F1 | Una volta non c’erano i drive-through

Da Tony77g @antoniogranato

Luca SarperoF1Sport.it

26 Novembre 2013 – Domenica abbiamo assistito ad uno spettacolo indecoroso, che ha avuto come protagonisti i membri della commissione gara del Gp del Brasile. Felipe Massa è stato punito con un drive through mentre occupava un’eccellente (per quello a cui ci ha abituato il pilota carioca) quarto posto. La causa? taglio eccessivo della linea bianca che separa l’entrata ai box dal tracciato. Furbata o no, in Formula 1 si è visto ben peggio ed è stato tutto impunito. 

La giuria in Brasile ha sentenziato che Massa non è stato corretto, ed è stato punito, ma cosa avrebbero fatto se tutto ciò fosse successo in passato? Il magico, l’indimenticabile Ayrton Senna era spesso e volentieri etichettato da tutti come “pilota pericoloso” agli inzi della sua carriera. Quando si scontrò con Alboreto (non solo “per modo di dire” ma effettivamente a Monaco 85 in qualifica e Germania 87), il grande Michele cosa fece? Accese la radio, alla Rosberg (Nico), chiamando Charlie Whiting e chiedendo un bel drive through? No. Poche settimane dopo, al Gp d’ Austria 87, “pinzò” a sorpresa un pò troppo i freni in rettilineo e Senna, tamponandolo, ci rimise il muso della sua Lotus. Mica male! Senna imparò la lezione e mai più andò a rompere le scatole al buon Michele Alboreto. Anzi, i fatti di Suzuka 90 insegnano che da più soddisfazione restituire una “macchinata” piuttosto che vedere il rivale procedere col limitatore in corsia box.

Facciamo un salto indietro nel tempo: Messico 1964. In uno dei finali mondiali più avvincenti di sempre, Graham Hill è in piena lotta per l’iride con John Surtees. Hill trova sulla strada un gigantesco Bandini che, con l’ausilio di manovre non proprio regolari, chiude ogni tentativo di sorpasso dell’inglese fino a portarlo all’incidente. Hill ripartirà ma le sue chances iridate crollano e il campionato finì nelle mani di Surtees; mentre per Bandini arrivarono lavate di capa da un pò tutta la Formula 1 compreso un regalo di natale in tipico “English Style”. Graham Hill fece arrivare sotto l’albero nella bucolica casa di Bandini un manuale di guida.Un gesto così sortisce più effetto di un qualsiasi drive-through; poco ma sicuro! Hill ebbe modo di vendicarsi 3 anni dopo nel Gp di Monaco del 1967  fatale a Bandini ostacolando il pilota di Brisighella nella sua furiosa rimonta verso la testa della gara persa per un testacoda. Fatti di Monaco a parte, sicuramente non erano nell’intento di Hill, bastò un libro provocatorio, un saluto tolto e Bandini capì che quando doveva difendersi doveva rispettare un pò di più il regolamento.

Sempre in un finale di campionato fondamentale per l’assegnazione del mondiale, l’esperto Jones speronò al via il giovane e irruento Nelson Piquet che partiva in pole. La gara fu sospesa, Piquet cambiò vettura ma quella di riserva non era assettata come l’ufficiale e il brasiliano si dovette arrendere al motore della sua Brabham in fumo. Jones, secondo alla fine e senza drive-through da scontare, si portò a casa il titolo e a Piquet non rimase altro che attendere 3 anni per vincere il suo primo mondiale di Formula 1.

Ma in tutto ciò ne vogliamo parlare di Schumacher? Di manovre sul filo del regolamento il Kaiser ne ha a bizzeffe. Ad Adelaide 94, Schumacher conquista la prima corona di campione del mondo tra le polemiche. Al 35esimo passaggio sbatte contro le barriere ma rientra in pista. Capendo che il mondiale sarebbe perso, apre un portone alla curva successiva a Damon Hill che si butta dentro. La curva è una ma a volerci passare sono in 2, risultato: crash e addio mondiale per Hill (Damon) Penalità? Macchè! Iride a Schumacher e tanti saluti al regolamento. In Canada nel 98 Schumacher esce dai box dopo un pit stop e si lancia in traiettoria facendo come non ci fosse Frentzen che stava sopraggiungendo; morale: gran botta per Frentzen e Schumy che ne esce senza un graffio. A fine gara il kaiser dichiarerà: “Non ho visto Frentzen che arriva”. A toglierli le fette di salame sulla visiera del casco ci penserà Coulthard in Belgio sotto al diluvio. In quell’occasione Schumacher poteva davvero dire che non aveva visto la Mclaren dello scozzese dietro una nube d’acqua ma, come poi ammise lo stesso Coulthard, fu la stessa seconda guida dalla Mclaren a frenare appositamente per interrompere la cavalcata del tedesco su Ferrari. Tra Coulthard e Micheal c’era un feeling particolare: due anni dopo a Magny Cours, Schumacher accompagna all’ esterno lo scozzese che cercava un sorpasso. Coulthard ringrazia mediante dito medio e tanti saluti. Capito il Kaiser di Kerpen? Bene, nessuna di queste manovre gli è mai costata 3 metri di drive-through

Non si vuole tollerare le manovre scorrette in maniera spudorata, ma un pò più di tolleranza sarebbe, almeno, legittima. Che piaccia o meno, la Formula 1 ha sempre vissuto di piloti capaci di vincere per capacità proprie e guida “border-line” tra infrazione e correttezza. Equilibristi del rischio, ma anche del regolamento, hanno regalato emozioni e anche polemiche che hanno contornato momenti indimenticabili per questo sport. Il tutto si risolveva con vendette trasversali e conti regolati mediante “macchinate” (per dirla alla Gabbiani o Merzario) in pista e non arringhe degne di un avvocato dietro ad una scrivania con come giudici tre personaggi di turno pronti a fare ciò che, una volta era, impossibile per chiunque: radiocomandare una corsa. Detto ciò, lasciamo respirare questi piloti sempre più geometri del sorpasso e vedremo che il DRS, padre di sorpassi insipidi, freddi e senza cenno di azzardo, non avrà l’influenza che ha ora in un Gran Premio. Lasciamo respirare questi piloti, altrimenti soffocheremo la Formula 1.

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