24 aprile 2014 – Nell’imminenza del 20. anniversario della morte di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger, F1sport.it dedicherà uno speciale in memoria dei due piloti, e in questo articolo l’anteprima dello speciale è dedicata a Senna, 3 volte Campione del mondo, vincitore di 41 gare e autore di ben 65 pole position, l’ultima proprio nella gara in cui ha trovato la morte, il 30 aprile 1994 a Imola, nel giorno che fu fatale a Roland Ratzenberger. Volendo tracciarne un breve ritratto rimane impressa una frase: “I race designed to win”, ossia corro per vincere, non per arrivare secondo o terzo, perchè non gli interessava e perchè lui stesso lo riteneva il vero e unico scopo di un pilota di Formula 1.
Perfezionista nella preparazione della vettura, passava ore nel motorhome con gli ingegneri per studiarne i difetti e cercare di tirarne fuori il massimo; sul giro secco non aveva rivali perchè erano veramente poche le gare in cui sbagliava il giro di qualifica (ha confezionato 65 pole position, record imbattuto sino all’ingresso del ciclone Schumacher-Ferrari). In gara ha regalato imprese memorabili, come la prima vittoria sotto l’acqua nel 1985 all’Estoril, oppure le sue 6 vittorie a Monaco o il primo giro di Donington del 1993, quando supera i primi 4 sotto l’acqua.
Ma c’è una gara che forse più di tutte le altre descrive chi veramente era Ayrton Senna, e sarà quella che gli consegnerà il suo terzo e ultimo titolo mondiale, a Suzuka nel 1991. Ayrton e il compagno Berger sono a bordo di quella che si potrebbe definire una corazzata, la McLaren MP4/6 spinta da un mostruoso V12 Honda, capace di tenere testa e di battere quello che era considerato il nuovo binomio di riferimento della Formula 1, la Williams-Renault FW14, che l’anno successivo consegnerà con ampio margine il titolo a Nigel Mansell.
Magic e il Leone danno vita a una battaglia senza esclusione di colpi, anche se sembra netta la predominanza del brasiliano, che si presenta in Giappone con 16 punti di vantaggio sull’inglese, vittima anche di diversi erori, come la ruota persa ai box durante la gara all’Estoril. In griglia, però, c’è una sorpresa: in pole position parte Gerhard Berger, alla seconda partenza al palo consecutiva, davanti ai duellanti Senna e Mansell, Prost, Patrese e Alesi. L’austriaco fa segnare il nuovo record del tracciato, in 1’34″700
Berger scatta in testa e sembra andarsene, mentre Senna e Mansell si contendono la seconda posizione. ingaggiando una lotta serrata. Sarà un errore dell’inglese alla prima curva nel corso dell’10. giro a metterlo fuori gioco. Senna è Campione del mondo e legittimerà il risultato al 18. giro, quando andrà a prendere il comando della gara, sopravanzando Berger, che ha spremuto le proprie gomme per aiutare Senna. I due condurranno la gara fino alla fine, con l’austriaco che nelle battute finali accuserà dei problemi anche al motore.
Ma è proprio alla fine che uscirà il vero Ayrton, l’uomo dal grande cuore che ha salvato la vita a Erik Comas fermando la sua vettura a Spa sul rettilineo di Blanchimont ed estraendo il corpo del pilota francese dalla vettura. Senna, con la complicità di Ron Dennis al muretto (con cui i due avevano siglato un accordo a inizio gara di far vincere chi avesse preso il via al comando), nel corso degli ultimi metri di gara rallenterà vistosamente per aspetare Berger e all’uscita della chicane del Triangolo lo farà passare dando vita a quello che è stato uno dei gesti più belli della storia della Formula 1 regalandogli la vittoria, la prima dell’austiaco in McLaren. Senna sul podio festeggerà il proprio compagno di team, che chiuderà il campionato in quarta posizione.In molti rimarranno sorpresi da questo gesto, compresi i giornalisti in cabina di commento che quasi non credono a quello che stava accadendo. Senna verrà celebrato da tutti, anche da Nigel Mansell che gli aveva conteso il titolo fino a quella gara e Ron Dennis riserverà a lui e Berger una sorpresa, un gavettone d’acqua! Senna rimane nella storia anche e soprattutto per questo, avere una volontà di ferro e un’umanità straordinaria, che lo ha fatto conoscere anche fuori dalle piste e lo ha fatto amare da tutto il mondo. E per questo, obrigado Ayrton!
F1 | Storia – GP Giappone 1991, omaggio alla generosità di SennaF1Sport.it - F1 Formula 1 F1 Tecnica F1 News Team Analisi