A cura della RedazioneF1Sport.it
30 aprile 2014 – Non poteva essere altrimenti, la giornata odierna segna il ventennale dalla scomparsa di Roland Ratzenberger, il pilota dimenticato, il pilota che forse è stato (volutamente?) oscurato da quella che è stata la tragedia che si è abbattuta sul mondo delle corse il giorno dopo, ossia la scomparsa di Senna, il pilota che non è stato accompagnato nel suo ultimo viaggio praticamente da nessuno, nemmeno dagli uomini della sua Simtek, ma solo dai colleghi austriaci Berger e Wendlinger, l’esordiente sfortunato, insomma, un pilota la cui carriera in Formula 1 è stata fin troppo breve per poter descrivere quello che è stato nel corso della sua precedente carriera nelle serie minori, a ruote coperte e a ruote scoperte.
Nel 1988 esordisce in Formula 3000 e compie un’impresa straordinaria, sul circuito del Nurburgring: parte dal 25. posto e riesce a risalire fino al sesto posto, prima dell’incidente che lo costringe a ritirarsi con Mauro Martini. Dopo due incidenti abbastanza pericolosi, in cui la vettura si spezza in due parti, Ratzenberger decuise di abbandonare la categoria, per correre nel BTCC. In questa categorias, in cui terminerà la stagione, corse 6 gare e terminò sul podiuo in 5 di esse, dominando la gara di Thruxton.
Nell 1990 diventa il primo pilota europeo a sbarcare in Giappone, correndo per BMW e Toyota nella Formula 3000 giapponese e sarà istruttore nella scuola di pilotaggio di Walter Lechner. Giunge il momento del grande sbarco, dell’arrivo nella categoria principe dell’automobilismo, la Formula 1: Ratzenberger attira le attenzioni di un talent-scout di indubbio fiuto come Eddie Jordan, che gli fa sottoscrivere un contratto, ma i suoi sponsor, purtroppo, lo faranno desistere dal suo sogno e sarà costretto a rinunciare a quel sedile in favore, probabilmente, di Bertrand Gachot, lo stesso che gli cederà il posto alla Simtek nella tragica stagione 1994, e lo stesso che cederà quel sedile a Michael Schumacher dopo il suo arresto.
Nella sua esperienza nipponica, Ratzenberger si guadagna la nomea di pilota puntiglioso e attento alla sicurezza. Nel corso di una gara al Fuji, il suo compagno Anthony Reid è vittima di un terribile incidente e perde il casco per la forza d’urto. Ratzenberger, presenta alla scena, prende sotto braccio un suo amico giornalista e insieme scrivono un’articolo che denuncia le condizioni e la preparazione molto sommarie dei tecnici di percorso con gli occhi a mandorla.
Ratzenberger annovera nel suo curriculum anche 4 partecipazioni alla 24 Ore di Le Mans. La prima è del 1990 in coppia con Henri Raphanel e Naoki Nagasaka alla guida della Toyota 90C-v del team Sard, ma senza ottenere risultati di rilievo. Nel 1991 ci riprova con una Porsche ma è ancora un ritiro a fermare le sue ambizioni. Meglio va nel 1992, quando è secondo di categoria C2 in coppia con Eje Elgh e Eddie Irvine ancora al volante di una Porsche. Nel 1993, alla sua ultima partecipazione, arriva il miglior risultato; ossia la vittoria di categoria C2 al volante della sempre verde Porsche in coppia con la sua vecchia conoscenza Nagasaka e con il nostro Mauro Martini.
Sabato 30 Aprile 1994. Roland Ratzenberger esce dal box per tentare un giro veloce. Inutile e forse azzardato, perchè con Barrichello infortunato e Paul Belmondo assente, lui in gara ci sarà comunque. Si prepara per il giro di lancio ma, forse, commette un errore e danneggia l’ala anteriore di una Simtek lenta e fragile. Roland non rientra ai box ma si lancia a tutta velocità verso la curva Tamburello e poi la Villeneuve. E’ un attimo che non doveva succedere, ma è successo nel momento peggiore. Alla curva Villeneuve l’alettone cede di schianto lasciando il povero Ratzenberger senza controllo in 6° marcia piena a 314,9 Km/h con la Simtek che punta, inesorabile, verso il muro. L’urto è tremendo. La vettura striscia lungo tutto il muro, taglia il prato della curva Tosa e si ferma in mezzo alla pista lasciando alle telecamere tutte le immagini cruente che un’incidente così può creare. La cellula di sicurezza ha ceduto lasciando addirittura intravedere la tuta del pilota, mentre sul casco si vedono dei segni rossi che non c’è bisogno di spiegarne la natura.
Questa è la storia di Roland Ratzenberger. Una delle storie più tristi della Formula 1. La storia di un ragazzo venuto su dal nulla, che con passione e dedizione ha coronato il suo sogno di correre nella massima categoria. Una storia triste anche perchè il giorno dei funerali dal mondo della F1 ci saranno solo Berger, Wendlingler (suo amico che accompagnava spesso in aereo nelle trasferte) e Max Mosley patron della Simtek. Nel mondo che ingoia e dimentica facilmente, non c’era spazio neanche per una doppia celebrazione. Oggi Ratzenberger riposa nel cimitero di Maxglan con una targa che porta stilizzato il casco e una frase: “Deceduto nel corso delle qualifiche per il Gran Premio di San Marino del 30 Aprile 1994: stava inseguendo il suo sogno”.
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F1|Imola ’94 ep.8: 20 anni fa la tragedia di Roland RatzenbergerF1Sport.it - F1 Formula 1 F1 Tecnica F1 News Team Analisi