Il gruppo attrae.
Il gruppo assorbe e protegge.
Il gruppo spaventa.
Il gruppo è un muro.
L’iniziale diffidenza verso l’altro, verso l’ignoto, si scioglie a poco a poco man mano che parlano, si presentano, si mettono in gioco.
Ognuna ha una vita, delle esperienze, un cuore, un'anima bella.
Le adoro, e mi accorgo che tutte sono belle, ricche interessanti.
Culo?
O forse solo la meraviglia della vita e del conoscersi?
Le guardo, hanno facce che raccontano vite e gesti che raccontano pensieri.
Non c’è indizio del futuro.
Siamo qui e ora.
E sono contenta della mia scelta, del viaggio che faremo.
Le guardo.
Uno è la bimba, sguardo deciso e curioso di chi vuole crescere con calma.
Due è una sfinge, l’espressione seria e critica di chi osserva e valuta quello che succede.
Tre è un treno in corsa, che si ferma in una stazione protetta: ascolta, registra e digerisce con calma... senza bisogno di appunti.
Quattro ha gli occhi dell’amicizia cresciuta negli anni, fatta di serate di lavoro e notti sotto lo stesso tetto.
Cinque è bella e delicata, con i suoi occhi azzurri pronti a regalarci una sua emozione.
Sei è l’energia, il sorriso e la volontà.
Sette ha i lineamenti della tristezza, della sofferenza. Viene da abbracciarla, da proteggerla.
Otto è la curiosità, di conoscere e di consocerla.
Nove e il tormento del passato, la fatica di superarlo e il sorriso di quando riesce.
Dieci è la passione, il sole, lei È la professione.
Undici è l’attesa, della vita e del divertimento che verrà.
Dodici è il peso della perfezione e la leggerezza della liberazione.
Tredici sono io in mezzo a loro.