29 aprile 2014 – Quinta uscita della collana “Speciale Imola 1994″. Quest’oggi trattiamo del rapporto speciale che legava Senna e il tracciato di Montecarlo nella quale vinse 6 volte e ottenne altrettante pole position.
Ci sono tracciati in F1 che per il loro tracciato o fisionomia, sembrano disegnati apposta per valorizzare stili di guida. Stili di guida che, a loro volta, trovano la massima ispirazione incarnandosi in alcuni piloti. Questi piloti in questi tracciati hanno vinto più e più volte, sino a diventare quasi noiosi nel loro dominare, sino a far chiedere a molti avversari “Ma noi li, che ci andiamo a fare?”. Senna aveva la sua pista preferita, il suo tracciato disegnato su misura manco fosse un sarto, il suo terreno di caccia preferito come i ghepardi nella sconfinata Savana: ovvero Montecarlo. Ma badate bene, dire che Montecarlo era disegnato attorno alle esigenze di Senna è assai sbagliato. A Montecarlo vinci se sei un mix di: Freddezza, sagacia tattica, perfezione nell’assetto, capacità nel rasentare il limite e non andare oltre perchè lei, la Montecarlo tanto lusso e frivolezza, non perdona.
Come Senna mette piede nelle stradine del Principato, si capisce che tra loro esiste un connubio forte e indissolubile. Ci debutta nel 1984 e sotto al diluvio regala una gara straordinaria, degna di un pilota dall’esperienza consolidata alla guida di una macchina, la Toleman, non di sicuro tra le più competitive del lotto. Senza una sospensione di gara per troppa pioggia ancora oggi discussa, Senna molto probabilmente avrebbe vinto (e Prost sarebbe stato campione del mondo), ma quel secondo posto preso con una gara che profuma di leggenda, vale più di una vittoria ottenuta con un dominio schiacciante.

Nel 1987, le Lotus non sono più nero e oro ma giallo Camel e Senna si prende ciò che, si sapeva, era suo. Mansell con la Williams Honda domina le qualifiche e la prima parte di gara; fino al 30 esimo giro quando si ferma e gesticola infuriato nell’abitacolo. Un problema al turbo del motore Honda lo costringe al ritiro consegnando di fatto la vittoria a Senna. E’ la prima volta che il Sovrano del Principato consegna l’ambito trofeo a Senna. Dovrà farci l’abitudine.
Il 1988 è un’edizione epica del Gran Premio di Montecarlo. Senna nelle qualifiche è semplicemente divino. Un secondo e mezzo rifilato a Prost (descritto benissimo dal nostro Cristian Buttazzoni) e in gara ad avere la vittoria annunciata tra le mani sembra proprio Senna. Al via, dopo solo un giro, Senna ha già fatto il vuoto cosmico dietro di se. Sembra che abbia detto: “E’ stato bello finchè è durato, ora vi saluto”. Prost è intrappolato dietro la Ferrari di Berger e non riesce a liberarsene. Ci riesce dopo 54 giri di pura agonia dietro gli scarichi della Ferrari, sul rettilineo del traguardo. Il pubblico che ha valicato i confini monegaschi, incita il francese ma al primo passaggio da “libero” Prost paga nei confronti di Senna 49.6 secondi. Troppi. Davvero troppi. Senna, tra l’altro, in piena trance agonistica non accenna a mollare un metro. E’ fatta. E’ scritta. Secondo trionfo sotto i palazzi del principato per Senna, ma al giro numero 67 di 78, succede l’incredibile. Senna, il marziano, il pilota che guidava nel suo mondo fatto di concentrazione e ricerca del limite costante, cade sulla terra. Il tonfo è pure doloroso. Una botta al Portier che non porta nessun acciacco fisico, è però una coltellata al morale del pilota. Prost vince. Senza meriti ma neanche senza colpe. Senna, invece, torna a casa con 0 punti da un Gp che aveva ampiamente dominato. Da tutto ciò, Senna imparerà tanto. Da qui in poi diventerà invincibile in mezzo ai rail monegaschi.
Nel 1989 Senna si presenta a Montecarlo con un solo imperativo: riprendersi il maltolto. Nelle qualifiche è la solita furia incontenibile. Più di un secondo rifilato a Prost e in gara sembra un remake del 1988. Senna si invola fin dal via, ma stavolta l’alieno monegasco non scende dall’astronave Mp4\5 prima degli altri. Nessun tonfo sulla terra, Senna mantiene la concentrazione a livelli ionosferanici fin all’ultimo giro e va a vincere la sua seconda gara nel Principato più racing del mondo.

E’ il 1991, ed è ancora Senna. Il carioca domina una gara che vide dietro grandi battaglie e grandi delusioni. Stefano Modena è magnifico secondo con la Tyrrell e può permettersi di vincere la gara (dei terreni) ma al 42esimo passaggio si ritira col motore in fumo e inonda il tunnel di olio che risulterà fatale alla sospensione di Patrese. Senna, oltre alla Pole numero 56 della carriera, cala il poker a Montecarlo, superando Stewart e affiancando il Prost (5° e doppiato a fine gara) nella classifica dei più vincenti nella storia del Principato. In una giornata così di dominio, l’unico brivido a Senna li viene regalato da un meccanico che attraversa la pista davanti mentre sopraggiunge Senna velocissimo alla Saint Devote. La fortuna, e la maestria di Senna, evitarono il peggio.

Il 1993 è l’anno dell’ultima vittoria di Senna a Montecarlo. In qualifica domina Prost (rientrato su Williams) e l’astro nascente Schumacher. Senna è solo terzo con una Mclaren Ford che è riuscita a peggiorare quella dell’anno precedente. Al via Prost sbaglia tutto e parte in anticipo, venendo penalizzato con uno stop&go di 10 secondi. Al comando passa Schumacher che, però, si deve ritirare nel corso del 32esimo giro. Al comando va Senna e non lo mollerà più, vincendo con quasi un minuto su Hill. Senna entra nel mito vincendo per la sesta volta nel Principato, una in più del padre di Damon Graham Hill.
Come lui nessuno mai. Senna ha vinto sei volte nella pista più difficile del campionato. Nella “gara a se” di tutto il mondiale, perchè vincere a Montecarlo ha sempre quel sapore di soddisfazione in più ancora oggi. Riuscirci sei volte non è roba da tutti e manco da piloti, è roba da dei del motorsport.
F1| Storia Imola ’94 ep.6 : Senna 6 volte re nel PrincipatoF1Sport.it - F1 Formula 1 F1 Tecnica F1 News Team Analisi