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Un grande libro per ragazzi, i testi di Fabrizio Silei e le pennellate pastose di Maurizio Quarello. La storia di Rosa, che non volle alzarsi, su un autobus nel 1955. Una storia emozionante, resa tale anche grazie all’alternarsi di colore, destinato all’oggi, in cui un vecchio racconta ad un bambino la vicenda, e bianco e nero (dedicato alla memoria dei fatti). Un BRAVO anche all’editore, capace di scelte coraggiose e di persevare coerentemente con le proprie idee.
Fabrizio Silei, Maurizio Quarello, L’autobus di Rosa, Orecchio Acerbo
Detroit. Henry Ford Museum. Su un autobus d’altri tempi, al centro di un grande salone, sono seduti un vecchio afroamericano e un ragazzino, il nipote. È l’autobus di Rosa Parks, quello sul quale, a Montgomery in Alabama, lei si rifiutò di cedere il posto a un bianco. La storia il vecchio la conosce bene: su quell’autobus, quel primo dicembre del 1955, c’era anche lui. E comincia a raccontare. Di quando nelle scuole c’erano classi per bianchi e neri; di quando nei locali pubblici, proprio come ai cani, era vietato l’ingresso alle persone di colore; di quegli uomini incappucciati di bianco che picchiavano, bruciavano, uccidevano. Il bambino sgrana gli occhi incredulo, il vecchio è commosso. Ma non è tanto il dolore di quei ricordi a bruciargli, quanto la memoria di quel giorno. Di quando non solo non assecondò il rifiuto di Rosa, ma di tutto fece per distoglierla. Con il sostegno di Amnesty International, una grande coedizione internazionale per raccontare ai più piccoli la donna che cambiò la storia dei neri d’America.