Non c’è niente da fare, Fabri Fibra non prenderà più parte al Concertone del Primo Maggio a seguito della protesta di D.i.r.e. (Donne in rete contro la violenza), associazione che combatte da anni le discriminazioni e la violenza sulle donne.
Le istanze dell’associazione hanno fatto riflettere i Sindacati che hanno comunicato la decisione non senza creare polemiche. Prima di tutto da parte di Marco Godano, organizzatore del concerto, che si è detto amareggiato ma che nulla ha potuto contro la scelta delle associazioni dei lavoratori. Certo a non tutti (compreso il sottoscritto) piace la musica del rapper marchigiano ma è innegabile che non spetta al Primo Maggio, da sempre simbolo di libertà artistica, condannare e censurare un artista. Le canzoni oggetto della protesta sono Su Le Mani e Venerdì 17 che racconta lo stupro di una bambina di dodici anni.
La risposta del rapper è stata semplice ma chiara: “Il Primo Maggio è ancora soggetto a certi schemi che in altri circuiti live non ci sono o comunque non ci sono più”, ha scritto su Twitter. ” Nel 2013, per alcuni, il rap e i suoi meccanismi artistici sono ancora da interpretare e da capire fino in fondo”. Sicuramente più elegante di quella dei sindacati che si sono limitati a definire la sua partecipazione come una “presenza inopportuna”.
Tra i commenti più duri ci sono poi quelli di Jovanotti che sempre su twitter ha scritto: “Mi sembra assurda questa censura a Fabri Fibra da parte del minculpop dei sindacati. Fibra è un acceleratore di immagini, la sua è arte.”
In mezzo a tutta questa polemica gli organizzatori del Primo Maggio di Taranto hanno colto la palla al balzo e hanno subito invitato Fibra dichiarando: “ Il nostro palco è aperto a tutti. A chiunque abbia voglia di parlare di lavoro, di cantarlo, accanto agli operai. Fabri è il benvenuto”.
Un capitolo non troppo edificante per i sindacati tacciati di censura preventiva e criticati dagli stessi organizzatori e ci viene da chiederci, ma le canzoni di Fibra sono così importanti da meritarsi l’etichetta di “istigazione allo stupro? O piuttosto si tratta solo di una aspra e sprezzante critica, sicuramente dai toni troppo forti di un fenomeno culturale che bisogna iniziare ad affrontare seriamente?
Luca Celani