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F1 | Storia: le vittorie di Nannini e Piquet a Suzuka

Da Tony77g @antoniogranato

Cristian ButtazzoniF1Sport.it

30 settembre 2014 – Anteprima storica del Gran Premio del Giappone che vede, sul circuito di Suzuka,  uno strano destino che unisce i due piloti in lotta per il Mondiale, Alain Prost e Ayrton Senna, e un giovane team dotato, però, già di collaudata esperienza come la Benetton. E saranno proprio le due edizioni chiave della rivalità tra i due assi del volante che regaleranno alla squadra trevigiana due importanti affermazioni, unite da una storia commovente che unisce i due piloti Piquet e Nannini.

L’inizio del racconto parte con il 1989, stagione in cui la coppia dei sogni fa parte della McLaren e nella penultima gara stagionale monopolizza la prima fila e nemmeno in gara c’è storia, con Prost che sembra fare la lepre e Senna costretto a inseguire a distanza. Questo fino a che Senna non decide di rompere gli indugi e iniziare una rimonta che lo porterà fino a raggiungre i tubi di scarico del compagno di squadra. Ayrton ci proverà in tutti i modi a sorprendere il compagno-rivale, fino a che al 46. giro tenta l’affondo alla chicane del Triangolo, entra all’interno e va a incastrarsi con la vettura di Prost, che si stava difendendo. Entrambi si fermano, con Senna che viene spinto dai commissari e rientra in pista sfruttando la via di fuga. Il suo alettone anteriore è danneggiato, Ayrton rientra ai box di gran carriera e lo sostituisce perchè sa benissimo che una vittoria può valere l’avvicinamento a Prost in Campionato. Inizia quindi una furiosa rimonta chelo porterà a insidiare il leader della gara e a superarlo solo 5 giri più tardi. Al 51. passaggio, infatti Senna è leader della gara e manterrà indisturbato la prima posizione sino alla bandiera a scacchi. La rimonta è completata, ma sul brasiliano incombe la scure dei commissari di gara e del Presidente della FISA Balestre, che lo squalificheranno per il sorpasso su Prost e per la sua manovra di rientro, sfruttando la via di fuga, dalla quale avrebbe tratto vantaggio. Seguiranno roventi polemiche, tutte interne alla McLaren, con Prost che se ne andrà sbattendo la porta e si dirigerà verso Maranello.

Il vincitore della gara sarà così Alessandro Nannini, che raccoglierà il suo unico successo in carriera. Il pilota senese raccoglierà così i frutti del suo enorme lavoro svolto durante la stagione, in cui salirà, prima di Suzuka, 2 volte sul podio e anche nella successiva gara di Adelaide si confermerà, arrivando secondo. Briatore e i suoi vedranno così ricompensata la scelta di piazzare il “Nano” nel ruolo di prima guida, ma nel 1990 tenteranno di meterlo alla prova, affiancandogli non certo un giovane inesperto, ma il 3 volte iridato Nelson Piquet.

Nannini regge egregiamente il confronto con l’asso brasiliano, tant’è che, pur essendo Piquet più costante nei risultati, l’italiano si toglie diverse soddisfazioni, finendo 3 volte sul podio e rimanendo sempre nelle vicinanze del compagno di squadra in classifica. La classifica, fino al 12 ottobre, reciterà: Piquet 23, Nannini 21. Non a caso è stata inserita questa data: è quella dell’incidente che vede sfortunato protagonista il senese, quando nel corso di un atterraggio sfortunato dal suo elicottero venne a contatto con l’elica, che gli staccò l’avambraccio e chiuse la carriera in Formula 1.

Il box Benetton è quindi costretto a far fronte al forfait di Nannini, che avviene proprio al Gran Premio del Giappone, sostituendolo con Roberto Moreno. Ezio Zermiani va in griglia di partenza a intervistare Piquet e in mondovisione tutti ascoltano la telefonata tra lui e Nannini, che si trova in ospedale, con Nelson e Briatore che lo salutano e lo aspettano in griglia di partenza. Un’attesa che, purtroppo, verrà vanificata, con Alessandro che riapparirà solo nelle vesti di spettatore.

Però, i veri protagonisti attesi di giornata sono ancora loro due: Alain Prost e Ayrton Senna, ancora una volta ai ferri corti per la lotta iridata. In questa stagione, però, si presentano a Suzuka a parti invertite rispetto al 1989, con Senna che dispone di un enorme vantaggo sul rivale francese, che nel corso della stagione dovrà anche combattere contro il suo ostico compagno di squadra, Nigel Mansell, che gli farà un brutto scherzo all’Estoril, quando andrà a vincere la gara tenendosi dietro il caposquadra francese.

I due, nemmeno a dirlo, sono i protagonisti annunciati delle qualifiche, visto che monopolizzeranno la prima fila e tutte le attenzioni della vigilia. Saranno inseguiti dai compagni di squadra Berger (quarto) e Mansell (terzo); quest’ultimo, dopo il bluff del ritiro per gli screzi con Prost, annuncia di aver trovato un accordo con la Williams per l’anno successivo, ma questa sarà un’altra storia.

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Al semaforo verde, Senna parte male e Prost sembra avere gioco facile, ma non passa nemmeno una curva che Senna riesce a raggiungere il rivale e gli rende il “favore” dell’anno prima spedendolo fuori pista. Fine dei giochi. Senna vince il suo secondo titolo iridato tra le polemiche. Mansell e Berger si ritirano anch’essi, lasciando Ferrari e McLaren a mani vuote e ad approfittarne sarà, ironia della sorte, proprio la Benetton, che piazza una splendida dopietta con Piquet e Moreno dedicandola allo sfortunato Nannini. E la conclusione della stagione vedrà un’altra vittoria di Piquet sul circuito di Adelaide.

Da registrare l’ottima prova di Aguri Suzuki, terzo, che regala un podio alla Larrousse spinta dal V12 Lamborghini progettato da Mauro Forghieri, e di Satoru Nakajima, che si piazza alle spalle di Patrese e Boutsen con le Williams.

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