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F1 | Storia: Gerhard Berger, la leggenda del numero 28

Da Tony77g @antoniogranato

Cristian ButtazzoniF1Sport.it

14 febraio 2014 – Il ritratto di oggi è quello di Gerhard Berger, ex-pilota ATS, Ferrari, McLaren e Benetton, ex-team manager e attuale uomo FIA. Di lui si diceva che fosse scanzonato, donnaiolo, un po’ pazzo e con un gran cuore e n ottimo piede. Tutte cose vere , che hanno costellato la sua vita e la sua carriera da pilota e da dirigente sportivo.

La carriera di Gerhard inizia con… i camion! Infatti lavorerà nell’azienda di trrasporto del padre Johann, prima di diventare a tutti gli effetti un pilota da corsa. Si cimenterà infatti nella Formula 3 dove vincerà per 2 anni consecutivi l’Europeo.

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Le sue doti verranno notate dal management dell’ATS, che lo farà esordire in Formula 1, prima di approdare alla Benetton, dove coglierà la prima vittoria sua e della scuderia, al GP del Messico. del 1986. E sempre nel 1986 vincerà insieme s Roberto Ravaglia la 24 Ore di Spa.

Da lì, il giovane austriaco viene notato da Enzo Ferrari, che porterà alla Scuderia il giovane austriaco e lasciandogli in dote il numero 28, numero che lo caratterizzerà per gran parte della carriera. Ferrari scommette così tanto su Berger da regalargli il ruolo di prima guida e vincerà le ultime 2 gare stagionali, dopo aver perso per ritiro il GP del Messico dov’era in testa.

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Nel 1988 regalerà ai ferraristi la più grande emozione che abbiano mai vissuto: insieme ad Alboreto, propiziati dai ritiri di Senna e Prost, celebreranno nel migliore dei modi la scomparsa del Drake, firmando una doppietta storica sul circuito di Monza, che è l’unica gara non vinta dalla formidabile McLaren MP4/4. Il bagno di folla ricco di gioia e commozione all’arrivo saluterà Gerhard e Michele e con loro il Drake.

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Nel 1989 Gerhard rischia la vita a Imola quando ka sua Ferrari 640 sarà inverstita da un incendio e viene salvato dal prontissimo intervento dei leoni della CEA. Si ritroverà inatteso protagonista della gara che sarà caratterizzata dal folle gesto di Nigel Mansell, suo compagno di squadra. Sul circuito dell’Estoril, infatti, Nigel farà retromarcia in corsia box dopo essere arrivato lungo, ignorerà la bandiera nera e andrà a schiantarsi contro la McLaren di Ayrton Senna tra le polemiche. E ad approfittarne sarà proprio Berger che andrà a vincere.

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Nel 1990 si accasa alla McLaren portando in dote il numero 28, dove incotrerà l’uomo con cui stringerà un legame profondissimo priofessionale e umano: Ayrton Senna. I due, oltre che in pista, si renderanno protagonisti di esilaranti gag, come in Australia quando l’austriaco riempì di animali la stanza d’albergo del brasiliano, tra cui un serpente, e quest’ultimo reagì facendogli trovare una forma di formaggio francese maleodorante nel condizionatore della camera dell’austriaco. In pista Gerhard sarà fido scudiero di Ayrton e vincerà 3 gfare, tra cui la più bella è senz’altro quella di Suzuka 1991, dove Ayrton Senna celebrerà il terzo titolo regalando la vittoria all’amico e compagno Berger all’ultima curva (coordinato da Ron Dennis).

Nel 1992 le cose in McLaren non vanno benissimo e l’anno successivo decide per il ritorno in Ferrari, dove troverà il suo compagno di squadra storico, Jean Alesi. Con lui, Montezemolo porta alla Scuderia Jean Todt e John Barnard, con l’obiettivo dichiarato di riscattare un periodo buio e tornare a una vittoria che mancava dalla fine del 1990. E Gerhard sul circuito di Hockenheim, dove si dimostra un vero maestro, farà urlre di gioia i tifosi ferraristi e lo stesso Montezemolo, dominando la gara del 1994 dall’inizio alla fine, propiziato dall velocità della 412T1. In questa stagione terminerà terzo nel Mondiale.

