la Ferrari ed è un sogno tricolore che dure fino a che, con mea culpa del Drake, la Ferrari non cambia fornitore di turbine. Fine dei sogni. Prost, invece, si prende finalmente ciò che doveva vincere, almeno, tre anni prima: il titolo di campione del mondo. Ma non finisce qui. L’anno dopo Prost è un’eccellente falco che s’insinua nel duello intestinale Williams tra Piquet e Mansell; mentre Dennis li mette a fianco Rosberg (Keke) giusto per dimostrare che a lui le mezze punte non piacciono manco col sugo. Manco a dirlo, Prost vince entrambi gli scontri e manda in pensione pure il campione del mondo 1982.

Dopo un 1987 difficile, alla Mclaren arrivano i motori Honda e un certo Ayrton Senna. Prost è senza dubbio sorpreso dallo scontro con il brasiliano, ma non annichilito come tutti credono. Nel 1988, il mondiale va a Senna, ma sono gli scarti a consegnare lo scettro in mano ad Ayrton perchè, a punteggio normale, Prost sarebbe già tri campione. Evvai! Terzo titolo che sfugge per colpe non direttamente sue a fronte di 2 già vinti. Nel 1989, Prost pareggia i conti vincendo il terzo titolo, anche se a legger oggi sembra che un’intero mondiale si sia corso in una sola gara, a Suzuka. Con il team che spalleggia il giovane Senna, Prost dice addio (o forse no) alla Mclaren e va verso la crescente Ferrari. Ennesimo capito della diatriba Senna – Prost ma, stavolta, è con destrieri diversi: la Ferrari 641 contro la Mclaren Mp4\5B. Stavolta vince Senna, ancora con macchinata e carbonio volante dopo neanche 300metri. L’anno dopo, Prost, trova una Ferrari che inizia un decadimento preoccupante che porterà a svariati licenziamenti. Ci rimette anche lui, con un’aggettivo sprezzante nei confronti dell’ultima rossa. Tanti saluti e anno sabbatico, con test svariati sulla Ligier. Così, giusto per tenersi in allenamento. Alla fine, Prost firma con la Williams per il 1993 e va a vincere, anzi dominare, il suo quarto mondiale proprio nell’anno considerato dai più come il miglior anno del suo acerrimo rivale Senna. Prima del Gp del Portogallo, annuncia il ritiro dalla Formula 1, lasciando un vuoto che Senna colmerà firmando per la scuderia di Sir Frank. Prost si dedica alla tv, commentando anche quel maledetto week end a Imola. Poi si ricicla come consulente della Mclaren ( a ridaje ) testando anche la Mp4\11 del 1996 e alimentando voci di un clamoroso secondo rientro. Non se ne farà nulla. Dal 1997 al 2001 aprirà un proprio team, ma fu un totale fallimento a causa di scelte aereodinamiche non azzeccate e,anche, di troppo patriottismo che lo ha portato a legarsi con i poco performanti motori Peugeot. Chiude definitivamente la carriera nel “Trofeo Andròs” (gara di rallycross che si svolge sulla neve) che vincerà ben 3 volte prima di appendere definitivamente casco e tuta al chiodo.

51 vittorie, 106 podi, 33 pole position, 41 giri più veloci, 798,5 punti e sopratutto 4 titoli mondiali. Mai nessun transalpino come lui in Formula 1. Rimane l’amaro per un’uomo spesso troppo criticato per la sua aspra rivalità con Senna, di cui mai e poi mai sapremo veramente a fondo cosa li muoveva a sfidarsi con tanta rivalità. Rimane ingiusto quel 4 ( a tanto così da Fangio ) quando almeno un mondiale ( ma diciamo pure tre) sono stati persi per colpe non direttamente sue.

 

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