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F1 Storia: GP Spagna 1991, il sorpasso infinito

Da Tony77g @antoniogranato

Cristian ButtazzoniF1Sport.it

5 maggio 2015 – Anteprima storica del Gran Premio di Spagna con la prima edizione corsa sul circuito di Barcellona, ovverosia quella del 1991 (quest’anno sarà la 25. volta che le monoposto di Formula 1 sfrecceranno sul circuito catalano) e sui tratta di una gara condita da diverse notizie, tra le quali spicca l’arrivo al vertice della FIA di max Mosley. Ma anche la gara riserverà un colpo sensazionale, che lascerà tutti a bocca aperta.

Ma andiamo con ordine. Come al solito, è il duello tra McLaren e Williams a tenere banco, con Mansell e Patrese che sono affiancati in griglia alle due McLaren e Berger parte in pole position affiancato dall’inglese. Nella mattinata della gara piove e l’asfalto, nel pomeriggio, è umido. E come ben si sa, partire sul lato sporco della pista non è mai un vantaggio e così Mansell si fa superare da Senna, venendo invischiato nella lotta per le prime posizioni insieme a Schumacher e Alesi. Ma ben presto il Leone si sbarazza di Schumacher e si getta all’inseguimento di Senna. I due, si sa, sono tra i piloti più aggressivi in pista e nessuno ha voglia di cedere al rivale. E così, mentre si trovano sul rettilineo principale, l’inglese attacca il brasiliano, ma non lo fa in modo per così dire normale, anzi tutt’altro. Le due monoposto avvolte dalle trecce di Berenice e dalle scintille che viaggiano a pochi centimetri l’una dall’altra, e tutto così, semplicemente, come se fosse del tutto normale.

In fondo i due stavano lottando per un semplicissimo secondo posto ed erano all’inizio della gara, cosa sarà mai affiancarsi a meno di 10 centimetri l’uno dall’altro per circa 500 metri? Ordinaria amministrazione, suvvia! Soprattutto per due che in passato sono arrivati con 10 millesimi di distacco al traguardo, due fuoriclasse che al contempo sono anche due funamboli, capaci di esaltare le folle anche quando hanno raggiunto e superato la trentina, giusto per insegnare ai più giovani che l’agonismo non ha età.

Mansell così supera Senna e si porta al secondo posto dietro a Berger, ma i colpi di scena sono appena iniziati, visto che il brasiliano grazie all’aiuto dei suoi meccanici si riporta davanti all’inglese e va in testa alla gara. I due della McLaren fanno gioco di squadra, con Magic che lascia scappare Berger e proprio in quei momenti ricomincia a piovere. Sembra fatta per il brasiliano, invece è proprio lui che incappa in un’uscita di pista che spalanca la strada verso il successo all’inglese, visto che di lì a poco supererà anche Berger. Per il brasiliano, invece, è notte fonda, visto che viene superato dalle Williams e dalle Ferrari, che prendono così il posto delle McLaren nello strano gioco di incroci con la Williams che si era viso in qualifica. Tutto questo perchè anche Berger è costretto ad alzare bandiera bianca. Mansell vince così davanti a Prost, Patrese, Alesi, Senna e Schumacher, il quale infligge una dura lezione al compagno Piquet, undicesimo e doppiato di 2 giri. Ma quel sorpasso di certo rimarrà negli annali come una delle imprese che questi due grandi campioni hanno consegnato alla storia della Formula 1.

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