“Io ho portato fortuna a Barack Obama. Harry Potter l’ha portata a me”.
A confessarlo è Fabio Franceschi, nato a Camposampiero (PD) nel 1969, componente dell’Advisory Board della Presidenza della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Padova, nonché Presidente e Amministratore Unico di Grafica Veneta S.p.a, una realtà in espansione - nata sulle ceneri di un’altra sull’orlo del fallimento - che ha in qualche modo partecipato persino alle recenti elezioni presidenziali degli States. Ha stampato i libri di Harry Potter e stampa il New York Times.
Un tipo tosto e parecchio dinamico Franceschi. Tanto che chi lo conosce bene e lavora con lui dice: “Fa una riunione la mattina e una la sera con i suoi collaboratori, prende in mano un libro e gli fa la tac, perché quando esce da Via Malcanton deve essere perfetto. Se non è all’estero, si occupa della produzione con gli operai. Se non è in sella alla sua bici, fa ginnastica. Corre sempre. Anche stando fermo”. E i risultati si vedono, come leggeremo da questa intervista. Franceschi sta investendo sull’energia eolica, punta tutto sul green. Ha ampliato lo stabilimento e paga cash al Comune gli oneri per costruire piste ciclabili.
Tutto è cominciato negli anni ’90, quando decide di collaborare all’attività tipografica della famiglia, sviluppando una particolare propensione al settore commerciale. Nel 2001 rileva l’azienda, concentrandosi sulla stampa di libri.
Presidente, ci racconti perché ha deciso di rilevare un’azienda in crisi.
Era la tipografia di famiglia, prima di mio padre e poi di mio zio. Ci lavoravano meno di dieci dipendenti, che stampavano documenti per la pubblica amministrazione: dai bollettini postali alla raccolta di delibere regionali. I miei interessi erano altrove, mi occupavo d’altro. A quel tempo cominciai a vedere in questa piccola realtà una sfida. Ora siamo considerati la tipografia dei best seller. Stampiamo una media di 20 titoli al giorno.
Non ha avuto paura di rischiare? Chi l’ha aiutata in quell’operazione?
Ho intuito che si andava verso una tendenza: aggiungere ai quotidiani gli allegati e quindi i libri. Ho pensato che si poteva stamparli in 24 ore con una divisione speciale e ho dimostrato in breve tempo che una terra come quella di Trebaseleghe in provincia di Padova senza vocazione alla stampa poteva dare buoni risultati. E così è stato.
Nessuna difficoltà, nessuno che abbia tentato di ostacolarla?
I miei detrattori lavorano tutti con me ora.
Stampa il NYT. E’ così? Cos’altro è successo dal 2002?
Il fatto di avere una sezione speciale che in 48 ore è capace di consegnare oltre Oceano migliaia di copie fa la differenza. L’istant book di Obama ci ha dato una marcia in più. In dieci anni ci siamo affermati sul mercato internazionale. Le prime sessanta case editrici sono i nostri clienti abituali. Conto sulla collaborazione di 250 dipendenti, soprattutto giovani. Con la crisi ho affiancato anche professionalità “datate”, che hanno saputo creare un ottimo spirito di squadra.
Veniamo agli investimenti green
Con la svolta green siamo il primo insediamento industriale italiano “carbon free”, ovvero completamente autonomo sotto il profilo energetico. Grazie alla dotazione di pannelli solari installati sul tetto di 100 mila mq – che ci fanno risparmiare 7 mila tonnellate l’anno di CO2 – l’uso della carta riciclata, di copertine in bioplastica, di inchiostro vegetale e di colla naturale possiamo definire il nostro prodotto aziendale un “eco book”. In programma c’è un percorso didattico che consente, a grandi ed adulti, di visitare i processi produttivi dalla lastre fino alla stampa delle pagine e al confezionamento completo di un’opera. Ho investito 50 milioni per un progetto che prevede oasi di lettura, biblioteca vivente, nursery del fumetto e finestra sull’anteprima letteraria.
Sono queste le carte vincenti?
Da più di un anno abbiamo scelto la bioenergia, conquistando l’editoria nordica soprattutto quella svedese più attenta all’impatto ambientale zero. Dal nostro stabilimento escono in un anno quasi cento milioni di copie con la certificazione FSC (Forest Stewardship Council) e PEFC (Pan European Forest Council), il quantitativo annuo di oltre 2 milioni di chili cartacei. Con il riutilizzo degli scarti da macero garantiamo la sopravvivenza di 28.500 conifere pari a 8 ettari di boschi. Il trend positivo continua da più di un decennio d’attività, l’incremento è del 15 per cento sullo stampato e addirittura del 30 per cento sul fatturato, di cui il 70 per cento grazie all’export.
E tutto questo mentre il settore in Italia non versa in condizioni felici. Le chiedo ancora: “Qual è il segreto”?
Produrre un libro mi costa mediamente un euro, e lo rivendo all’editore a un euro e trenta. Margini che allontanano, almeno per ora, la paura della diffusione massiccia degli e-book. Anche perché, dal Brasile alla Russia – dove il fatturato è passato da 3,6 a 9 milioni di euro in un anno, gli allegati vanno ancora forte.
Innovazione di processo. E’ questa la parolina magica?
Investendo in nuove tecnologie e migliorando l’organizzazione del processo produttivo, ci siamo specializzati nella realizzazione di grandi quantitativi in pochissimo tempo. Una manna per gli editori di bestseller, che con l’aumento dei lettori sono costretti ad effettuare ristampe su ristampe in tempi molto brevi. Non ci fermiamo alla velocità. Puntiamo sempre alla qualità e alla precisione, focalizzando l’attenzione sul tema della sostenibilità. Il nostro è un eco-bilancio, che chiude in positivo.
Progetti per il futuro? E, soprattutto, l’appalto che vorrebbe vincere?
L’appalto parla arabo e si chiama Corano. Iniziamo a incontrare segnali di apertura da parte degli editori del Medio Oriente. Non è facile. Servono alcune condizioni, ma ci proveremo.
I numeri a cui potrebbe arrivare?
Beh, 35 milioni di copie l’anno e un incremento del personale di religione musulmana.
La mia stampella è il territorio: il nord est e la sua dinamicità. Mi sento tosto per un altro motivo. Perché ho investito direttamente in una scuola di formazione politica per under 30, a cui si sono iscritti 50 ragazzi con l’impegno e lo spirito di servizio verso la collettività. Il più giovane ha 18 anni, il più “anziano” 29.
Un tipo tosto, che ha potuto beneficiare di una magia. E’ così?
Harry Potter è un maghetto e qualche magia l’ha fatta. Meno la sua esigente autrice: la Rowling ci ha fatto fare le ore piccole.
Lei, invece, con l’instant book ha portato fortuna ad Obama?
Credo di si, visto che è ancora Presidente degli Stati Uniti.
Cinzia Ficco