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Nel 1995 alcuni errori lo priveranno di alcuni risultati importanti: in Canada, dove vincerà Alesi e Gerhard sarà costretto a rientrare al rallentatore ai box per mancanza di benzina, a Imola, quando spegne il motore in corsia box mentre era in testa, e a Monza, dove una telecamera staccatasi dalla monoposto gemella di Alesi finirà nella sua ruota anteriore destra e ne causerà il ritiro. Questa serie di risultati negativi e il clima che si era creato all’interno della Scuderia, con le continue liti tra Todt e Alesi (emblematico sarà l’episodio dell’ordine di scuderia impartito a Jean all’Estoril e la sua successiva sfuriata), indurrà Gerhard a prendere le difese di Jean e a seguirlo alla Benetton. Sarà comunque protagonista di alcune  gare di rilievo, come a Hockenheim, in cui arriverà sul podio dopo essere stato penalizzato ed essere precipitato in 14. posizione.

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Tornando alla Benetton, i due incontreranno alcune difficoltà nello sviluppo, ma come accaduto in passato sui circuiti veloci si esaltano. Berger, infatti, sarà a lungo al comando del GP di Germania prima di rompere il motore e regalare la vittoria a Hill, mentre Alesi finirà secondo a Monza dietro a Schumacher.

Nel 1997 arriverà secondo in Brasile e nel corso della stagione sarà costretto a saltare 3 gare per problemi alla schiena. Rientrerà regalando al pubblico la sua ultima perla: una vittoria, guarda caso, sul circuito di Hockenheim, che sarà anche l’ultima della Benetton, la cui storia di successi si apre e chiude nel segno di Berger. Una vittoria impreziosita dalla pole position e dal giro più veloce in gara e ricca di significato, perchè arriva a pochi giorni di distanza dalla scomparsa del padre Johann, e la festa sul podio sarà preceduta da lacrime di commozione.

Berger chiuderà alm termine della stagione la sua carriera in Formula 1 da pilota e, qualche anno dopo, diventerà direttore del programma competizioni della BMW, con il progetto di tornare in Formula 1 con un proprio team e di “sfondare” nella 24 Ore di Le Mans, impresa che riuscì nel 1999 con un telaiio disegnato dalla Williams e con il motore V12 che equipaggiava la McLaren F1 LM. La BMW tornerà quindi, con l’aiuto di Berger, in Formula 1 con la Williams, prinma di fondare un proprio team rilevando la Sauber. Qui Berger farà crescere due piloti che si contraddistingueranno: Robert Kubica e Sebastian Vettel. Quest’ultimo verrà portato da Berger alla Toro Rosso nel 2008 e a Monza il giovane tedesco vincerà dominando la gara sotto l’acqua, riportando Berger sul podio di Monza, questa volta da team manager, 20 asnni dopo il trionfo del 1988.

Berger diventa così uomo della Red Bull e si attirerà qualche critica dai ferraristi quando, nel 2013, ha consigliato asd Alonso di correre per la Red Bull. Nello stesso ambito collaborerà al ritorno del GP d’Austria, che si correrà nel 2014, sul tracciato di Zeltweg, che sarà denominato appunto “Red Bull Ring”. Si attirerà qualche critica dai tifosi ferraristi quando, nel mese di giugno 2013, consiglierà ad Alonso, in crisi con la Ferrari, di accasarsi presso la Red Bull.

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Gerhard manterrà comunque un legame speciale con la Ferrari; infatti, nel 2011 sarà protagonista di alcuni giri sulla sua 412T2 n. 28, prestatagli da un collezionista, sul circuito del Mugello sotto la pioggia regalando ricordi di attimi indimenticati al popolo ferrarista.

Ma l’omaggio più bello Berger lo ha riservato nel 2004 ad Ayrton Senna. Il 25 aprile 2004, 6 giorni prima del decennale dalla scomparsa dell’amico e compagno di squadra, aprirà il Gran Premio di San Marino a bordo della Lotus-Renault con cui Senna vincerà il suo primo Gran Premio di Formula 1, impugnando una bandiera brasiliana.

Berger dalla fine del 2011 è presidente della Commissione Monoposto della FIA e il suo progetto ha portato alla serie Formula 4, che avrà il suo campionato pilota in Italia a partire da quest’anno.

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