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Fabio De Luigi: Spensierata Comicità di Stampo Anglosassone

Creato il 28 novembre 2011 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Postato il novembre 28, 2011 | CINEMA | Autore: Giuseppe Floriano Bonanno

Fabio De Luigi: Spensierata Comicità di Stampo Anglosassone“La peggior settimana della mia vita”, esordio alla regia di Alessandro Genovesi, con Fabio De Luigi assoluto mattatore, è uno di quei film leggeri, forse per qualcuno anche banali, ma infinitamente disincantati che riescono ad assolvere in pieno alla loro missione, cioè regalare spensierato divertimento ad una sala che, a tratti, risponde partecipe con un coro sonoro e sentito di grasse e convinte risate. Paolo, un pasticcione nato, è prossimo alle nozze con Margherita, la giovane donna che ama sinceramente. La settimana che precede il matrimonio, preludio ad un avvenire roseo e soave, si trasforma però in un lungo, tragicomico incubo; tutto infatti sembra rivoltarsi contro di lui e le sue legittime aspirazioni. Perseguitato da una collega, sua ex fiamma, che fa di tutto per mandare all’aria lo sposalizio e accompagnato da un testimone di nozze, Ivano (un Alessandro Siani troppo spassoso), totalmente inaffidabile, che una ne pensa e cento ne combina, Paolo pone in atto una serie di improvvide azioni che produrranno conseguenze disastrose per la sua immagine agli occhi della fidanzata e dei futuri suoceri nonché per la salute di cani e anziani parenti dell’amata.

Fabio De Luigi: Spensierata Comicità di Stampo Anglosassone

Il regista può essere accostato a Fausto Brizzi e Federico Moccia, per il tentativo di aprire un nuovo corso, volto ad una sorta di “globalizzazione”, della commedia italiana: la strada è fin troppo evidente, le storie e i personaggi consueti della comicità nostrana, con la tipica vocazione alle maschere e alla satira, vengono sostituiti con una certa cautela da un tipo di sit-com di stampo più prettamente anglosassone. Genovesi si avvale dunque di tutto un armamentario di derivazione americana ed inglese partendo da un format della BBC per farne poi una piacevole commedia a metà strada tra “Ti presento i miei” e “Il diario di Bridget Jones”, conditi in salsa british che fa tanto Mr. Bean. Ne esce fuori un prodotto certo leggero e senza pretese di capolavoro, ma che, nella fusione fra tradizione italiana e anglosassone, riesce a regalarci un tipo di comicità farsesca, magari un po’ sopra le righe, permeata di toni candidi e melliflui, su cui si erge imperiosa la figura di Fabio De Luigi, sornione e gigione quanto basta per prendersi sulle solide spalle l’intera pellicola.

Fabio De Luigi: Spensierata Comicità di Stampo Anglosassone

È difatti attraverso la sua imperturbabile maschera che si avvia e si compie questo autentico calvario umoristico di sfighe e umiliazioni che, pur risentendo, nel ritmo un po’ sincopato, della sua derivazione dal format televisivo cui è ispirato, riesce, proprio attraverso le naturali ellissi della struttura a episodi, a fornire il credibile alibi per concentrarsi solo sugli incredibili ed improbabili disastri riuscendo così a suscitare il riso più agilmente. Sorretto da un cast ben assortito e che riesce ad assolvere compiutamente al suo ruolo di “spalla” di De Luigi, il film giunge in punta di piedi al termine dopo aver regalato allegria e riportato alla memoria quelle adorabili comiche che tanto, lievemente, ci divertivano quando eravamo bambini.

Fabio De Luigi: Spensierata Comicità di Stampo Anglosassone



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