21 Febbraio 2014 – Ron Dennis è uno dei personaggi più rappresentativi del mondo della Formula 1, quasi sicuramente uno dei team manager più vincenti della storia.
La sua vocazione per le corse sboccia in tenera età, infatti già a 16 anni abbandona gli studi e inizia a lavorare come meccanico; nel 1966, a soli 19 anni, entra come meccanico alla Cooper e a soli 22 anni diventerà capo meccanico della Brabham, team nel quale si trasferirà di lì a poco.Dennis fu incaricato nel 1970 da Jack Brabham in persona e da Ron Tauranac, proprietari del team, di gestire integralmente la trasferta americana della scuderia, curandone ogni aspetto, e da lì ha avuto la sensazione di essere in grado di gestire un proprio team.
E infatti nel 1973 fonderà un proprio team di Formula 2 insieme a Neil Trundle, la Rondel Racing, che ebbe un discreto successo, e gestì diverse scuderie della stessa serie.
Nel 1981, però, compie il grande salto: il suo team Project Four entra in Formula 1 fondendosi con la McLaren, che diventerà il McLaren Formula One team e da subito darà vita a innovazioni che cambieranno in modo irreversibile la storia della Formula 1.
La prima vettura, la Mp4/1, affidata alle mani di John Barnard, è infatti la prima monoposto interamente progettata in fibra di carbonio e telaio monoscocca. Il progetto, al quale verrà abbinato il motore Ford Cosworth DFV, vincerà alla prima stagione con John Watson nella gara di casa a Silverstone. Nel 1982 l’arrivo di Lauda e del motore TAG-Porsche permetteranno alla McLaren di sfiorare il titolo mondiale grazie a John Watson; nel 1983 dovrà accontentarsi di un solo successo.Nel 1984 John Barnard crea la Mp4/2 con significative modifiche in tema di aerodinamica e cambio; grazie all’approdo di Alain Prost la scuderia dominerà la stagione, al punto che i due piloti saranno separati alla fine da solo mezzo punto. Si tratta del primo acuto della gestione Dennis, all’insegna del dominio assoluto.La storia si ripete nel 1985, in cui Prost si vedrà contendere il titolo da Alboreto, e nel 1986, con il francese che approfitterà della lotta interna in casa Williams tra Nigel Mansell e Nelson Piquet, e la Williams si aggiudicherà il Mondiale costruttori.
Nel 1987 Barnard abbandonerà la McLaren e, nonostante le buone prestazioni della Mp4/3, Prost non riuscirà a confermare il titolo a causa di diversi problemi di affidabilità.
Nel 1988 Ron Dennis prende due decisioni fondamentali, sigla un accordo con la Honda per la fornitura dei motori e ingaggia l’asso brasiliano Ayrton Senna, affidando il disegno della monoposto a Gordon Murray. Il risultato è la McLaren Mp4/4, la monoposto più vincente di sempre, con 15 vittorie su 16 gare, spinta da un motore da 1200 cavalli, con il brasiliano che si aggiudicherà il suo primo titolo mondiale, seguito dal francese, che avrebbe vinto se tutti i punti fossero stati attribuiti.
La stagione 1989, con il ritorno dei motori aspirati (la Honda porterà un V10) in cui sarà la Ferrari a stupire per alcune innovazioni come il cambio sequenziale con comandi al volante, vedrà un altro dominio della coppia Senna-Prost, che però non si risolverà amichevolmente, visto che i due si scontreranno alla chicane del Triangolo sul circuito di Suzuka e il titolo andrà al francese.
Prost abbandonerà la scuderia di Woking per approdare in Ferrari e allora Dennis lo scambia con Gerhard Berger, che con Ayrton Senna creerà una delle coppie più forti della storia, di sicuro la più bella dal punto di vista umano. I due collaboreranno contribuendo allo sviluppo della Mp4/5, mentre in casa Ferrari ci saranno scintille tra Alain Prost e Nigel Mansell. Il francese, però, anche in quella stagione si contenderà con Senna il titolo, ma anche in questo caso il successo arriderà al team di Ron Dennis, grazie all’incidente tra i due alla prima curva del circuito di Suzuka.Per il 1991 Senna viene contattato dalla Ferrari che instaura una trattativa, ma le resistenze di Prost da un lato e il convincimento di Ron Dennis dall’altro lo faranno rimanere in McLaren. La scelta fu azzeccata; Senna conquisterà il suo terzo titolo sulla Mp4/6 progettata da Neil Oatley e motorizzata dal potentissimo V12 Honda nella gara in cui la regia di Ron Dennis darà vita al gesto di sportività più bello della storia. All’ultima curva del circuito di Suzuka, infatti, Senna si farà raggiungere da Berger e gli darà strada subito dopo la chicane del Triangolo, regalandogli la vittoria. Un modo per ringraziarlo e omaggiarlo di tutto il lavoro svolto e del contributo alla conquista.Il 1992 vedrà una stagione altalenante, con la McLaren Mp4/7 dotata di cambio semiautomatico e acceleratore con controllo elettronico, telaio in fibra di carbonio con funzione di carrozzeria, muso rialzato. La scuderia arriverà seconda dietro la Williams, nonostante alcuni problemi di affidabilità che faranno scivolare Senna al quarto posto in classifica piloti.
