Fabio Pusterla ha vinto il 55.mo Premio Internazionale Il Ceppo di Pistoia, assegnatogli (è una delle particolarità del Premio) dalla Giuria del
Giovani Lettori, dai 16 ai 35 anni, che ha scelto nell’ambito della terna a cui abbiamo accennato nei post precedenti. Fabio Pusterla era stato
selezionato “per aver posto l’accento in Corpo stellare (Marcos y Marcos, 2010) sulla profonda immedesimazione del corpo nella natura, fino a
tendere verso un’unità androgina originaria. Il suo discorso poetico vola sopra l’aneddotico e l’immediato e diviene via via il racconto, il canto, la
contestazione, la riflessione di una situazione drammaticamente umana" (dalla motivazione di Martha Canfield).
FABIO PUSTERLA
Corpo stellare
Mi segui con un pensiero, sei un pensiero
che non devo nemmeno pensare, come un brivido
mi strini piano la pelle, muovi gli occhi
verso un punto chiaro di luce. Sei un ricordo
perduto e luminoso, sei il mio sogno
senza sogno e senza ricordi, la porta che chiude
e apre sulla corrente di un fiume impetuoso. Sei una cosa
che nessuna parola può dire e che in ogni parola
risuona come l'eco di un lento respiro, sei il mio vento
di foglie e primavere, la voce che chiama
da un posto che non so e riconosco e che è mio.
Sei l'ululato di un lupo, la voce del cervo
vivo e ferito a morte. Il mio corpo stellare.
(da Corpo stellare, Marcos y Marcos, 2010)
Anche Fabio Pusterla, nel corso del recital tenuto dai vincitori del Premio, ha scelto di leggere uno dei suoi autori di riferimento. In questo caso
Vittorio Sereni, poeta da cui forse ha preso la prima ispirazione, espressione di quella linea lombarda a cui talvolta lo stesso Pusterla viene
accostato. Tutte le letture erano dedicate in questa edizione a testi degli anni Sessanta, un periodo particolarmente fecondo per la poesia italiana.
VITTORIO SERENI
La sonnambula
«Niente come l’inverno
di mezza montagna
dice che l’inverno finirà
niente come il gallo alpestre
nella voragine del canto
distanzia la città, propaga
di qui a laggiù un visibilio di valli.
Nel sonno dei corpi ti sento
avvicinarti al mio sonno:
nel tunnel smanioso prendi me,
ragazza viziata che tu salvi
sul punto di farti viziosa,
da ogni mio gesto per te, anche il più basso,
cogli su me queste rose di rupe.
Ci aspetta una città con la sua primavera.
Non sai che città,
che primavera ti preparo…»
(da Gli strumenti umani, Einaudi, 1965)
Fabio Pusterla (1957) insegna a Lugano, e vive tra la Svizzera italiana e il Nord Italia. Collabora a numerose riviste letterarie italiane, svizzere e francesi.
Attivo anche come saggista e ricercatore, ha pubblicato tra l'altro con Claudia Patocchi il volume Cultura e linguaggio della Valle Intelvi (1983, poi 2005); e ha curato l'edizione critica delle opere narrative di Vittorio Imbriani (3 voll., Milano, Longanesi/Guanda, 1992-94). Ha raccontato la sua esperienza di insegnante in Una goccia di splendore. Riflessioni sulla scuola, nonostante tutto (Casagrande, 2008). Il volume Il nervo di Arnold. Saggi e note sulla poesia contemporanea (ivi, 2007), raccoglie parte dei suoi interventi critici sulla poesia contemporanea.
Come traduttore si è occupato soprattutto di Philippe Jaccottet, traducendone numerose opere poetiche e in prosa, nonché dell'antologia di poesia francese contemporanea Nel pieno giorno dell'oscurità (Marcos y Marcos, 2000) e di svariati autori di lingua francese, e più raramente portoghese o tedesca.
È autore delle principali raccolte poetiche: Concessione all'inverno (Casagrande, 1985, poi 2001); Bocksten (Milano, Marcos y Marcos,
1989, poi 2003); Le cose senza storia (ivi, 1994, poi 2007); Pietra sangue (ivi, 1999); Folla sommersa (ivi, 2004), Corpo stellare (2010). Nel 2009 ha pubblicato nella collana bianca di Einaudi il volume antologico Le terre emerse. Poesie 1985-2008 .
Numerose le plaquette e i libri d’arte realizzati con incisori, artisti e piccoli editori.
Il libro, recensito più volte su carta, finora ha avuto poche recensioni reperibili in rete. La più articolata è quella di Pierre Lepori su Le
Culturactif Suisse (v. qui) a cui rimando