Cinquanta chili ero e cinquanta chili sono, dopo due anni. Anche se dopo il pacco di anacardi tostati e salati che ho trangugiato un'ora fa davanti al pc e i successivi 300 wafer alla nocciola che sto consumando mentre scrivo non sono più tanto sicura che il peso sia rimasto invariato. La verità è che fa freddo e il freddo a me fa questo effetto: ho voglia di coccole e mi coccolo con tanto di quel junk food che finché non arriva lo sdegno non smetto. E poi ho fame, una fame chimica. Non solo per il freddo ma anche perché ormai i nani hanno deciso che dopo il loro pranzo (o la loro cena), devono sedersi a tavola di nuovo con noi e consumare tutto il nostro cibo. Ormai io e il papi siamo ridotti a fare scarpetta nel sughetto, se qualcuno si è ricordato di comprare il pane. Altrimenti consumiamo cadaveri ammuffiti dal frigo pur di riempire la pancia con qualcosa. I nani sono belli pasciuti, invece, alla faccia nostra. E quindi arrivo in ufficio morta di fame e consumo roba dalla dispensa dell'ufficio come se non ci fosse un domani. Però domani la devo svuotare questa cazzo di dispensa: ci ficco dentro un sedano e così mi passa la voglia di mangiare ché l'inverno è lungo e io di figli con biciclette non ne partorirò più. E non avrò più scuse.
Cinquanta chili ero e cinquanta chili sono, dopo due anni. Anche se dopo il pacco di anacardi tostati e salati che ho trangugiato un'ora fa davanti al pc e i successivi 300 wafer alla nocciola che sto consumando mentre scrivo non sono più tanto sicura che il peso sia rimasto invariato. La verità è che fa freddo e il freddo a me fa questo effetto: ho voglia di coccole e mi coccolo con tanto di quel junk food che finché non arriva lo sdegno non smetto. E poi ho fame, una fame chimica. Non solo per il freddo ma anche perché ormai i nani hanno deciso che dopo il loro pranzo (o la loro cena), devono sedersi a tavola di nuovo con noi e consumare tutto il nostro cibo. Ormai io e il papi siamo ridotti a fare scarpetta nel sughetto, se qualcuno si è ricordato di comprare il pane. Altrimenti consumiamo cadaveri ammuffiti dal frigo pur di riempire la pancia con qualcosa. I nani sono belli pasciuti, invece, alla faccia nostra. E quindi arrivo in ufficio morta di fame e consumo roba dalla dispensa dell'ufficio come se non ci fosse un domani. Però domani la devo svuotare questa cazzo di dispensa: ci ficco dentro un sedano e così mi passa la voglia di mangiare ché l'inverno è lungo e io di figli con biciclette non ne partorirò più. E non avrò più scuse.
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