Nel 1993 la Honda abbandona la McLaren, con Berger che torna in Ferrari in cui farà coppia con Alesi; la Mp4/8 motorizzata Ford non sembra reggere il confronto con la Williams, ma il talento di Senna gli permetterà di insediarsi in classiica tra Prost e Hill.
A fianco di Senna, dopo l’avvicendamento di Michael Andretti licenziato verso fine stagione, Ron Dennis schiererà un altro pilota destinato a regalare nuovi successi alla McLaren: Mika Hakkinen. Il finlandese, che sarà protagonista di un terribile incidente ad Adelaide nel 1995 (anno in cui la McLaren siglerà il’accordo di motorizzazione con la Mercedes e arricchirà il suo parco di firme prestigiose assicurandosi l’ingaggio di Nigel Mansell, che però abbandonerà dopo sole 2 gare), inizierà la sua serie di vittorie nel 1997, all’ultima gara di Jerez.
In quella stagione Dennis mette a segno un altro colpo;: si assicura le prestazioni del progettista Adrian Newey, proveniente dalla Williams, che darà vita alla Mp4/13. Grazie a questa monoposto, Hakkinen vincerà il titolo, anche se alcune ombre si addenseranno a seguito all’incidente che vedrà protagonisti Schumacher e Coulthard al Gran Premio del Belgio, che sarebbe stato ordito da Dennis per favorire Hakkinen.
Il finlandese si ripeterà nel 1999, sempre all’ultima gara di Suzuka, favorito anche dalla manovra di Michael Schumacher, che sbaglierà la partenza. Dennis, Newey e Hakkinen saranno il nuovo gruppo da battere e nel 2000 daranno filo da torcere alla Ferrari di Michael Schumacher, che vincerà il titolo ancora una volta a Suzuka. Il finlandese nel 2001 entrerà in crisi e lascerà a fine stagione, ma verrà prontamente sostituito dal compagno di squadra Coulthard, che nel 2001 arriverà secondo. La crisi degli anni successivi (o per meglio dire il dominio Ferrari) allontanerà Newey dalla McLaren e occorrerà attendere il 2003 per vedere una monoposto made in Woking lottare per il titolo, grazie a Kimi Raikkonen, che insidierà Michael Schumacher fino a Suzuka nella rincorsa iridata.Raikkonen ci riproverà anche nel 2005, ma nella lotta con Fernando Alonso lo spagnolo della Renault avrà la meglio sul finlandese. Andrà peggio nel 2006, e allora Dennis decide di convincere Fernando Alonso a vestire i colori della propria scuderia. Al suo fianco, però, non trova un esordiente qualsiasi bensì un pilota che è stato seguito dalla McLaren sin dai tempi del kart, Lewis Hamilton. Lo spagnolo non gradirà la situazione che si era venuta a creare nel box McLaren nel corso del 2007 e andrà allo scontro frontale con l’inglese; i due arriveranno in classifica mondiale a pari punti, ma verranno superati per una lunghezza da Kimi Raikkonen, passato alla Ferrari. Lo spagnolo riserverà un altro “regalo” a Ron Dennis, minacciando di rivelare i dettagli della Spy Story, lo scandalo che coinvolgerà tutta la McLaren e il capomeccanico della Ferrari Nigel Stepney e che consegnerà alla Ferrari anche il Mondiale costruttori.
Si tratta del momento peggiore per Ron Dennis, investito da critiche roventi, ma a risollevare le sorti della McLaren ci penserà Lewis Hamilton, che si aggiudicherà il Mondale 2008 nell’ultima curva del circuito di Interlagos. Anche in questo caso ci saranno sei sospetti sul comportamento di Glock, sta di fatto che si tratta dell’ultimo titolo per la McLaren.
L’anno successivo Dennis annuncia prima del via della stagione il suo disimpegno dalla McLaren, occupandosi di vetture stradali. Per coincidenza, con l’arrivederci di Dennis, la McLaren non vincerà più un titolo mondiale. All’inizio del 2014, però, Dennis sembra non resistere alla tentazione di tornare sul muretto e annuncia il proprio ritorno al timone della scuderia, dopo che per il 2015 è stato annunciato il ritorno della Honda come motorista. E le sorprese, di certo, con Dennis al comando non mancheranno…
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