“Facce” di Antonella Abbatiello, Topipittori

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

La prima cosa che attrae un bambino piccolo, che stimola il suo sguardo a soffermarsi, è sicuramente il volto.
Il volto materno in primis, per il carico di affettività e la gamma di espressività che offre. Poi via via tutti gli altri.
Per questo motivo ho più volte ribadito su queste pagine che i libri più indicati per i bambini di età precedente all’anno sono i libri fotografici (badate bene: fotografici) delle facce.

Ma i volti continuano ad esercitare fascino e a convogliare l’attenzione anche successivamente, quando il bambino è in grado di staccarsi dalla raffigurazione realistica per imparare ad astrarre e simbolizzare.
Spesso nei primi disegni dei piccoli notiamo facce stilizzate, tondi sormontati da occhi, mezzelune tirate in su o in giù per indicare gioia o, al contrario, tristezza. Il bambino ha bisogno di rappresentare il viso perché è esattamente lì che passa l’emozione e si concretizza l’identificazione della persona cara
E non gli servono mille particolari, almeno dopo i due anni di età, per raccontare o leggere un viso, per quanto strambo o essenziale che sia.

Proprio sui volti e sui giochi e le figurazioni che da questi possono partire si basa l’albo edito da Topipittori ed illustrato da Antonella Abbatiello “Facce”.
Un libro dal formato piccolo e quadrato – e quindi particolarmente maneggevole – con una robusta copertina di cartone e spesse pagine in carta resistente.

Una raccolta di facce rese attraverso la loro simbolizzazione tipica dell’infanzia – occhi, naso, bocca, una contorno e poco altro – e giocate tramite piccole sottrazioni, o aggiunte o variazioni per conferire espressioni, sentimenti, stati o inventare personaggi, perfino animali o costruire interazioni con il lettore.

Poche forme geometriche – tondi, ovali, triangoli, mezzi cerchi – colori netti in modo che le figure trovino sempre il loro contrasto con lo sfondo e, senza l’ausilio di bordi o contorni, ogni associazione pieno-vuoto, dentro-fuori  sia chiara ed evidente.
Il soggetto, sempre incentrato sulla faccia, varia. E così può diventare una signora o un orientale, può meravigliarsi, ridere o imbronciarsi, essere completo o incompleto, trovarsi al buio, mettere paura, oppure giocare a far cucù, nascondersi o trovarsi.
Il meccanismo è vario e, pur essendo semplice, coinvolgente.

Ogni pagina può interagire con la precedente e la successiva, chiamando anche il piccolo lettore a partecipare, oppure cambiare registro, mettere un gallo là dove prima era un giocoliere, invitare a contare o a trovare il particolare perduto.

La costruzione è quella tipica degli albi per bambini molto piccoli: disegni su una facciata, testo su quella accanto, ben separati e individuabili.
Però “Facce” è un libro che può incontrare il gusto e le esigenze dei lettori in una fascia di età tutto sommato abbastanza ampia.

Per i piccini ci sono forme e colori, c’è la possibilità da parte dell’adulto di leggerlo mimando espressioni, versi e movimenti, c’è un suggerimento al gioco del cucù da fare con le manine oppure tramite le immagini che prima sono piene e poi vuote. Ci sono i particolari da trovare e poi da scombinare, le paroline da ripetere, le espressioni da imitare…Una gamma insomma di piccoli apprendimenti, momenti di divertimento e stimoli cognitivi.

Ma “Facce” – libro – è anche associato ad una App (al momento esiste la versione per I-pad, in lavorazione quella per Android) che permette ai più grandicelli di ampliare in maniera digitale i suggerimenti della versione cartacea, sviluppandoli e aprendoli e nuovi sviluppi e interazioni.

Io, però, che dal punto di vista tecnologico sono forse ancora una dinosaura, vedo in quest’albo anche tante idee e possibili applicazioni cha fanno riferimento alla cara vecchia manualità creativa, quella delle forbici e dei collage, dei materiali e dei pastelli.
Perché non prendere spunto dalle figure di Antonella Abbatiello per inventarne di nuove? Nuovi volti, nuovi personaggi, disegnare e ritagliare, magari incollare, giocare con le forme di occhi e bocche, costruire musi di mostri o visi di fanciulle…

Insomma, un piccolo albo che può essere palestra cognitiva, laboratorio creativo oppure parte di un sistema più complesso – libro più App – per i nostri piccoli nativi digitali che stanno crescendo e che, a differenza di noi, sanno mescolare i mezzi per un unico fine: divertirsi, crescere ed esercitare la fantasia.

Qui  il sito dedicato al libro e alla App.

(età consigliata: da due anni)

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