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Fa freddo da morire

Creato il 12 dicembre 2013 da Albertocapece
Ritratto dei

1930 Ritratto dei “Samaritani per i disoccupati” in azione per l’aiuto invernale. 

Fu nel 1923 che i disoccupati organizzati della grande Amburgo cominciarono una raccolta di fondi per offrire abiti e rifugi durante la stagione invernale. Poi seguirono la Caritas, la Croce Rossa, le Missioni interne luterane, l’Associazione per il welfare paritario tra ebrei e tedeschi, i sindacati e i governi regionali tanto che l’anno dopo a livello nazionale si era già creata la lega tedesca per il Welfare volontario invernale. Quando arrivò la grande crisi anche il governo centrale decise di stanziare fondi per la Winterhilfe che furono ottenuti anche grazie all’emissione di appositi francobolli. La cosa funzionava così bene che ci si misero anche i nazisti con una loro organizzazione e in seguito, conquistato il potere, fecero degli aiuti invernali uno dei loro punti di forza del consenso tanto da spendere oltre 400 milioni di marchi l’anno e fino a un miliardo e mezzo in tempo di guerra (più di 7 miliardi di euro di ora ).

Ancora adesso tra  le garanzie di base del welfare in Germania c’è il riscaldamento gratuito per chi non ce la fa e la stessa cosa avviene anche in Svizzera. Ma in Italia si può tranquillamente morire di freddo, come è capitato a un pensionato di 77 anni a cui avevano tagliato il riscaldamento perché da due mesi non era più in grado di pagare la bolletta del gas. Difficile vivere con 800 euro al mese (una pensione da nababbo rispetto a quelle minime e a quelle che verranno) con una moglie e una figlia disoccupata e con l’affitto da pagare. Con la sola stufetta elettrica è andato in ipotermia. 

Questa è l’Italia che orgogliosamente regredisce grazie alle sue palle d’acciaio, alle sue tempre leonine, a una politica così sterile e priva di idee per la quale ogni sguardo sul concreto è populista. Certo il pensionato di Fano sarà morto anche per il concorso di altre patologie, ma la mancanza di riscaldamento rischia di diventare via via più drammatico nell’Italia immiserita alla quale non viene risparmiata nemmeno la beffa della prossima e inevitabile ripresa. Però a tutto questo nessuno ci pensa perché di certo non ci sono i soldi per queste sciocchezze, non c’è la volontà, perché è improponibile pensare a un nuovo tipo di welfare quando si è ancora intenti a demolire i resti di quel poco che c’era. Poi s’indignano per il caos, ma queste piccole tragedie che annunciano un futuro nero non fanno loro né caldo, né freddo. Figurarsi se possono pensare al riscaldamento.


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